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A Cagliari studenti in piazza con una bara nera: è la morte del diritto allo studio

Studenti universitari in piazza a Cagliari questo pomeriggio per protestare principalmente per la carenza degli alloggi

Pubblicato:30-09-2024 20:00
Ultimo aggiornamento:30-09-2024 20:00
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CAGLIARI – “Fuga di cervelli e strade desolate, è questo il futuro che vi meritate“. E ancora: “Non ti risponde e ti ignora, non è un malessere, è la Regione Sardegna”. Studenti universitari in piazza a Cagliari questo pomeriggio per protestare principalmente per la carenza degli alloggi messi a disposizione dall’Ente regionale per il diritto allo studio e di mense attive nel capoluogo sardo. Il corteo, partito da piazza del Carmine e arrivato nella sede dell’Ersu, ha concluso il percorso sotto il palazzo del Consiglio regionale, in via Roma, dove i manifestanti hanno dato vita a un breve sit-in. A sovrastare gli studenti che man mano si sono alternati con i loro interventi al megafono, una bara nera con una croce rossa, a simbolizzare la morte del diritto allo studio. Una delegazione è stata quindi ricevuta dalla presidente della commissione Cultura, la dem Camilla Soru, e da Valter Piscedda, altro esponente del Pd nell’assemblea.

“Era importante lanciare un messaggio alla città: a Cagliari le case dello studente di fatto stanno chiudendo, e il servizio mensa è molto carente– spiega alla ‘Dire’ Bianca Pili, una delle rappresentanti del Comitato delle case dello studente, prima del colloquio con i due consiglieri regionali-. Per quanto riguarda gli alloggi gestiti dall’Ersu, quest’anno ci sono oltre 1.000 idonei, ma i posti disponibili sono solo 238, di cui 20 per persone con disabilità certificata. Parliamo quindi di quasi 800 persone che hanno diritto, ma non potranno accedere alla casa dello studente“.
Questo, prosegue, in un periodo in cui “la crisi abitativa per gli studenti è sempre più grave. A Cagliari gli affitti per una singola si aggirano attorno ai 290 euro, spese escluse. La situazione è molto grave anche sul fronte mense: a causa di lavori, a settembre è rimasta aperta solo una mensa in tutta la città. Le code sono sempre chilometriche, e ricordo che ciascun studente anticipa di tasca sua, attraverso le borse di studio, il costo dei pasti. Tutto questo per un servizio che non funziona”.


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