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Kosovo, Vucic: “Pristina vuole uno scontro tra i Serbi e la Nato”

Il presidente serbo vede gli ambasciatori di Ue, Russia e Usa dopo i disordini

Pubblicato:30-05-2023 11:49
Ultimo aggiornamento:30-05-2023 11:59

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Foto: Twitter @sns_srbija

ROMA – Incontri con gli ambasciatori di Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Italia e Unione Europea questa mattina per il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic. Gli appuntamenti, stando a una nota dell’ufficio del capo di Stato, dovrebbero essere cominciati attorno alle otto. Al centro dei colloqui le tensioni e le violenze nel nord del Kosovo seguite al tentativo di insediare nuovi sindaci in quattro località nonostante un voto amministrativo boicottato dalla maggior parte delle comunità locali di origine serba. Previsto un confronto di Vucic con tutti gli ambasciatori del Quintetto, gruppo costituito da Stati Uniti, Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna, oltre che con il capo dell’ufficio dell’Ue a Pristina. Incontri separati si terranno con i rappresentanti di Finlandia, Russia e Cina. Il capo di Stato ha ordinato la messa in stato di allerta dell’esercito dopo disordini e scontri nei quali sarebbero rimasti feriti una cinquantina di manifestanti e circa 25 militari di Kfor, la missione di peacekeeping della Nato in Kosovo.

A prendere le distanze dalle scelte di Pristina, pur rivolgendo un appello al dialogo anche a Belgrado, è stato l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell. Il diplomatico ha condannato le violenze, definendole “del tutto inaccettabili” e ha sottolineato che l’Unione Europea chiede alle autorità del Kosovo e ai manifestanti di permettere “una de-escalation immediata e senza condizioni”. Secondo Vucic, i disordini sono stati istigati dal primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, “con il desiderio di un conflitto tra i serbi e la Nato”. Il presidente ha aggiunto: “I cittadini di tutta la Serbia devono sapere che hanno una leadership responsabile e che non permetteremo pogrom e uccisioni della nostra gente”. Il Kosovo ha proclamato la propria indipendenza da Belgrado nel 2008, dividendo però la comunità internazionale. A oggi riconoscono Pristina circa cento Paesi membri su 193 delle Nazioni Unite. Il tasso è più alto tra i Paesi dell’Ue (22 su 27) e della Nato (27 su 31) che in altre regioni del mondo.


Gli scontri di ieri sono stati intensi nelle località di Zvecan e di Leposavic, dove militari hanno cercato di proteggere le sedi del Comune dalla protesta dei dimostranti. Testimonianze rilanciate da fonti di stampa internazionale hanno indicato che agenti della polizia kosovara hanno usato gas al peperoncino per respingere dimostranti che cercavano di fare irruzione in sedi istituzionali. Alcuni manifestanti avrebbero dipinto nei luoghi dei disordini lettere “Z”, un riferimento all’offensiva militare in Ucraina condotta dalla Russia, storica alleata di Belgrado.

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