NEWS:

Taranto, 8 fermi per la morte del pensionato vittima del branco: 6 sono minori

Diffusi dagli inquirenti alcuni dei video che i ragazzini si scambiavano su whatsapp e in cui sono registrate le angherie ai danni dell’ex operaio dell’Arsenale di Taranto

Pubblicato:30-04-2019 07:30
Ultimo aggiornamento:14-10-2021 13:49
Autore:

carabinieri
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Sono tortura e sequestro di persona le accuse mosse dalla procura di Taranto nei confronti della “Comitiva degli Orfanelli”. In relazione alla vicenda di cui è rimasto vittima Antonio Cosimo Stano, il 65enne morto lo scorso 23 aprile per “shock cardiogeno” nel reparto di rianimazione dell’ospedale Giannuzzi di Manduria, sono otto i provvedimenti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di altrettanti soggetti, di cui sei minorenni, ritenuti a vario titolo gravemente indiziati in concorso dei reati di tortura, danneggiamento, violazione di domicilio e sequestro di persona aggravati.

Ad eseguire i provvedimenti, dalle prime ore di stamane, la polizia a seguito di indagini della procura presso il Tribunale di Taranto, guidata dal procuratore Carlo Maria Capristo, e della procura per i Minorenni, guidata dalla procuratrice Pina Montanaro.

I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terrà questa mattina alle ore 11,00 in questura. 


Nella riunione operativa – che si è svolta ieri in procura – è stato fatto un focus sul ruolo che alcuni degli indagati avrebbero avuto nelle violenze verbali e fisiche subite dal pensionato. Violenze che potrebbero avere un nesso causale con il decesso dell’uomo di cui sono stati celebrati i funerali in forma strettamente privata.

Gli inquirenti hanno visionato i video che i ragazzini si scambiavano su whatsapp e in cui sono registrate le angherie ai danni dell’ex operaio dell’Arsenale di Taranto.

CAPRISTO: “INDAGINE SUI SILENZI”

“Il nostro lavoro è solo all’inizio: questa è una prima risposta a fatti gravissimi. Ne seguiranno tanti altri, compresa un’indagine su questi silenzi che uccidono”. Lo ha detto il procuratore capo di Taranto, Carlo Maria Capristo, nel corso della conferenza stampa in corso nella questura ionica.  “Violenti per noia”, li ha definiti Capristo che ha aggiunto che “queste sacche vanno individuate ed estirpate”.

MONTANARO: “USO DISTORTO DEL WEB”

“Cosa emerge da questo primo esame dei materiali? Un uso distorto del web. Questi ragazzi usavano il web per esaltare, condividere, diffondere le loro nefandezze. Questo è un aspetto che riveste un’importanza particolare e devono costituire un momento di riflessione”. Lo ha detto Pina Montanaro, a capo della procura per i minorenni di Taranto, nel corso della conferenza stampa in cui è stato fatto il punto sulla morte di Antonio Stano. “La visione dei video e l’ascolto dei file audio evidenzia come la crudeltà e la violenza si autoalimentassero e aumentasse in modo esponenziale laddove le nefandezze sono diffuse sul web”, ha evidenziato Montanaro che ha sottolineato anche che i video circolavano “non solo nelle chat di cui gli indagati facevano parte, ma in tutta la cittadina, anche su altri telefoni. Molte, la quasi totalità della cittadina manduriana era a conoscenza di quello che accadeva e aveva modo di visionare le crudeltà che sistematicamente venivano poste in atto”.

“I video sono terribili con riferimento alla percezione immediata della situazione di terrore e della sofferenza fisica che quest’uomo viveva ma anche i file audio sono significativi. Perché i video mandati in chat, venivano commentati dagli autori delle nefandezze. Venivano commentati manifestando anche nel momento del commento, derisione, sensazione di onnipotenza e sfregio nei confronti di questa persona”, ha aggiunto.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it