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Dl Ucraina, Petrocelli non arretra: “M5S rinnega se stesso. Voto no e non mi dimetto”

Il presidente della commissione Esteri del Senato non teme l'espulsione dal Movimento: "È la legge della politica. La maggioranza degli italiani non vuole la guerra e va ascoltata"

Pubblicato:30-03-2022 19:46
Ultimo aggiornamento:30-03-2022 19:46

petrocelli m5s
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ROMA – “L’Italia è un paese co-belligerante? Finché forniamo armi a un Paese in guerra rispetto a un altro, sì”. Vito Petrocelli non arretra: il presidente della commissione Esteri del Senato, al termine dell’Ufficio di presidenza delle commissioni congiunte Esteri e Difesa sul dl Ucraina, ribadisce la sua posizione di contrarietà rispetto al decreto approvato dal Governo sul sostegno a Kiev. E respinge al mittente le accuse di essere filo-Putin: “È una semplificazione giornalistica, sono assolutamente a favore di tutti gli
interventi umanitari e di ogni tipo di aiuto
“.

“NON CONDIVIDO RINNEGAMENTO DELLE POSIZIONI DEL M5S”

Petrocelli sottolinea ancora una volta: “Non mi dimetterò da presidente della Commissione“. E non teme le conseguenze del discostarsi dalla linea del Movimento 5 Stelle: “Non voterò il decreto Ucraina. Rischio l’espulsione dal M5S? È la legge della politica. Ho provato a esprimere posizioni differenti ma il M5S è su altre posizioni che non condivido”. Per il senatore pentastellato, il suo ruolo è chiaro: “Oggi rappresento una maggioranza e domani potrei non rappresentarla più. Io contesto che il mio Movimento, che aveva un programma ben preciso in tema di Esteri e Difesa, oggi si metta nella condizione di rinnegarlo”.

“D’ACCORDO CON CONTE SUL NO ALL’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI”

Petrocelli appoggia però la posizione dei vertici del M5S sul no all’aumento delle spese militari: “Sono d’accordo con Conte”, spiega il presidente della commissione Esteri del Senato a proposito dell’aumento delle risorse per la Difesa, fino al 2% del Pil. “Anche a costo di far cadere il Governo? Non c’entra niente questo. Non siamo d’accordo a spalmare solo fino al 2024 una cifra che può essere spalmata fino al 2030. Ci sono altre urgenze per il Paese”.


“DRAGHI PARLA COME IL PREMIER POLACCO, MAGGIORANZA ITALIANI NON VUOLE GUERRA”

Infine, il senatore M5S parla anche dell’atteggiamento del premier Mario Draghi sul conflitto in Ucraina: “Francia e Germania sono molto più dialoganti, invece mi è sembrato che il presidente del Consiglio Draghi abbia parlato in determinati momenti con le parole del premier polacco”, Mateusz Morawiecki. Per Petrocelli, “al momento la maggioranza degli italiani non vuole partecipare a questo conflitto, è una voce che va ascoltata”.

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