ROMA – “L’incontro si è concluso con un nulla di fatto“. Così i rappresentanti dei Movimenti per il diritto all’abitare lasciando il palazzo della Prefettura di Roma dove si è appena concluso il vertice interistituzionale sull’emergenza abitativa, convocato in seguito allo sgombero di via Curtatone.
Cristiano Armati, che ha rappresentato il Movimento al tavolo interistituzionale, ha dichiarato: “La soluzione è quella del circuito dell’accoglienza del Comune di Roma, che è riservato esclusivamente a quello che viene definito fragilità, cioè donne incinta separate dai mariti, gli anziani disabili separati da chi fino a quel momento si stava prendendo cura di loro. Non c’è nient’altro, questo deve fare orrore. Il Comune- prosegue il rappresentante del Movimento- continua ad offrire delle soluzioni per quelle che vengono definite fragilità. Però non c’è un percorso chiaro che può portare all’assegnazione della casa popolare sia per chi è stato sgomberato da via Curtatone ma anche per chi ha perso il lavoro e soprattutto per tutti quelli che hanno trovato delle soluzioni che l’amministrazione definisce illegali, ma noi non pensiamo che lo siano”.
“In concreto- ha concluso- c’è quello che c’era prima, questa è una proposta inaccettabile. Rimangono tutti per strada, non c’è una soluzione di nessun tipo. Restano per strada gli eritrei come quelli che stanno in graduatoria per la casa popolare“.
A proposito del presidio in via dei Fori imperiali è stato specificato: “Il presidio rimane, attendiamo l’arrivo del Ministro Minniti“.
di Marco Agostini, giornalista
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