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ROMA – Pelle chiara, capelli scuri, lunghi e morbidi, e tratti del viso analoghi: le 30 sfidanti al concorso di Miss India 2019 sono state giudicate troppo simili da una larga parte dell’opinione pubblica, generando un’ondata di polemiche. A scatenare il putiferio sui social, il tweet di un giovane che ha rilanciato un’immagine del ‘Times of India’ che raggruppa gli scatti delle aspiranti reginette, accompagnata dal messaggio: “Cosa c’è che non va in questa foto?”.
Oltre 200 i commenti e 500 le condivisioni, con citazioni riprese dalla stampa internazionale. I contestatori puntano il dito contro una certa omologazione del canone di bellezza, in un Paese che accoglie uno dei mosaici etnici tra i più variegati del mondo. “Assomigliano tutte a Manushi Chillar” ha commentato Vidhi Narang, riferendosi alla star di Bollywood entrata nell’Olimpo delle celebrità proprio dopo aver vinto Miss India nel 2017.
“Ma sono tutte persone diverse?” chiede invece Dhanya Rajendran, mentre Mike Conway preferisce scherzare: “Non c’è niente di sbagliato in questa immagine. La vincitrice sarà ovviamente la seconda della terza fila, ma forse anche quella in alto a destra… no, aspetta, intendevo in alto a sinistra. No, neanche, è quella in basso, anche se… Ok sì, ho capito cosa intendi”. “Quelle con i capelli corti non possono gareggiare” osserva invece Simrin. Khemta Jose denuncia “assurdità”, in “uno dei Paesi geneticamente più compositi del mondo”.
In India gli stereotipi sulla bellezza femminile sono molto radicati, e il settore dei cosmetici e dello spettacolo giocano un ruolo importante nel rafforzarli. A partire dagli anni Settanta il mercato è stato invaso da una crema, la Fair and lovely, che serve a schiarire la pelle, un prodotto che ha avuto un tale successo che da qualche anno è stato adattato anche per gli uomini. In generale, le pelli dai toni ambrati e scuri sono meno apprezzate, e infatti anche i manager dello spettacolo subiscono critiche: a fare carriera sarebbero solo le donne che rispettano certi canoni estetici. Per questo negli ultimi anni hanno preso piede varie campagne, anche social, volte a valorizzare le bellezze “altre”: ad esempio nel 2017 una studentessa del Texas, Pax Jones, ha lanciato un progetto fotografico per rivalutare le donne indiane, che ha dato vita all’hashtag #unfairandlovely, sulla falsa riga della nota crema schiarente.
Sul profilo Instagram della campagna, i follower sono più di 10mila. I selfie condivisi dalle utenti mostrano donne di tutte le età, gli stili e le etnie, proprio per ribadire che anche la pelle scura può voler dire bellezza. Gli attivisti sostengono che non è solo questione di gusti: nella società indiana la tonalità della pelle può fare la differenza nella vita di una ragazza, ma anche dei ragazzi. Chi ha la pelle chiara sarebbe avvantaggiato, mentre chi non ce l’ha può sviluppare complessi e scarsa fiducia in se stesso. Secondo i difensori dei diritti delle donne, le discriminazioni potrebbero avvelenare vari ambiti della vita sociale e pesare anche a scuola o nel mondo del lavoro.
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