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Quando il popolo s’arrabbia: dopo Inghilterra e Francia toccherà all’Italia?

Tutti incavolati contro il potere costituito e le leggi di riforma che questo vuol imporre a tutti per il loro bene

Pubblicato:30-03-2023 18:36
Ultimo aggiornamento:30-03-2023 19:41

manifestazione
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ROMA – Vero che in Italia siamo tutti più concentrati a rimandare piuttosto che affrontare i problemi. Ma poi quelli, i maledetti problemi con tutti gli altri problemi che si accollano, alla fine si presentano. E il conto alla fine, ahi, è sempre salato e senza sconti. Per adesso da noi, dico qui in Italia, anche le grandi centrali sindacali stanno ancora ragionando su cosa fare e in che modo. Sensibilità e interessi diversi, ognuno cerca di portare acqua al proprio mulino, anche se per la siccità, non solo ambientale ma pure culturale e politica, ormai di acqua ce n’è davvero poca in tutti gli ambiti.

Tornando ai problemi e a quei popoli che hanno detto basta, stiamo vedendo che il conflitto, quello vero che si vede quando il popolo scende in massa per le strade e si incazza, quel conflitto che pensavano appartenere al vecchio album dei ricordi è tornato prepotente alla ribalta. Prima l’Inghilterra, con tutti i servizi bloccati allo scorso dicembre; poi la Francia di questi giorni, bloccata da imponenti manifestazioni di cittadini un tantino urtati che mettono a soqquadro ogni cosa. E non sono soltanto vecchi nostalgici della lotta di classe o qualche categoria, no, in piazza si vedono giovani, tanti, e tutte le diverse tipologie sociali. Tutti incavolati contro il potere costituito e le leggi di riforma che questo vuol imporre a tutti per il loro bene. Ma su quale sia il proprio bene ci sono delle divergenze, a quanto pare. Da quelle parti, almeno a quel che si vede, su temi ritenuti importanti ed essenziali, non esiste la società polverizzata che tanti sociologi hanno decantato, ma una risposta di massa.

Arrivando al nostro Stivale, questo appare ancora fermo e non pronto a menar calci. Per quanto durerà? La Cgil, che da poco ha tenuto il suo congresso nazionale, dove è intervenuta anche la premier di destra, Giorgia Meloni, che non ha ceduto di una virgola sulle politiche del suo governo, contestata pochino pochino, il segretario Landini ha lanciato la mobilitazione chiamando tutti gli altri sindacati a passare all’azione, finora con scarso risultato. Perché prima bisogna ragionare appunto. Ma prima o poi toccherà pure a noi, perché nella società, ce lo dicono tutti i sondaggi che si sfornano, c’è sofferenza, i poveri crescono e sono tanti mentre i pochi ricchi sono tanto più ricchi, le banche falliscono mettendo a rischio i soldi di tutti, la crisi economica sta sempre dietro l’angolo pronta ad accoppare anche il dipendente con stipendio assicurato ma prosciugato dall’inflazione. Ecco, quando questo mix si trasformerà anche da noi in rabbia bisognerà veder come reagirà il potere costituito, il Governo di Destra Centro che ha vinto le elezioni è vero ma che nel paese reale non è maggioranza ma meno molto meno. Cercherà il dialogo? Oppure di fronte alle rivendicazioni farà come quel ministro che chiude e dice ‘con voi non parlò? Cercherà una soluzione insieme o, come il presidente francese Macron, si affiderà ai plotoni di poliziotti mandati nelle strade per il confronto? Sarà quel che sarà.


Per quanto mi riguarda penso sia importante che già adesso si cominci a ragionare sullo sbocco, sulla risposta da dare perché la protesta non si trasformi in violenza, per incanalarla come pensano in Francia, verso un desiderio politico positivo. Che alla fine altro non è che una questione di sovranità, cioè su chi deve decidere o coinvolgere nelle decisioni da prendere. Su cosa fare e in che modo per contrastare scelte sbagliate, pensiamo soltanto a quelle relative al cambiamento climatico, decise altrove da pochi e che, lo dicono gli scienziati, ci condannano tutti a una brutta fine. La domanda alla fine è semplice: di fronte all’incompetenza dei potenti e al modello sociale fallimentare da loro creato e che vogliono continuare ad imporre è reato battersi, scendere in piazza in massa, per scacciarli e provare a cambiare la società? E non basterà dire di avere la coscienza pulita, perché come diceva il nostro saggio amico Stanislaw Jerzy Lec a questo proposito: “Aveva la coscienza pulita… mai usata”.

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