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Governo, Renzi: “Conte a un bivio, basta dirette Facebook e populismo o non ci stiamo”

Il leader di Italia vivi minaccia di abbandonare la maggioranza, se il premier non si mette a lavorare per far ripartire il paese: "Se lei siede sulla quella sedia è la Costituzione che glielo permette"

Pubblicato:30-04-2020 14:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:14

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ROMA – “La politica ha il compito di dire parole di chiarezza”, premette Matteo Renzi, prendendo la parola al Senato dopo l’informativa del presidente del consiglio Giuseppe Conte. Dal leader di Italia viva arriva un vero e proprio aut aut: O il governo sceglie di abbandonare l’approccio populista dei dpcm e delle dirette facebook e pensa a provvedimenti per il Paese, o Italia viva lascerà la maggioranza. “Noi non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini per darli ad altri“, dice Renzi a Palazzo Madama.

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Rivolto al premier il fondatore di Italia Viva spiega che dell’intervento di Conte prende tre punti. “Primo: l’analisi economica, secondo: il riferimento alla costituzione e in ultimo un appello da parte della mia forza politica”.


Sul piano economico Renzi confessa di non aver “trovato parole in ciò che Conte ha detto che non si debbano sottoscrivere. Ma il punto di partenza per noi è che nessuno ha chiesto di riaprire tutto. Qualcuno che dicesse oggi di riaprire tutto andrebbe ricoverato lui per primo. Noi diciamo: perchè non ci facciamo carico di una riapertura graduale, in sicurezza, senza sottovalutare il virus?”. Perchè il pericolo, dice Renzi, è venuto dagli errori fatti nella gestione dell’emergenza, “non da un runner che corre inseguito dagli elicotteri della guardia di finanza”.  Renzi cita la “nuova divisione” tra chi ha uno stipendio e chi “ha il negozio o l’attività chiusi. Noi voteremo il decreto predisposto da Gualtieri ma attenzione: c’è un mondo fuori che cambia”.

“GIUSTO IL RICHIAMO AL RISPETTO DELLA COSTITUZIONE, MAI COSI’ TANTE DEROGHE”

Quanto alla Costituzione, Renzi spiega: “il punto è che in momenti di emergenza come questi come ha detto la presidente della Consulta, la Costituzione è la bussola. Non abbiamo mai avuto un quadro derogatorio così ampio come in questo periodo. Richiamarla a un utilizzo dioverso del dpcm è un atto di responsabilità. Non può essere un dpcm a dire se l’amicizia è vera o no, se il rapporto di fidanziamento è saltuario o stabile. Perchè se noi facciamo così ci avviciniamo a una concezione dello stato etico. Non di quello costituzionale. Nel suo discorso lei ha detto 11 volte ‘noi consentiamo’. Ma questa è la visione della Costituzione octrayée tipica dell’800, mentre se lei è seduto lì- signor presidente – è perchè c’è una costituzione che lo consente. Noi non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini per darli ad altri”.

Matteo Renzi è ancora più chiaro nel chiudere il suo intervento: “Noi glielo diciamo in faccia: lei è stato bravo a rassicurare gli italiani, ma nella fase due della politica non basta giocare sulla paura. C’è una ricostruzione da fare che è devastante, richiederà molta politica, visione, scelte coraggiose. Non si può stare fermi“.

“O DIRETTE FACEBOOK O LAVORARE PER INVERTIRE DATI DISOCCUPAZIONE”

Per Renzi l’esecutivo è “a un bivio: si può stare a inseguire le dirette facebook o invertire le statistiche che fanno crescere i disoccupati. Se lei ci vorrà al suo fianco noi ci saremo, a condizione di fare le cose che servono al Paese. Se dobbiamo essere sul crinale populista che dice alla gente quello che la gente vuole sentire, noi non saremo al suo fianco. Martinazzoli disse una volta ‘la politica è altrove, noi la aspetteremo la”. Ecco presidente Conte, se lei sceglie la strada del populismo, non avrà Italia viva al suo fianco. Se sceglierà la strada della politica, noi la aspetteremo la’”.

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