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Nardella: “Il green pass sia unico, non mettiamolo in mano alle Regioni”

Il sindaco di Firenze approva il piano riaperture del governo, ed invita a trovare un equilibrio evitando "le liti della politica nazionale per cercare un po' di voti"

Pubblicato:30-04-2021 11:53
Ultimo aggiornamento:30-04-2021 11:53
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Dario Nardella sindaco Firenze
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FIRENZE – “Se mettiamo in mano alle Regioni pure le regole sul green pass siamo finiti“. Lo sottolinea il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a Radio 24, guardando la ripartenza del turismo internazionale, linfa vitale per le città d’arte. “Evitiamo di farne venti diversi, regionali”. Meglio ancora, suggerisce, sarebbe arrivare ad un green pass unico valido non solo in Europa ma in tutto il mondo “perché non possiamo trovarci, ad esempio, un green pass europeo, uno cinese o americano”.

“IL GOVERNO APPROVI UNA LEGGE SUL TAGLIO DEGLI AFFITTI”

“A Firenze solo il 35% dei proprietari hanno abbassato i canoni dei fondi commerciali a ristoranti e negozi. È troppo poco“, ma “senza una norma purtroppo non si può trovare un meccanismo” buono per far venire incontro le parti. Lo sottolinea il sindaco Dario Nardella, che, a Radio 24, chiede a Parlamento e governo di approvare una legge “che consenta di diminuire gli affitti sulla base di oggettivi dati legati al Covid, dando ai proprietari in cambio una riduzione fiscale“. Perché “questo è un problema concreto che riguarda migliaia di aziende in tutto il Paese”, conclude.

“L’OBIETTIVO È RESTARE APERTI, BENE LA GRADUALITÀ MISURE”

Il punto non è aprire, ma riuscire a rimanere aperti. Sono due concetti molto diversi”, perché “finora ogni volta che abbiamo aperto poi abbiamo dovuto richiudere. E io vorrei davvero che questa fosse un’apertura definitiva”. L’obiettivo, quindi, “è quello di togliere il coprifuoco, ma alla fine di un percorso“. Lo spiega il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a Radio 24. Per questo “trovo ragionevole che si faccia una verifica in queste settimane, come ha detto Draghi”. Così “se a fine maggio le cose vanno bene e i contagi diminuiscono, allora si può allentare il coprifuoco. Bisogna trovare un punto di equilibrio e andare avanti con chiarezza e gradualità”. Il punto vero è questo, osserva, non le liti politiche che si stanno consumando sulle riaperture. E aggiunge, critico: “Mettere poliziotti contro manifestanti, medici contro ristoratori, aizzare pezzi di Paese contro tra loro lo trovo irresponsabile”. E per un sindaco “che ogni giorno ha a che fare con i nodi del trasporto pubblico, i problemi di medici, ristoratori disperati, famiglie che vogliono riportare i bambini a scuola, sentire le liti della politica nazionale sugli orari, sul coprifuoco, per cercare un po’ di voti invece di trovare una sintesi, è davvero frustrante, per non dire sconfortante”.


Sulle riaperture, conclude, “il governo ha indicato un piano molto chiaro, che secondo me si può anche migliorare: penso all’incongruenza tra il servizio al banco e ciò che si può fare all’aperto, oppure ai ristoranti che possono aprire solo se hanno i tavolini fuori. Tuttavia sono punti risolvibili in un piano che può funzionare”.

“PER FIRENZE IL WEEKEND DEL PRIMO MAGGIO È IL TEST DECISIVO”

Firenze pian piano si sta rialzando, questo fine settimana sarà un test decisivo” sottolinea Nardella a proposito del weekend del primo maggio caratterizzato dal piano per le riaperture. Il sindaco punta molto su Pitti Uomo, la prima grande fiera internazionale che inaugurerà il calendario italiano. Ma intanto, aggiunge, “cominciano a riaprire i primi alberghi, anche se” l’andamento di “questa primavera e dell’estate dipenderanno dall’andamento dei vaccini, perché la riapertura delle frontiere è direttamente proporzionata all’andamento della vaccinazione”.

Soffermandosi anche sulle criticità del momento, uno dei fenomeni più attenzionati restano gli assembramenti della movida che ora “ritorna”, sottolinea. Per questo “ho dovuto firmare un’ordinanza” che nelle tre aree più ‘calde’ del centro vieta lo stazionamento e il consumo di alcolici se non seduti nei tavolini dei locali. “Una cosa- spiega- è uscire di casa, fare una passeggiata, andare in un negozio, al ristorante o al bar, altro è ammassarsi dalle 19 fino alle 22 nelle piazze mettendo a rischio la salute propria e degli altri”.

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