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Amici e nemici di Pisapia, il federatore in pectore

di Aldo Garzia per www.ytali.com Giuliano Pisapia ha tutti i quarti di nobiltà politica per essere un leader

Pubblicato:30-05-2017 09:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:17

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di Aldo Garzia per www.ytali.com

Giuliano Pisapia ha tutti i quarti di nobiltà politica per essere un leader del centrosinistra, anzi per tentare l’epica operazione di federare tra loro soggetti diversi e assai litigiosi.

Ha un curriculum specchiato e coerente: brillante avvocato che ha dato ulteriore lustro allo studio di famiglia, militante di Democrazia proletaria nei primi anni Settanta, da sempre garantista convinto e attento ai diritti civili, deputato eletto con Rifondazione comunista per due legislature dal 1996 in poi, ex stimato presidente della Commissione giustizia di Montecitorio, colui che ha riportato il centrosinistra al governo di Milano nel 2011 dopo lunghi anni di predominio berlusconiano e leghista, fondatore di Campo progressista (con lui Boldrini, Grasso, Lerner, Tabacci tra gli altri) come soggetto politico dopo aver svolto bene il ruolo di sindaco. Nonostante questo invidiabile pedigree, il suo tentativo di federatore in pectore langue e ha più antipatizzanti che reali simpatizzanti.


 

Si fa politica per cambiare il mondo. Felice di farlo con persone speciali. Grazie @giulianopisapia @iacopo_melio @diego_blasi @Francolegni”

Il primo a snobbarlo è Renzi. Qualche episodico contatto, qualche telefonata di cortesia, qualche sporadico incontro però niente di formale. Pisapia ha detto in tutte le salse di volere un centrosinistra con un “centro” e senza steccati a sinistra, di voler spostare tuttavia a sinistra il baricentro di possibili alleanze per non ripetere antichi errori. Renzi, finora, non lo ha degnato di una risposta, di una interlocuzione, di un cenno. Più possibilista il vicesegretario piddino Martina. Di conseguenza, il centrosinistra alla Pisapia resta una chimera.

Pisapia è invece apprezzato da Prodi, D’Alema, Bersani (quest’ultimo vorrebbe bizzarramente un centrosinistra col Pd ma senza Renzi) e dalla sinistra dem di Orlando e Cuperlo. Lo individuano come l’identikit del federatore possibile, il nome che può ridare sangue e motivazioni a un potenziale centrosinistra con aspirazioni di governo. I più ottimisti già vagheggiano di primarie con sale e pepe in cui potrebbero scontrarsi fino all’ultimo voto Renzi e Pisapia per la candidatura a premier del centrosinistra. Orlando intanto, ripetendo quanto fece il Correntone Ds dando vita all’Associazione e alla rivista Aprile, vuole trasformare la sua corrente in un movimento interno/esterno al Pd per avere le mani più libere nonostante il ruolo di ministro della Giustizia.

Chi detesta politicamente Pisapia è la sinistra più radicale. L’ex sindaco di Milano è messo all’indice per aver votato “sì” al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, per lavorare alla rinascita di un centrosinistra che invece andrebbe buttato definitivamente nel cestino, per non vedere nel renzismo il nemico principale. Lo ha scritto papale papale Fratoianni, neo segretario di Sinistra italiana, sul sito di Huffington Post: l’offerta ad Articolo Uno, Lista Tsipras, a movimenti, collettivi e a Rifondazione comunista è di fare fronte comune e dimenticare l’ipotesi di un centrosinistra di governo.

A proposito di Rifondazione, c’è anche chi ricorda come un peccato il non voto di Pisapia nel 1998 contro il governo Prodi: non obbedì a Bertinotti, non seguì gli scissionisti di Cossutta, scelse di restare indipendente nel Gruppo misto. Più che un peccato, fu una scelta coraggiosa e limpida.

Come finirà? A oggi, la previsione più accreditata è che non ci sarà alcuna coalizione di centrosinistra. D’Alema e Bersani potrebbero fare una lista comune con Pisapia. Sinistra italiana potrebbe invece promuoverne un’altra con pezzi e pezzetti della sinistra più radicale. La politica resta tuttavia affascinante proprio perché smentisce le previsioni più facili. E poi potrebbe esserci una nuova legge elettorale con sbarramento/tagliola al cinque per cento da superare per accedere in Parlamento a rendere meno ostili le reciproche posizioni. Primum vivere deinde philosophari. Vedremo.

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