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Prodi: “Legge elettorale che accorpa o niente da fare. Avete visto la Francia?”

Stamattina Prodi ha parlato a margine del convegno "Acer, costruiamo valori" a Bologna

Pubblicato:30-06-2017 11:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:28

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BOLOGNA – “O noi abbiamo una legge elettorale che ti obbliga all’accorpamento e quindi che dia cinque anni di governo sicuro, oppure non c’è mica niente da fare…”. Parola di Romano Prodi, che oggi ne parla a Bologna all’incontro “Acer, costruiamo valori”, nelle aule universitarie di via Azzo Gardino. “La democrazia- contestualizza l’ex premier in sala- è costruita in modo ragionevolissimo: la legislatura dura quattro-cinque anni, nei primi anni si fanno le cose scomode e poi si aggiustano le cose. Invece, noi abbiamo questa instabilità per cui mai si riesce a porre mano alle riforme“, quasi sbotta Prodi. Che continua: “Ci possono essere le liti, i problemi, i personalismi… ma nel lungo periodo il problema italiano è solo un problema di stabilità dell’autorità. In un Paese frammentato la legge elettorale è fatta per dare al Paese un governo stabile. Sei mesi fa- è l’esempio citato da Prodi- la Francia era frammentata identicamente all’Italia, adesso viene mostrata come il simbolo della nuova Europa… perché ha avuto una legge elettorale che ha obbligato all’accorpamento”.

PRODI: MAGGIORITARIO? L’HO DETTO 6.000 VOLTE…

Un nuovo appello pro maggioritario dall’ex premier Romano Prodi? “L’ho detto 6.000 volte, se volete scriverlo un’altra volta ancora… va bene, 6.001. Il Paese si salva solo con un governo stabile nel lungo periodo”. Così Prodi, oggi a margine di un incontro Acer nelle aule universitarie di Bologna, rimarca, interpellato dai giornalisti, sulla necessità di una legge elettorale che dia stabilità di governo. A proposito poi di alleanze possibili nell’ambito del centrosinistra, di fronte a chi gli chiede se avesse mandato un messaggio a Giuliano Pisapia, l’ex premier si ferma a sentire la domanda ma poi se ne va. (GUARDA IL VIDEO)


“I PRODIANI NON CI SONO PIÙ”. E TORNA LA GAG DELLA ‘TENDA’

“Ma non ci sono più i prodiani. Non c’è più Prodi, come fanno ad esserci i prodiani?“. Così Romano Prodi osserva e sorride arrivando oggi all’incontro “Acer, costruiamo valori”a Bologna, di fronte ai cronisti che gli chiedono dell’appello al Pd lanciato da alcune personalità locali considerate vicine al prof. Poco prima dell’inizio del convegno, al fianco del presidente di Acer Bologna Alessandro Alberani, già numero uno locale della Cisl, ha disteso ancora Prodi: “Non ho proprio niente da dire…. lui parla di case, io di tende quindi non possiamo intenderci…“. Il siparietto è proseguito anche in sala, quando Alberani ha detto scherzando a Prodi che, se sua moglie dovesse lasciarlo, una casa Acer “te la troviamo”. È stato al gioco Prodi: “Io ho già la mia tenda…“.


Sul merito del convegno, invece, Prodi ha ragionato a margine: “Sono tre i problemi del welfare vero, la scuola, la salute e la casa. La casa pensavamo che col tempo diventasse meno importante, invece lo è sempre di più proprio per i rincari degli affitti, per le immigrazioni portano problemi aggiuntivi… quindi credo che siano problemi più importanti, bisogna cercare misure che rendano più lieve questo peso”.

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