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Cassazione: “E’ reato vendere i prodotti di Cannabis light”

Salvini esulta, i Radicali attaccano: "Sentenza politica"

Pubblicato:30-05-2019 17:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:20
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ROMA – Stop alla vendita della ‘Cannabis Light’: a deciderlo la sentenza delle sezioni unite penali della Corte di Cassazione, questo pomeriggio.

Secondo la Cassazione è vietata la commercializzazione al pubblico dei prodotti “derivati dalla coltivazione della cannabis sativa L” come “foglie, inflorescenze, olio, resina ottenuti dalla coltivazione” della canapa.

A sollevare il caso davanti alla Suprema Corte è stata la quarta sezione penale, nell’ambito di un procedimento riguardante il sequestro effettuato nei confronti di un commerciante: il Riesame di Ancona aveva annullato il sequestro e il procuratore capo del capoluogo marchigiano si era quindi rivolto alla massima corte.


SALVINI: SENTENZA CASSAZIONE? SIAMO PER IL DIVERTIMENTO SANO

“Siamo contro qualsiasi tipo di droga, senza se e senza ma, e a favore del divertimento sano”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini commentando la sentenza della Cassazione sulla vendita o la cessione di alcuni prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis.

RADICALI ITALIANI:PREGIUDIZIO COLPISCE IMPRENDITORI

“Attendiamo le motivazioni della sentenza della Cassazione per valutare quella che speriamo non si configuri come una sentenza ‘politica’: ovvero in linea con il volere di un ministro che ha annunciato un’offensiva nei confronti della cannabis light. Intanto due osservazioni: la legge che consente la coltivazione di canapa industriale (con il limite di thc allo 0,2%), la legge 242/2016, non vieta espressamente la vendita di infiorescenze. In uno Stato di Diritto, ciò che non è espressamente vietato dalla legge è lecito. E ancora: parliamo di uno dei più promettenti settori dell’agricoltura italiana. Che in questi anni ha fatto registrare un’impennata: come è possibile che in un Paese a crescita zero, dove ci si arrovella da decenni su come rilanciare il settore agricolo, ci si accanisca per mero pregiudizio su uno dei più floridi settori industriali?”.
Lo dichiarano in una nota la tesoriera di Radicali Italiani Antonella Soldo e la presidente Barbara Bonvicini, portavoci della campagna WeeDo.

“L’incertezza del diritto genera mostri. Attraverso Weedo, la campagna antiproibizionista di Radicali Italiani, stiamo tenendo i contatti con decine di imprenditori che nell’ultimo anno hanno subito sequestri, arresti e segnalazioni che si sono risolti nel nulla e che hanno avuto come unica conseguenza i danni economici alle imprese. Una guerra alla ‘droga’ così al ribasso, non intacca minimamente il mercato illegale che continua i suoi traffici indisturbato, ma si abbatte solo su migliaia di imprenditori che hanno investito nella filiera e che pagano le tasse. È un paradosso vero e proprio”, concludono.

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