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A Roma comprare casa costa meno: a Torre Nova 1.500 al metro quadro, a Campo Marzio 9.500. Ma affitti crescono

Cresce il mercato immobiliare a Roma, anche se con una crescita inferiore al trend nazionale. È boom poi, di affitti brevi. Per turisti ma anche per lavoratori in trasferta

Pubblicato:30-04-2019 15:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:24

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ROMA – A Campo Marzio si può arrivare anche a 9.400 euro al metro quadro per una casa ristrutturata, ai Parioli si scende a 6.700, al Pigneto servono quasi tremila euro e a Torre Nova ci si ferma a 1.500 euro. Il mercato immobiliare a Roma continua a crescere, seguendo il trend nazionale che segna per il 2018 un +6,6%. E anche nella Capitale i prezzi degli immobili residenziali scendono dell’1,5%, ma il calo è minore della media nazionale che tocca il -2,52%. Meglio di Roma, Milano, che ha visto un aumento dei prezzi del 6,2%, Bologna (+2,7), Firenze (+2,3%), Napoli e Palermo (rispettivamente +1,8 e +1,9%).

“Roma rispecchia l’andamento nazionale con un aumento delle compravendite, a fronte però di un calo di valore di mercato”, spiega all’agenzia Dire Gian Battista Baccarini, presidente della Fiaip, la Federazione italiana agenti immobiliari professionali, che oggi nella sede di piazzale Flaminio ha presentato i dati sull’andamento del mercato immobiliare nel 2018 in tutta Italia.

Il boom degli affitti brevi

Per quanto riguarda Roma, invece, la Fiaip evidenzia una crescita dei prezzi degli affitti del 2,4% (in linea per esempio con il +2,6% di Milano), a fronte di una flessione generale dell’1,5% rispetto al 2017. Ed è proprio il mercato degli affitti a breve termine a determinare un potenziale traino per tutto il mercato immobiliare di una città a vocazione culturale e turistica come Roma. “C’è sicuramente un segmento molto interessante di sviluppo delle grandi città, e dunque nella Capitale ancora di più, che è quello delle locazioni brevi: sempre più investitori, anche stranieri, acquistano immobili per affittarli per periodi entro i trenta giorni“, ha specificato Baccarini.


Non si tratta soltanto di locazioni turistiche, ma anche di lavoratori in trasferta. “Dirigenti e funzionari che magari decidono di appoggiarsi a un’offerta ricettiva differente rispetto all’alberghiero perché sono più liberi di vivere la città”. Gli agenti immobiliari della Fiaip chiedono dunque alla politica e alle amministrazioni locali in primis di non tassare il settore. “Il monito che lanciamo è di controllare certo questo fenomeno, ma di salvaguardarlo e non colpirlo con balzelli, burocrazia e tributi- ha detto infine il presidente Fiaip- perché questo segmento potrebbe rilanciare davvero il mercato immobiliare in termini di numero di compravendite, ma soprattutto in termini di crescita dei valori di mercato”.

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