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Robertazzi (Osservatorio crisi famiglie e imprese): “Cresce la povertà, bisogna aiutare chi è in difficoltà”

La proposta di Amitrano (M5s) segretario dell'Ufficio di Presidenza della Camera: "Si istituisca una Commissione parlamentare sull'Innovazione"

Pubblicato:30-06-2021 18:07
Ultimo aggiornamento:30-06-2021 18:07
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NAPOLI – “In Italia abbiamo registrato un aumento dell’1,3% delle famiglie che vivono in una condizione di povertà. Un incremento preoccupante che si va ad aggiungere ai 5,6 milioni di persone che vivono in una condizione di povertà assoluta.
Alcune misure adottate dal governo hanno consentito di alleggerirne l’intensità. Ma è allarmante vedere come la stessa si sia estesa nel Nord del Paese e colpisca in particolare i minori”. Ad affermarlo è il notaio Eric Robertazzi, presidente dell’Osservatorio nazionale sulla crisi di famiglie e imprese (Ocfi), nel corso del dibattito che si è svolto presso la sala stampa della Camera dei Deputati, promosso con l’ausilio di Ciro Di Pietro, chief restructuring di Bd Web Advice.

“Chi sono i nuovi poveri? Chi ha perso il lavoro, i precari e chi non aveva risparmi per l’esiguità del salario.
Sull’incremento della povertà – ha rimarcato il numero uno di Ocfi – pesano anche altri fattori. Il titolo di studio (tasso di povertà di percettori di reddito con diploma di scuola superiore secondaria 4,4% contro il 10,9% di quelli che hanno il titolo di terza media), il numero di figli (tasso di povertà delle famiglie con un figlio è del 9% contro il 22% di quelle che ne hanno tre) oltre alla circostanza che il tasso di povertà delle famiglie italiane è dell’8% mentre quello delle famiglie di stranieri che vivono qui da noi è del 28%, una su tre.

L’Ocfi porrà all’attenzione del Parlamento questi dati per aiutare il legislatore nella corretta ed efficace distribuzione delle risorse destinate a fronteggiare la povertà in Italia”.
“Per la ripresa del Paese – ha proseguito Robertazzi – bisogna puntare a offrire nuove opportunità e più tutele a chi è stato colpito duramente dalla crisi. In Italia è possibile puntare sull’autoimprenditorialità. Per costituire una ditta individuale o una società di capitali i tempi sono molto celeri, ma bisogna superare le difficoltà di liquidità dei capitali da mettere in gioco. Ci sono nuove forme di tutela in particolare per i giovani. Ricordo, ad esempio, che il decreto Sostegni bis ha eliminato l’imposta di registro per la prima casa acquistata dagli under 36 con Isee inferiore a 40mila euro. Aumentate anche le tutele per chi acquista casa su progetto, prevedendo la fideiussione bancaria del costruttore per garantire la restituzione delle somme in caso di insolvenza. L’Osservatorio sulla crisi di famiglie e imprese sarà parte attiva nel promuovere nuove iniziative che aiutino l’Italia a ripartire, nessuno escluso”.

Il tema del rilancio del Paese è stato sottolineato anche dal deputato Alessandro Amitrano (M5s), segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera: “Il Pnrr è una straordinaria occasione che non possiamo lasciarci sfuggire. Ma dobbiamo cambiare mentalità. Se vogliamo puntare a uno sviluppo serio del Paese, che parta dalla riforma fiscale e dall’alleggerimento dei carichi su famiglie e imprese, dobbiamo iniziare a lavorare con una visione sul futuro che sia concreta e al passo con le novità del mercato del lavoro e dell’economia. Per questo – ha aggiunto Amitrano – ho proposto l’istituzione di una Commissione parlamentare sull’Innovazione che sia in grado di porre le basi per regolamentare i fenomeni sociali prima che si consolidino e non, come accade sempre, quando già sono parte integrante della nostra comunità. Il caso dei rider ne è l’esempio più calzante. Se vogliamo sfruttare al meglio i 200 miliardi che l’Europa ci ha riconosciuto, dobbiamo essere in grado di mettere a punto un piano delle priorità che guardi al futuro”.

Gli effetti della crisi nel campo giudiziario sono stati sottolineati da Giuseppe Tedesco, consigliere della Corte di Cassazione, per il quale “la crisi sta colpendo soprattutto le famiglie, in particolare nel settore giudiziario. I giudici saranno chiamati sempre più spesso a trovare un punto di equilibrio per la tutela di diritti fondamentali dei cittadini. Mi riferisco, ad esempio, alle esecuzioni immobiliari e ai pignoramenti. Da un lato la conservazione del bene per eccellenza, la prima casa. Dall’altro l’esigenza della certezza dei rapporti giuridici e del pagamento dei debiti contratti. L’intervento del Legislatore con la sospensione delle esecuzioni e il blocco degli sfratti – ha evidenziato Tedesco – non può durare in eterno e non può essere generalizzato, così come chiarito dalla Corte Costituzionale. La pandemia non può essere una moratoria generalizzata. È necessario allora fare leva sulle rinegoziazioni e sul ruolo fondamentale che avranno i giudici in questo delicato passaggio a tutela dei diritti e a salvaguardia di famiglie e imprese”.

Il professor Enrico Moscati, straordinario di diritto privato all’Università Niccolò Cusano, ha posto l’accento sull’impatto della crisi sui lavoratori: “La diminuzione dei redditi da lavoro autonomo è stata del 12% contro il 7% di quelli da lavoro dipendente. Facile comprendere chi ha pagato di più la crisi.
Altro aspetto preoccupante è la chiusura del 22% delle imprese giovanili. A questi numeri aggiungiamo la tendenza all’immobilismo di chi possiede capitali ma non intende investirli per le preoccupazioni legate alle incertezze economiche post pandemiche. Ecco che ai danni di natura economica si aggiungono quelli di natura psicologica che incidono pesantemente sulla ripresa economica. L’unica via per sbloccare questo pericoloso impasse è quella della sburocratizzazione e della semplificazione. Le banche si devono mostrare più disponibili alleggerendo alcune rigidità che limitano fortemente l’accesso al credito”.
Secondo il commercialista Roberto Ronzoni Marescalchi “nonostante la crisi economica, aggravata dall’emergenza pandemica, la tassazione sulle famiglie continua a essere molto alta. L’Istat ha evidenziato che il gettito dello Stato è composto per il 28% dalla tassazione delle persone individuali e solo il 5% dalle aziende. Una disparità che deve essere rivista al più presto. Serve una riforma fiscale che alleggerisca il peso delle tasse e la soffocante burocrazia. Senza dimenticare la necessità di procedere nella lotta all’evasione fiscale con efficacia ed efficienza”.


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