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Sei giorni di Calabria ad Expo tra tradizione e innovazione

MILANO - Un itinerario articolato, che ha attraversato il cuore del Mediterraneo abbracciando prelibatezze culinarie, meraviglie naturali e

Pubblicato:30-09-2015 16:09
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:35

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MILANO – Un itinerario articolato, che ha attraversato il cuore del Mediterraneo abbracciando prelibatezze culinarie, meraviglie naturali e archeologiche, performance artistiche ma anche ricerca scientifica e innovazione tecnologica, il tutto condito da interventi delle più alte cariche nel campo delle istituzioni, del mondo universitario, di quello della ricerca, delle infrastrutture e del mondo agroalimentare.

Tutto questo ha caratterizzato ‘La settimana del protagonismo’ della Calabria all’Expo di Milano, kermesse iniziata il 25 settembre e che ha segnato, prendendo le parole del direttore regionale del settore Agricolo, Carmelo Salvino, una testimonianza di come “la Calabria abbia voltato pagina”, facendo “sistema con tutti gli attori istituzionali, il mondo produttivo e quello dell’associazionismo”.


Un Salvino soddisfatto, che si fa portavoce di una macchina organizzativa che è riuscita a mettere in piedi una sei giorni faticosa ma appagante, che ha visto svolgersi ben 20 conferenze e workshop che hanno affrontato trasversalmente tutti i settori dell’universo regionale, dalla produzione agricola alle start up imprenditoriali giovanili, dal mondo delle infrastrutture e del commercio all’importanza della rivalutazione territoriale e culturale. Una rassegna, questa del protagonismo calabrese, che ha inoltre visto riunire alcune tra le più illustri personalità nel mondo della ricerca per discutere dell’importanza scientifica che ha assunto la dieta mediterranea e del pionierismo calabrese rilevato dagli studi scientifici di Ancel Keys e Paul White, che hanno teorizzato alla fine degli Anni 50 l’importanza di quello che a tutti gli effetti è lo stile di vita più apprezzato al mondo, basandosi sulla quotidianità degli abitanti di Nicotera, in provincia di Vibo Valentia. Una Calabria “viva”, usando ancora le parole di Salvino, una Calabria che può assumere un ruolo di predominanza nel coinvolgere l’intera area meridionale, come visto dalla sottoscrizione della ‘Carta del cibo’ avvenuta tra le dirigenze dei parchi nazionali del Sud Italia e promossa appunto dagli organismi direttivi dei tre parchi nazionali calabresi. Una Calabria attenta al proprio territorio ma vogliosa di espandere le proprie ricchezze oltreconfine, come dimostrato dall’imminente partecipazione alla fiera agroalimentare internazionale di Anuga, in Germania. Una Calabria giovane e virtuosa, rappresentata dalle tre università e illuminata da progetti imprenditoriali di ragazzi under 30. Tutto senza dimenticare il vino e l’olio, prodotti autoctoni di cui si sono analizzate proprietà e prospettive imprenditoriali. In sostanza, non un punto di arrivo questo della rassegna andata in scena ad Expo, ma un punto di partenza per una regione vogliosa di crescere anche attraverso lo sviluppo infrastrutturale e commerciale di un’area posta al centro del Mediterraneo e pronta a sfruttare al massimo quel grande polo di transhipment che è il porto di Gioia Tauro. Un percorso che passa necessariamente attraverso la conservazione di un florido patrimonio naturalistico e archeologico, come testimoniato dalla proiezione delle immagini inedite dei Bronzi di Riace, filmato realizzato in collaborazione con la Rai e con il patrocinio del Museo di Reggio Calabria. Il discorso archeologico ha abbracciato anche l’universo artistico con le esibizioni di un’orchestra giovanile di Laureana di Borrello e soprattutto con l’esibizione dello spettacolo ‘Il caciocavallo di bronzo’, spettacolo musicale tra tradizione e innovazione. In fondo è stato proprio questo il tema che ha accompagnato in questo viaggio alla (ri)scoperta della Calabria, quel rapporto tra tradizione e innovazione che può rappresentare il motore con cui provare a lanciarsi nelle sfide future.

di Nicola Mente

Giornalista

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