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La protesta dei Movimenti per la casa agli Stati generali del Patrimonio: “Emergenza sono gli sfrattati”

"Cacciati da casa, bocciati da piani di zona, sgomberati da case popolari: sono loro i soggetti da aiutare. Il patrimonio va curato, ma dentro ci vive la gente"

Pubblicato:30-05-2022 11:39
Ultimo aggiornamento:30-05-2022 12:39

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ROMA – Blitz dei movimenti per la casa alla Centrale Montemartini, dove sono in corso gli Stati generali del Patrimonio di Roma. Una decina di cittadini, tra i quali residenti dei piani di zona, persone sfrattate e sotto sgombero, hanno interrotto il convegno per alcuni minuti con una rumorosa protesta: “Avete qui i cittadini che hanno bisogno, gli sfrattati senza casa di questa città. Dovete dare risposte”, hanno gridato.

Cacciati da casa, bocciati da piani di zona, sgomberati da case popolari: sono loro i soggetti da aiutare. Il patrimonio va curato, ma dentro ci vive la gente“.

A riportare la calma è stato l’assessore capitolino al Patrimonio, Tobia Zevi: “Siamo d’accordo, fate proseguire il convegno e al termine ci incontriamo e parliamo”. Alla promessa di confronto i manifestanti, tra i quali Fabrizio Cerro, si sono quindi tranquillizzati e gli organizzatori hanno potuto far riprendere il convegno.


ZEVI: “PROTESTA COMPRENSIBILE, EMERGENZA DURA DA DECENNI”

“La giornata di oggi è stata un appuntamento importante per tutta la città e quindi è anche normale che ci siano stati manifestanti che volevano far presente il loro punto di vista sull’emergenza abitativa. Un’emergenza che noi conosciamo perfettamente, sono tutte persone con cui ci confrontiamo nei tavoli ogni settimana e stiamo provando a risolvere i vari problemi“. Lo ha detto l’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale, Tobia Zevi, commentando a margine degli Stati generali del Patrimonio la protesta dei movimenti per il diritto all’abitare.

“Sono problemi che derivano da decenni in cui la questione abitativa non è stata messa al centro delle politiche non solo di questa città, ma di questo Paese- ha sottolineato Zevi- Io sono pronto sempre al confronto, li incontreremo nelle prossime ore e cercheremo di risolvere problema per problema senza agitazione per il bene della città che dobbiamo ricostruire”.

SIT-IN DI PROTESTA DEI MOVIMENTI ANCHE FUORI DAGLI STATI GENERALI DEL PATRIMONIO

‘Stop sfratti, sgomberi e pignoramenti’. Sono le bandiere rosse dei movimenti per il diritto all’abitare, che hanno dato vita a un sit-in di protesta all’esterno della Centrale Montemartini, su via Ostiense. In strada diverse decine di persone, controllate dalla Polizia in tenuta antisommossa.

ZEVI APRE STATI GENERALI PATRIMONIO: “IMMAGINIAMO INSIEME CITTÀ PUBBLICA”

Un momento di confronto con le realtà sociali, accademiche e imprenditoriali della Capitale su quattro temi fondamentali: vivere, abitare, valorizzare, curare. Hanno preso il via stamattina nella Centrale Montemartini di Ostiense gli Stati generali del Patrimonio di Roma, in un incontro ribattezzato ‘PubbliCittà’ a cui partecipano tra gli altri Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale, Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma, Guendalina Salimei, architetto e fondatrice T-Studio, Giancarlo De Cataldo, scrittore e Magistrato, Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Terna e Yuri Trombetti, presidente della commissione Patrimonio e Politiche abitative di Roma Capitale. Presenti anche Pierciro Galeone e Simona Elmo, della Fondazione Ifel-Anci, Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea capitolina e Amedeo Ciaccheri, presidente dell’VIII Municipio di Roma.

“Oggi vogliamo aprire un confronto, un confronto su cosa significa città pubblica, appunto PubbliCittà, su come il patrimonio possa essere uno strumento e un acceleratore di processi virtuosi”, ha detto Zevi aprendo gli Stati generali. Un confronto, ha spiegato, “che vogliamo articolare con tante realtà. Abbiamo qui istituzioni, associazioni, ordini, imprenditori, manager, università, istituti di ricerca ma anche giornalisti, scrittori, perché la capacità di immaginare la città deve essere un processo collettivo. Dobbiamo lavorare affinché il pubblico non rappresenti più l’incompiuto. La pandemia ci ha spinto a rivedere questo paradigma e ci siamo accorti che in tempo di crisi è l’unico che ha la forza di farsi carico dei bisogni dei cittadini, di sostenere le aziende e investire nel cambiamento”. Un cambiamento, ha sottolineato l’assessore, “che ci riguarda come cittadini, perché ci ricorda che pubblico significa nostro e che in quanto tale va non solo salvaguardato ma anche partecipato. E ci riguarda come istituzioni, che devono sapere guidare il rinnovamento. E il patrimonio è un potentissimo strumento di rinnovamento”.

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