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Rai, Anzaldi: “Berlusconi rifiuti patti segreti, garanzia è nella legge”

"E' la prima volta che si applica questa legge: se Berlusconi l'avesse letta capirebbe che tutela realmente le opposizioni"

Pubblicato:30-07-2018 16:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:25

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ROMA – “Berlusconi non ceda alle lusinghe del patto segreto con Salvini e con i Cinque Stelle. La migliore garanzia è nella legge”. Michele Anzaldi, deputato del Pd e segretario della commissione di vigilanza Rai, si rivolge al leader di Forza Italia per ricordargli che la riforma voluta dal centrosinistra tutela il pluralismo sicuramente meglio di un patto politico con le forze di maggioranza. In Parlamento si rincorrono i boatos su un accordo tra una parte di Forza Italia e la maggioranza sul nome di Marcello Foa presidente della Rai. In particolare l’area di Licia Ronzulli e Niccolò Ghedini avrebbe detto si’ alla proposta leghista, contrastati pero’ dai forzisti che fanno riferimento a Gasparri.

“Non mi risulta- taglia corto Anzaldi, interpellato dalla Dire- e in ogni caso non c’è bisogno di arrivare a tanto. Basta leggere la norma per capire che tutte le nomine giornalistiche Rai devono passare in cda, che le può bloccare ai due terzi, cioe’ con tre voti. A conti fatti, Berlusconi sarebbe più tutelato da un presidente di garanzia piuttosto che da Foa. Lo dicono i numeri”. La riunione del cda è prevista per domani.

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Dei sette componenti, le opposizioni di Pd e Forza Italia potrebbero contare su Rita Borioni del Pd e su Giampaolo Rossi di Fdi, ma eletto con i voti determinanti di Forza Italia. Anche Riccardo Laganà, il consigliere eletto dai dipendenti Rai, potrebbe votare contro, irritato dalle parole di Luigi Di Maio contro i dipendenti “parassiti e raccomandati”. A favore di Foa ci sarebbero Igor De Biasio, nominato dalla Camera in quota Lega, Beatrice Coletti, eletta dal Senato su proposta M5s e Fabrizio Salini, nominato dal governo e prossimo amministratore delegato. Foa non dovrebbe votare come di prassi. In sostanza il cda già domani si troverebbe di fronte a una situazione di stallo. Se poi al posto del presidente Foa ci fosse un presidente di garanzia, le opposizioni potrebbero bloccare tutte le successive nomine, considerate un atto di forza della maggioranza.


“Se ci fosse il presidente di garanzia, Berlusconi, ma in generale tutte le opposizioni, avrebbero la ‘pistola’ in mano per 4 anni. L’opposizione sarebbe tutelatissima. Se invece Forza Italia convergesse su Foa, allora l’opposizione non esisterebbe più. Ci sarebbero nel cda 5-6 voti tutti schierati. Con le conseguenze immaginabili all’atto delle nomine nei tg”, dice ancora Anzaldi.

“Sono convinto- osserva – che tutto nasce da una cattiva lettura della legge. E’ la prima volta che si applica. Se Berlusconi l’avesse letta capirebbe che è una legge che tutela le opposizioni. E lo stesso Fico dimostra che non ha letto la riforma, visto che parla di un presidente eletto dal governo, quando invece la nomina spetta al cda”.

Intanto però Giorgia Meloni annuncia il voto favorevole a Foa in Vigilanza. “Tafazzismo allo stato puro- sbotta Anzaldi- Fdi ha solo due voti in vigilanza. E se Berlusconi non convergerà non se ne farà nulla, visto che con due voti non ci fai niente. Meloni avrebbe solo fatto sapere agli italiani che lei partecipa alla scelta di uno che ha un curriculum estremamente di parte”. A favore delle opposizioni sembrano esserci premesse numeriche favorevoli. Ma ci sono dei profili di presidente che possono garantire nello stesso tempo Fi, Pd, Lega e M5s? “Minoli è sicuramente un profilo di garanzia ampio. Ma se Berlusconi si convincesse, anche Santoro andrebbe bene, perchè sicuramente sulle nomine eserciterebbe al meglio un ruolo di garanzia”.

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