mercoledì 19 Novembre 2025

Il piano Trump per Gaza bocciato dal giurista: “Lascia i palestinesi senza voce e affossa il diritto”

Triestino Mariniello, docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool alla Dire: "Così viene imposta una nuova occupazione, questa volta degli Usa"

ROMA – “Il piano per Gaza avanzato da Trump si colloca al di fuori della legalità internazionale, non solo perché calpesta i principi fondamentali stessi del diritto – in primis, quello all’autodeterminazione del popolo palestinese – ma perché ignora tutte le decisioni degli organi giudiziari internazionali, tra cui la sentenza della Corte internazionale di giustizia (Icj) del 2024, che definisce illegale l’occupazione di Israele sui territori palestinesi, oppure le misure cautelari emesse per prevenire atti di genocidio, emanate nell’ambito del procedimento ‘Sudafrica vs Israele'”. Ne parla con l’agenzia Dire Triestino Mariniello, docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool, commentando la proposta in 20 punti giunta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

LEGGI ANCHE: Gaza, il Piano Trump è “una buona notizia” ma “non ignori che l’occupazione è illegale”
LEGGI ANCHE: Il “Piano globale per la pace a Gaza” di Trump in 20 punti, ecco quali sono

“NON PERVENUTO IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE DEI PALESTINESI”

Per Mariniello, il piano nel suo complesso “rappresenta un’imposizione illegale di una nuova forma di occupazione da parte degli Stati Uniti sulla striscia di Gaza. La cosa che più stupisce, è la scomparsa completa del diritto all’autodeterminazione”, ossia la libertà di un popolo di decidere del proprio destino prevista dal diritto internazionale, “su cui aveva tanto insistito la sentenza della Corte di giustizia”. Questo perché “si fa un accordo di pace senza la parte in causa. I palestinesi non hanno voce. Anzi, viene imposto con la minaccia, lo abbiamo sentito chiaramente nel discorso di ieri sera di Trump: se Hamas non lo accetta, gli Stati Uniti assicurano sostegno all’azione di Israele ‘fino alla fine’. Ciò equivale- osserva l’esperto- a minacciare che il genocidio andrà avanti”.

“VINCOLA GLI AIUTI, QUANDO SONO UN OBBLICO”

Secondo, il piano “viola i principi del diritto perché, come ha stabilito l’Icj nella sua sentenza, nessuna motivazione di sicurezza può mandare in deroga il principio all’autodeterminazione di un popolo, che pertanto non può essere oggetto di negoziazione”. Altro punto che non si può negoziare “è l’ingresso degli aiuti: Trump invece vincola la riapertura dei valichi all’accettazione del Piano, quando garantire gli aiuti è un obbligo di Israele”. Altrimenti, “si sta usando apertamente la fame come arma di guerra. Questo viola anche la Convenzione internazionale sul genocidio perché anche la negazione di prodotti vitali alla sopravvivenza rientra tra gli atti di genocidio”.

NESSUN ACCENNO ALL’ACCERTAMENTO DELLE RESPONSABILITÀ

Tra le misure provvisorie emesse dall’Icj, ricorda ancora il giurista, era previsto infatti l’ordine a Israele di riaprire tutte le linee di rifornimento per Gaza, dall’acqua alla luce, al cibo, ai farmaci e altri beni essenziali.
“Questi non sono gli unici aspetti problematici- continua Mariniello- dal piano scompare la sovranità palestinese su Gaza, alla gestione delle sue risorse naturali, poi non si fa nessun cenno alle riparazioni per le vittime del genocidio, né all’accertamento delle responsabilità di quanto accaduto almeno in questi ultimi 24 mesi”.
Per il docente “non è solo questione di deporre le armi o rinunciare al diritto di resistenza, ma anche di capitolare su tutti gli strumenti del diritto internazionale, che equivale al trionfo della visione di Trump, secondo cui le leggi e lo Stato di diritto vanno sostituite dalla legge del più forte. Di fatto- conclude- stiamo assistendo alla distruzione definitiva dell’autodeterminazione del popolo palestinese, usando ancora una volta il genocidio per portarla a termine”.

(photo credit :Palestinian Centre for Human Rights/Fb)

Leggi anche