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Un’ora a scuola sulle stragi nazifasciste e visite nei luoghi della memoria, la proposta delle ‘Città martiri’

La proposta formale di un'ora di storia del Novecento a scuola, dalla quinta elementare alle superiori, arriverà al ministero entro ottobre

Pubblicato:30-09-2020 11:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:58
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BOLOGNA – La memoria delle stragi nazifasciste, tema oggi “solo vagamente accennato”, potrebbe entrare presto nei programmi scolastici. L’iniziativa è partita dalla “città martiri”, Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Trieste (San Sabba), Fossoli e Reggio Emilia (Fratelli Cervi), che nei mesi scorsi hanno illustrato in una videoconferenza con i responsabili del ministero dell’Istruzione la loro proposta.

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“Abbiamo fatto notare a quelli del ministero che oggi siamo soprattutto noi delle città martiri e dell’Anpi a tramandare la memoria del Novecento e della seconda guerra mondiale”, racconta Valter Cardi, presidente del comitato delle onoranze per i caduti di Marzabotto. Incoraggiati a mettere nero su bianco una proposta più compiuta, “entro ottobre manderemo al ministero il documento per chiedere un’ora di storia del Novecento a scuola, dalla quinta elementare alle superiori. Siamo sufficientemente ottimisti che la proposta possa andare in porto”. Cardi, oggi a Bologna per presentare il calendario delle commemorazioni per il 76esimo anniversario dell’eccidio di Monte Sole, chiarisce che “non ci sarà imposizione” e che la ‘materia’ “rientrerà nelle 36 ore di scuola”.

Inoltre, come ha proposto la stessa sindaco di Marzabotto Valentina Cuppi, “i ragazzi delle quarte e delle quindi superiori dovrebbero visitare almeno un luogo della memoria” nel loro corso di studi. “In questo modo- spiega ancora Cardi- si renderanno conto di quale sia stato il sacrificio per la nostra democrazia e la nostra libertà’”. la prima tappa sarà però la formazione degli insegnanti. Per questo “abbiamo investito molte risorse e ci siamo avvalsi della collaborazione dell’Università di Bologna, in modo che le scuole possano avere una offerta formativa sulla memoria storica del Novecento”.

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IL PROGRAMMA DELLA COMMEMORAZIONE UFFICIALE

Si terrà domenica 4 ottobre la commemorazione ufficiale dell’eccido di Monte Sole, alla presenza del cardinale Matteo Zuppi e del ministro per la coesione territoriale Giuseppe Provenzano. L’anniversario numero 76 della strage dovrà fare i conti con le misure anti-Covid: i luoghi delle commemorazioni, a partire dalla piazza, saranno transennati e vigerà l’obbligo della mascherina: senza non si potrà entrare.

A presentare il programma 2020 è il presidente del comitato onoranze per i caduti di Marzabotto Valter Cardi: si tratta di un fitto cartellone, già partito sabato scorso, che prevede numerosi incontri, proiezioni e spettacoli, fino alla camminata nel parco storico di Monte Sole che sarà organizzata dal Cai per domenica 11 ottobre. Invece domenica 4 sarà la volta delle commemorazioni ufficiali, con la messa per i caduti celebrata da Zuppi al mattino, la deposizione di corone al sacrario dei caduti e poi le orazioni ufficiali col ministro Provenzano, il sindaco di Marzabotto Valentina Cuppi e lo stesso Cardi.

Al pomeriggio, invece, è previsto un convegno dal titolo “Oggi come ieri: il fascismo contro la libertà di informazione”, con diversi giornalisti, il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti e Walter Verini della commissione parlamentare antimafia. “E’ un programma molto ricco, speriamo che il tempo ci aiuti. Ringrazio il presidente della Repubblica che in anticipo ha ricordato Marzabotto e il significato della strage”, dice Cardi illustrando i diversi eventi previsti durante la conferenza stampa tenuta oggi in Città metropolitana a Bologna.

Cardi insiste in particolare sulla necessità di coinvolgere i ragazzi: solo nell’ultimo anno se ne sono andate tre testimoni della strage di Marzabotto. “Solo attraverso le giovani generazioni possiamo tramandare la memoria. In Germania neanche il 10% dei giovani conosce queste stragi”. I testimoni diretti, ricorda anche il capo di gabinetto della Città metropolitana Giuseppe De Biasi “danno una traccia di memoria sempre più fievole, ma questo filo non deve interrompersi”.

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