“Oggi due bambini su dieci nascono con Procreazione medicalmente assistita (Pma). Ogni anno, nel nostro Paese, si fanno 75.000 Pma, di queste 35.000 sono eterologhe (con ovulo e sperma di donatori esterni alla coppia)”. A fotografare il fenomeno delle nascite da Pma in Italia è Teresa Mazzone, pediatra e presidente del Sispe.
Il lockdown e le restrizioni dettate dalla pandemia sono “un’esperienza che c’è e che non si può negare”. Se riuscissimo a utilizzarli in questo senso, allora potremmo trarne qualcosa “in termini di riflessione, anche riguardo all’esperienza traumatica di cui questo evento e’ un esempio”. Lo pensa Roberto Boccalon, psichiatra e presidente dello Iaaps.
“Indipendentemente dal pressing sociale, dobbiamo avere il consueto atteggiamento prudenziale, perché la situazione è ancora complessa e presuppone che tutte le misure siano mantenute ancora”. Claudio Mencacci, psichiatra e presidente Sinpf, condivide pienamente le misure varate dal governo per il riavvio graduale di tutte le attività del Paese. “Dall’esperienza dello scorso anno abbiamo constatato che siamo una nazione la cui memoria somiglia a quella dei pesci rossi, cioè una memoria di quello che è accaduto veramente inesistente”. Dunque, “aperture sì, ma con un senso di rispetto per il terremoto che ogni giorno sviluppiamo, perché ricordiamoci- avverte- che 300 morti al giorno sono molti e non possiamo assuefarci a questo”.
“Gli adolescenti di oggi sono tranquilli, molto adattivi e, se riescono a coltivare i loro interessi, non si ribellano a nulla, stanno nel loro mondo. Credo, però, che i nostri ragazzi abbiano anche una certa rabbia dentro e sono curioso di vedere quando e in che forma questa rabbia esploderà. Non credo che questa adattabilità possa andare avanti all’infinito”. Lo pensa Michele Oldani, psicanalista junghiano e sociologo.
“L’ansia e l’angoscia determinati dalla paura del contagio hanno generato una disregolazione emotiva in tutta la popolazione infantile, e quindi anche nei bambini con disturbi dello spettro autistico, così come negli adulti”. A sottolinearlo è Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’IdO. “Si sono strutturati in senso difensivo alcuni comportamenti di tipo ossessivo, ovvero dei rituali che- rassicura in conclusione la psicoterapeuta- non devono essere letti come inizio di una strutturazione patologica”.
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