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Sicilia roccaforte del centrodestra, traversata nel deserto per il campo progressista

Trantino vola a Catania e Cassì bissa a Ragusa, Siracusa al ballottaggio mentre Tranchida vince ancora a Trapani

Pubblicato:30-05-2023 20:31
Ultimo aggiornamento:30-05-2023 20:39

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PALERMO – Centrodestra in ottima salute, fronte progressista in piena traversata del deserto, Movimento cinque stelle ridotto ai minimi termini e Forza Italia che regge bene alla prima prova elettorale post-Miccichè. Sono le indicazioni del voto per le Comunali in Sicilia. Catania diventa roccaforte del centrodestra (o del destra-centro): la città che venerdì ha assistito al comizio della premier Giorgia Meloni e dei due vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani, incorona Enrico Trantino sindaco al primo turno con il 66,1%.

CATANIA, LA CAVALCATA VINCENTE DI TRANTINO

Centrosinistra mai in partita a Catania, né con gli exit poll né con i dati reali: Maurizio Caserta, nome attorno al quale si erano stretti il Pd e il Movimento cinque stelle, con l’aggiunta del mondo della sinistra e della lista ispirata dall’ex sindaco Enzo Bianco, si è fermato al 24,7%: tra Trantino e Caserta una forbice di oltre 53mila voti. All’ombra dell’Etna sorridono Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega: i meloniani sono il primo partito con il 15,1%, seguito dagli azzurri (12,4%) e dagli uomini di Salvini (11%). Il buon risultato dei forzisti sul versante orientale rinsalda le scelte del governatore Renato Schifani e del commissario regionale del partito Marcello Caruso, il tandem che ha preso in mano le redini degli azzurri di Sicilia dopo l’addio di Gianfranco Miccichè.

BENE LA DC DI CUFFARO, DE LUCA SINDACO A TAORMINA

In casa centrodestra sorride anche l’ex governatore Totò Cuffaro: la sua Democrazia cristiana è riuscita a far eleggere sindaci in molti Comuni siciliani, come Maria Monisteri a Modica (con la Dc primo partito al 23%) e Luciano Marino a Lercara Friddi. Percentuali ridotte per Cateno De Luca e il suo Sud chiama nord, anche se lo ‘scateno’ della politica siciliana può sorridere per il suo personale primato: vittoria a Taormina e quarta fascia tricolore della sua carriera politica dopo Fiumedinisi, Santa Teresa di Riva e Messina.


DELUSIONE M5S, IL PD SI SALVA

Sul fronte progressista si salva il Pd, che a Catania chiude con l’8,5%, mentre il M5s annaspa con un 5,7%. Il partito di Giuseppe Conte, che comunque ha sempre sofferto alle Amministrative, sembra avere perso lo smalto dei tempi migliori nell’Isola. A Trapani il 4,12% raccolto nella coalizione a sostegno di Francesco Brillante non consente ai pentastellati di entrare in consiglio comunale. Le cose non sono andate meglio a Siracusa, dove i grillini hanno racimolato un misero 3,99%. Bene il risultato di Licata, grosso centro dell’Agrigentino, con l’11,7%, ma a Ragusa, prima città siciliana che nel 2013 vide il successo dei Grillo-boys con Federico Piccitto, i Cinquestelle entrano a fatica in consiglio comunale: appena il 5,19% per loro dalle urne.

A RAGUSA L’EX CESTISTA CASSÌ FA 1+1, SIRACUSA AL BALLOTTAGGIO

Il capoluogo ibleo premia Peppe Cassì, ex cestista prestato alla politica che con una coalizione civica di area centrodestra incassa il secondo mandato con l’elezione diretta al primo turno: per lui un 62,9% che scava un solco abissale con gli altri competitor: Riccardo Schininà (centrosinistra), che si ferma al 19,4%, e Sergio Firrincieli (M5s), inchiodato al 7,9%. Partita aperta, invece, a Siracusa, dove servirà il ballottaggio per decidere chi sarà il sindaco tra l’uscente Francesco Italia (Azione) e Ferdinando Messina, l’uomo scelto dal centrodestra con la regia del nuovo corso di Forza Italia targato Renato Schifani. Messina ha chiuso il primo turno con il 32,2%, Italia con il 23,8%. In questo caso hanno pesato le divisioni del centrodestra, con l’ex assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera che ha rosicchiato il 9%. Nulla da fare, anche qui, per il campo progressista: Renata Giunta chiude terza con il 19,4%.

TRAPANI CONFERMA TRANCHIDA, CASO TURANO NEL CENTRODESTRA

La pillola per il centrosinistra a queste Comunali in Sicilia diventa meno amara grazie al successo di Giacomo Tranchida a Trapani, anche se il sindaco uscente ha imposto al suo stesso partito, il Pd, una coalizione senza simboli classici e con dieci liste civiche. Tranchida viene riconfermato a Palazzo D’Alì con il 42,4%, mentre in casa centrodestra si guarda sempre più con sospetto al ruolo dell’assessore regionale all’Istruzione, il leghista Mimmo Turano, che nulla ha potuto per convincere alcuni dei suoi ad abbandonare lo schieramento di Tranchida. A farne le spese è stato il giovane candidato di FdI Maurizio Miceli, che si ferma al 37,2%: i meloniani ora chiedono una verifica interna alla coalizione: il boccino ora passerà nelle mani del governatore Renato Schifani, che già prima del voto aveva annunciato una rimodulazione della Giunta.

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