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Spazio, Detriti in orbita: una ‘minaccia’ sotto controllo. L’Esa ne monitora 40mila

Monitorare lo stato dei migliaia di detriti spaziali in orbita intorno alla Terra. Evitare che se ne accumulino di altri nei futuri lanci e missioni spaziali.

Pubblicato:30-10-2015 17:21
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:42

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stazione spaziale internazionaleROMA – Monitorare lo stato dei migliaia di detriti spaziali in orbita intorno alla Terra. Evitare che se ne accumulino di altri nei futuri lanci e missioni spaziali. Fare in modo che i dispositivi spediti in orbita rispettino gli standard di costruzione stabiliti dalle agenzie spaziali. Queste le azioni per contenere l’accumulo di rottami nell’orbita terrestre, illustrate nel corso della conferenza ‘Space law and debris responsibility‘, tenutasi oggi a Roma alla Sapienza nell’ambito della VI edizione del Festival della diplomazia con la collaborazione del dipartimento di Scienze politiche, dell’Agenzia spaziale italiana, dell’Agenzia spaziale europea e di Telespazio.

“Noi lanciamo satelliti per le attivita’ dell’uomo sulla Terra- spiega Marco Ferrazzani dell’Esa- Le telecomunicazioni, l’osserazione della Terra, la meteorologia, la navigazione sono applicazioni che servono all’attivita’ umana tutti i giorni. Quindi abbiamo bisogno che lo spazio rimanga utile per inviare satelliti e per le missioni umane nello spazio. Tutto quello che avviene nello spazio per noi e’ importante. Quindi lo gestiamo e lo controlliamo. Anche qualunque piccolo elemento, anche un bullone, lo seguiamo per controllare che non diventi un ostacolo pericoloso per le future missioni”.


I detriti spaziali sono oggetti non funzionali e in quanto tali sono incontrollabili. Si accumulano oltre l’atmosfera dagli Anni 60, dai tempi delle missioni Apollo. L’Esa ne monitora circa 40mila, per accertarsi che non si trasformino in una minaccia per la Terra, per gli equipaggi delle missioni spaziali o per le altre tecnologie orbitanti. Ma se tra quelli gia’ esistenti i piu’ preoccupanti sono costantemente sotto osservazione, e’ fondamentale impedire che se ne accumulino degli altri.

“Il rapporto e’ di 20mila detriti per mille dispositivi funzionanti– spiega Sergio Marchisio, professore alla Sapienza e membro del cda dell’Asi- Una quantita’ che puo’ essere mitigata attraverso delle misure che impediscano al livello di produzione di nuovi oggetti spaziali il rischio di nuovi detriti”. Il riferimento e’ all’istituzione di standard di costruzione che permettano al dispositivo di essere riparato o pilotato in zone che non rappresentino un pericolo al termine della sua attivita’.

Si eviterebbe cosi’ di perpetuare una situazione di rischio che gia’ rappresenta una difficolta’ per chi opera nel settore spaziale. “I rischi per i dispositivi funzionali nello spazio sono enormi. Al punto- conclude- che gli operatori che lanciano satelliti nello spazio sono costretti a frequenti manovre per evitare collisioni tra oggetti funzionali e debris spaziali”.

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