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Lazio Innova porta a Roma la sharing economy, l’economia della collaborazione

Se i servizi dedicati allo sharing, all'open source, al social, sono in continua crescita, le imprese e le istituzioni non possono ignorare i cambiamenti che questi portano

Pubblicato:30-10-2015 13:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:42

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sharing economy_condivisioneROMA – E’ in corso una rivoluzione industriale la cui parola chiave è condivisione e il cui supporto è la tecnologia. Il diciottesimo e ultimo evento organizzato da Lazio Innova a Roma all’Ara Pacis nell’ambito della Call4Innovators per Milano Expo 2015, è stato dedicato all’economia collaborativa e ha visto la partecipazione di esperti e operatori del settore con il coordinamento scientifico di Enea. Perchè se i servizi dedicati allo sharing, all’open source, al social, sono in continua crescita, le imprese e le istituzioni non possono ignorare i cambiamenti che questi portano. Vale a dire nuovi stimoli al consumo, nuove opportunità, ma anche una caduta dei confini tradizionali tra produttore e consumatore.

In linea con il tema di Expo, il ragionamento dei relatori si è concentrato sul settore agroalimentare, dove la sharing economy, come ha spiegato Massimo Iannetta, direttore divisione Agro food e Biotecnologie di Enea, “vuole superare il grande paradosso dello spreco alimentare. Noi oggi abbiamo da una parte il problema legato al soddisfacimento di una domanda di prodotti alimentari che cresce perché cresce la popolazione mondiale. Cambiano anche i modelli di consumo alimentare. Quindi dobbiamo produrre di piu’ con meno risorse”.


“Dall’altra parte- ha continuato Iannetta- abbiamo lo spreco. Nei paesi industrializzati abbiamo 200 kg di prodotti alimentari pro capite che vengono sprecati. Dalla distribuzione al consumo. Questo significa sprecare risorse e opportunità che attraverso una serie di iniziative, pubbliche e private, si cerca di mettere in campo sistemi di recupero e valorizzazione di questi prodotti affinche’ non vadano sprecati”.

Alcuni modelli, ha detto ancora Iannetta, già esistono: “In Italia già dal 2003 opera il Banco alimentare, che impegna più di 1.600 volontari, ma c’è anche una più giovane realtà che si chiama Last minute market, che ha come obiettivo il recupero di prodotti alimentari e la ridistribuzione attraverso i circuiti delle iniziative caritatevoli. Quindi verso i cittadini meno abbienti e più bisognosi. In Inghilterra la Tesco ha avviato una iniziativa per cui si acquistano due prodotti ma se ne paga uno e se ne porta a casa solo uno. L’altro si ritira qualche giorno dopo, per evitare che possa essere sprecato”. E a queste si aggiungono altre iniziative per il recupero di pasti pronti dalle mense, per l’adozione di alberi da frutta a sostegno dei produttori, ma anche per la raccolta diretta nei campi.

Il settore, insomma, offre molte possibilità. Anche se, ad esempio per quanto riguarda il riutilizzo dei cibi scaduti ma ancora commestibili, le norme non ne permettono la redistribuzione per il consumo. “C’è un grosso buco legislativo- ha concluso Iannetta- e va colmato”.

IMPRESE. LAZIO INNOVA: CALL4INNOVATORS UN SUCCESSO, ECCO NUMERI – “Questi workshop nati con Call4Innovators hanno coinvolto più di 2.000 persone e circa 100 innovatori. Noi abbiamo anche selezionato nell’arco degli ultimi mesi circa 30 startup innovative che abbiamo portato, grazie a un accordo firmato tra Lazio Innova e ItaliaCamp, al Vivaio delle idee a Expo”. Queste le parole di Andrea Ciampalini, direttore generale di Lazio Innova, a margine a Roma del diciottesimo e ultimo appuntamento di Call4Innovators, l’iniziativa promossa dalla Regione Lazio che, in concomitanza con Expo 2015, ha dato voce e offerto una vetrina alle aziende della regione operanti nel settore dell’innovazione. “Queste 30 aziende- ha raccontato Ciampalini- sono state ascoltate dalle commissioni e quindi le migliori sono state sottoposte a un confronto con potenziali investitori. E’ stata un’iniziativa di grande successo e un modo attraverso cui le imprese che hanno partecipato alla nostra call hanno avuto l’opportunità di raccontarsi e di cercare risorse a Expo”.

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