NEWS:

Marmorale (Mediterranea): “Col Festival ‘A Bordo!’ riportiamo la vita dei migranti al centro della politica

A Napoli dall'1 al 4 settembre incontri con testimonianze da Libia e Ucraina "per dire basta ai profughi di serie A e B"

Pubblicato:30-08-2022 14:44
Ultimo aggiornamento:30-08-2022 14:44

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “In Italia lavorare per i migranti significa preoccuparsi di impedire che muoiano prima ancora di pensare ad accoglienza e integrazione. Purtroppo, viviamo in un paese in cui la politica non mette il valore della vita al centro e ad ogni nuova ‘emergenza sbarchi’ distrugge le esperienze positive che si erano sviluppate in precedenza. Per fare un esempio, lo smantellamento degli Sprar. Ma poi, distingue tra profughi di serie A e B, come dimostra l’accoglienza degli ucraini, lodevole ma discriminante verso chi arriva da altre nazioni. Ma il nostro paese non è solo questo: la società resta solidale e pronta ad ascoltare e trovare soluzioni, lo vediamo di continuo nel nostro lavoro”. Con l’agenzia Dire parla Laura Marmorale, una delle capomissione di Mediterranea Saving Humans, organizzazione che collabora con varie realtà della società civile fondata con l’obiettivo di monitorare il Mediterraneo centrale e intervenire per trarre in salvo i migranti che dal Nord Africa tentano viaggi pericolosi per raggiungere le coste europee.

L’organizzazione nasce nel 2018, pochi mesi dopo l’adozione del Codice di condotta per le ong voluto dal governo Gentiloni, e nell’anno dei cosiddetti Decreti sicurezza dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, quando “furono criminalizzate dalla retorica politica”. Da allora, decine di interventi nel Mediterraneo per soccorrere chi fugge dalla Libia e poi, all’indomani dell’offensiva russa in Ucraina, varie carovane per aiutare le persone in difficoltà a fuggire, orientando per la prima volta i propri interventi dal mare alla terra ferma.

Il Festival ‘A Bordo!’ dall’1 al 4 settembre a Napoli

Alla luce di queste esperienze, l’organizzazione indice dall’1 al 4 settembre, nel Maschio Angioino di Napoli, “A bordo”, il primo Festival nazionale in cui si affronteranno “i temi che fanno vivere Mediterranea ma che sono drammaticamente sempre alla ribalta della polemica politica, giocata sulla pelle dei migranti”, spiega Marmorale, che chiarisce: “il Festival è stato pensato prima della caduta del governo e della campagna elettorale”, ma chiaramente è pronto “a offrire spunti a chiunque vorrà partecipare, in vista del voto del 25 settembre”, e del futuro governo: “il nostro Paese ha un problema” continua la capomissione, “discrimina tra migranti di serie A e B. Questo perché i nostri governanti non considerano mai che va garantita a tutti la sicurezza di chi fugge da guerre e conflitti, assicurando vie legali per arrivare nel nostro Paese anche riformando certi trattati europei, come la Convenzione di Dublino, o adottando strumenti come la Direttiva sulla protezione umanitaria temporanea, adottata invece per i profughi ucraini. La gestione di quell’esodo di persone verso i paesi europei dimostra che si può fare”.
Dal 24 febbraio scorso, l’Europa ha accolto oltre 6 milioni di profughi ucraini anche grazie a questo strumento legale, ma come evidenzia Marmorale “non c’è solo il conflitto in Ucraina: nel mondo sono 32 le guerre in corso. Eppure solo per gli ucraini è stata adottata la Protezione umanitaria”. Il pensiero va all’esodo di siriani, iracheni, yemeniti egli anni scorsi o, più di recente, degli afghani. Ma a queste persone “sono state chiuse le porte. Questa Europa dà diritti a chi le somiglia, per colore della pelle e retroterra culturale”.


Focus sui profughi da Libia e Ucraina

Il Festival A Bordo!, prosegue Marmorale, proporrà quindi storie ed esperienze da chi fugge dagli orrori dei “lager” in Libia – grazie alla testimonianza di David Yambio, leader di una protesta che per settimane ha visto decine di migranti accampati davanti la sede dell’Unhcr a Tripoli – e dall’Ucraina. Dopo l’evento di inaugurazione dell’1 settembre che sarà dedicato al ricordo di Gino Strada, che “non smette di ispirare il nostro lavoro”, il programma prevede dibattiti e workshop con l’obiettivo di “spostare il focus della questione migratoria dalla gestione dell’ordine pubblico alla tutela delle persone”, assicura Marmorale.
Tra i temi, prosegue la capomissione, le “attività barbare di Frontex, la rotta balcanica e le frontiere di terra, che costringono le persone a viaggi sempre più pericolosi. Poi il 3 settembre si terrà un incontro pubblico con la Civil fleet, ossia la flotta civile formata da tutte le ong che come noi svolgono attività di soccorso nel Mediterraneo centrale, compresa la Iuventa, il cui equipaggio, colpito dalla criminalizzazione delle ong nel 2018, attende da allora un processo ingiusto”.

Il Flash mob contro gli Accordi con la Libia

Degno di nota anche l’evento di sabato 3 settembre: nel pomeriggio, sempre nei locali del Maschio Angioino, si terrà un flash mob “per il lancio della campagna che durerà fino al 3 novembre per chiedere al prossimo governo di non rifinanziare il Memorandum di intesa con la Libia. L’esecutivo uscente- evidenzia Laura Marmorale- tra le sue ultime azioni ha rifinanziato gran parte di quell’Accordo. Il dibattito va riaperto e si deve porre fine al flusso di denaro e sostegno alla cosiddetta Guardia costiera libica, responsabile di crimini contro i migranti. Piuttosto- conclude Marmorale- vanno garantite vie d’accesso legali a tutti, senza distinzioni, modificando a livello europeo il meccanismo di redistribuzione che garantisca anche alle persone di andare nei Paesi europei che preferiscono”.

Leggi anche: Ucraina, Marmorale (Mediterranea): “Polonia modello anti-tratta”

La volontaria denuncia: “In Polonia apartheid alla frontiera: ucraini passano, gli altri migranti no”

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it