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Fortuna (UniCusano): “Dati Eurostat su fiducia confermano quelli italiani, speriamo sia un calo temporaneo”

L'intervista al prof. Fabio Fortuna, rettore dell’UniCusano

Pubblicato:30-08-2021 15:01
Ultimo aggiornamento:30-08-2021 15:01
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fabio fortuna
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ROMA – Il prof. Fabio Fortuna, rettore dell’UniCusano, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus. Nel corso dell’intervista ha parlato dei dati Eurostat riguardo la fiducia dell’economia nell’Eurozona che è in calo nel mese di agosto. “Questi numeri confermano il dato Istat della scorsa settimana che ha segnato in Italia una riduzione dell’indice di fiducia dei consumatori e delle imprese, riduzione più significativa per quanto riguarda le imprese. Il dato europeo conferma quello italiano, c’è una diminuzione superiore alle aspettative, speriamo sia un fattore temporaneo dovuto anche alla salita notevole che la fiducia di consumatori e imprese ha avuto negli ultimi 8 mesi e che quindi si tratti di un normale aggiustamento dell’indice”.

Secondo Unioncamere le attività fallite nei primi 6 mesi del 2021 sono state meno rispetto al 2019. “È un dato sorprendente e confortante perché immaginavamo una grande crisi delle imprese, soprattutto quelle piccole. La crisi c’è stata, ma il dato di Unioncamere è importante perché il fatto che ci siano stati meno fallimenti rispetto al 2019 significa che nella sostanza abbiamo recuperato una situazione pre-pandemica e quindi le piccole-medie imprese sono riuscite a sopravvivere nonostante tutto, in misura maggiore di quanto si potesse prevedere. È un dato che ci fa ben sperare affinché la ripresa, che ormai è in atto, possa rafforzarsi e consentire alle piccole-medie imprese un futuro migliore, pandemia permettendo”.

Sulla stagione turistica che secondo i dati di Fipe Confcommercio è stata positiva tranne che per le città d’arte. “La stagione turistica ha mostrato un andamento molto soddisfacente soprattutto in alcune zone –ha affermato Fortuna-. La preferenza maggiore si è registrata per il mare, a seguire la montagna, mentre le città d’arte hanno risentito in maniera maggiore della pandemia e continuano a risentirne maggiormente. Non faremo il 13% del pil con il turismo e l’indotto, ma la ripresa c’è stata”.


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