NEWS:

Maxxi e Triennale Milano premiano Francesca Torzo e Lucy Styles

Vincono il Premio italiano di architettura 2020. Melandri: "Donne brillanti e visionarie"

Pubblicato:30-06-2020 12:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:34

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp





Previous
Next

ROMA – Francesca Torzo e Lucy Syles sono le giovani architette vincitrici della prima edizione del Premio italiano di architettura 2020, indetto dal Maxxi e da Triennale Milano, con il patrocinio del Mibact. A consegnare loro il riconoscimento questa mattina, a Roma, è stata la presidente della Fondazione Maxxi, Giovanna Melandri, alla presenza della direttrice della Direzione generale per la creatività contemporanea del Mibact, Margherita Guccione e, in collegamento, del presidente della Triennale, Stefano Boeri.

Francesca Torzo ha vinto il Premio al miglior edificio con il progetto ‘Z33 House for Contemporary Art, Design and Architecture‘, uno spazio espositivo da poco aperto al pubblico nel centro storico di Hasselt, in Belgio, integrato nel contesto del giardino dell’antico beghinaggio. Lucy Styles ha vinto il premio al miglior progettista under 40 con ‘Home Sweet Home‘, la casa a cielo aperto nella piazza del Maxxi, vincitrice dell’edizione 2020 di Yap Rome at Maxxi. Dal 2 luglio farà da sfondo agli appuntamenti Estate al Maxxi, il palinsesto estivo del museo con libri, musica, teatro, cinema.


“Sono felice che le vincitrici di questa prima edizione del Premio siano due architette brillanti e visionarie, premiate nel museo della grande Zaha Hadid”, ha detto Melandri. “I progetti sono meravigliosi e l’ambizione del premio è di crescere nei prossimi anni” ha aggiunto Boeri. Menzione d’onore a Cino Zucchi per Lavazza Headquarters, a Torino, che si sviluppa intorno a una piazza alberata. A Renzo Piano, infine, il Premio alla Carriera. I vincitori e i finalisti del Premio saranno protagonisti di una mostra al Maxxi a ottobre.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it