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Ilva, Camusso: “Governo dica se vendita c’è o no”

"L'accordo su Genova va rispettato, a maggior ragione dopo il 14 agosto", dice la leader della Cgil

Pubblicato:30-08-2018 14:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:30

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GENOVA – “Il governo deve assumersi la responsabilità di dire se la vendita c’è o non c’è. Notiamo una tendenza a scaricare sugli altri soggetti il tema che è assolutamente inaccettabile. Pensiamo che non ci sia più tempo: non è che rinviando e pigliando tempo o chiamando in causa altri, la questione si risolve”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, oggi pomeriggio a Genova, rispondendo alle domande dei cronisti prima di un incontro con le istituzioni locali nella sede della Regione Liguria dopo il crollo del ponte Morandi.

C’è una data limite che la Cgil pone all’esecutivo? “La data è ieri- afferma la sindacalista- nel senso che ogni giorno perso è un giorno che ci porta sempre più vicini al 15 settembre e all’incertezza, creando un danno all’azienda, alle sue prospettive e alla situazione occupazionale. L’aut aut è già scritto, non siamo noi che lo diamo. Ovviamente ogni ora è utile per decidere al meglio il futuro dell’Ilva”. Definita la partita della vendita, conclude Camusso, “va anche chiarito come si determinano le risposte che vanno ancora date in termini ambientali, occupazionali, dei salari e il rispetto degli accordi di programma. Inoltre, siccome parliamo di una vendita e di risorse finanziarie, il governo decida che le risorse finanziarie vengano usate anche ai fini del mantenimento occupazionale e salariale”.

“Accordo programma Genova va rispettato”

“Abbiamo sempre detto e continuiamo a dire che l’accordo di programma va rispettato. Dopo quello che è successo il 14 agosto ci sono ancora più ragioni di quelle che avevamo prima vista la collocazione dell’azienda e i problemi di viabilità della città”, afferma Camusso.


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