NEWS:

Sicilia, dati falsi sulla pandemia: tre arresti, indagato assessore alla Salute

L'accusa è di avere "alterato", in almeno 40 occasioni, la base-dati sulla quale venivano adottati i provvedimenti successivi. Musumeci: "Mai nascosto zone rosse"

Pubblicato:30-03-2021 07:05
Ultimo aggiornamento:31-03-2021 08:22

carabinieri
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

PALERMO – Arresti al dipartimento per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana. I tre arrestati, tra cui un dirigente del dipartimento, finiti ai domiciliari, sono accusati di aver alterato, in svariate occasioni, il flusso dei dati riguardante la pandemia da Covid-19, “modificando – è l’ipotesi accusatoria – il numero dei positivi e dei tamponi”, indirizzato poi all’Istituto superiore di sanità. Gli indagati sono complessivamente dieci, tra cui anche l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza che, questa mattina, ha rassegnato le dimissioni.

L’accusa è di avere “alterato”, di fatto, la base-dati sulla quale poi sono stai adottati i provvedimenti successivi che miravano al contenimento della diffusione del virus. I reati contestati agli indagati, finiti ai domiciliari, sono falso materiale ed ideologico in concorso. La misura cautelare, disposta dal gip del tribunale di Trapani, è stata eseguita dai carabinieri del Comando provinciale e del Nas di Palermo.

In arresto è finito un dirigente e due stretti collaboratori del Dasoe. Dal mese di novembre appena trascorso sono circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell’Arma, l’ultimo dei quali risalente a pochi giorni fa: il 19 marzo. L’inchiesta è nata dagli accertamenti su un laboratorio di Alcamo, in provincia di Trapani, che avrebbe dato esiti sbagliati dei propri tamponi.


L’assessore regionale Ruggero Razza è destinatario di un invito a comparire e di un contestuale avviso di garanzia per falsità materiale e ideologica. All’assessore alla Salute della Regione Siciliana sono stati sequestrati anche i telefoni cellulari. “Sul conto di Razza, sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave – spiegano i carabinieri del Comando provinciale di Trapani – è emerso il parziale coinvolgimento nelle attività delittuose del Dasoe“, il dipartimento per le Attivitè sanitarie e Osservatorio epidemiologico finito sotto alla lente d’ingrandimento dei magistrati.

Nei confronti degli indagati sono già avvenute le perquisizioni domiciliari. I carabinieri del Nas e del Comando provinciale, inoltre, hanno acquisito diversi dati presso i server dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana, che ha sede a Palermo, in piazza Ottavio Ziino. Gli investigatori hanno acquisito i flussi di e-mail e i dati sulla pandemia relativi all’indagine.

INCHIESTA DATI SICILIA, INTERCETTAZIONE RAZZA: “SPALMIAMO I MORTI

“Spalmiamoli un poco”. L’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza rispondeva così alla dirigente Generale del Dasoe, Maria Letizia Di Liberti, finita oggi ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della procura di Trapani sui dati dell’epidemia Covid. Il riferimento di Razza era ai decessi per il virus avvenuti a Biancavilla, nel Catanese.

“Ma sono veri?”, chiede Razza a Di Liberti, che risponde: “Sì, solo che sono di tre giorni fa”. L’assessore, quindi, aggiunge: “E spalmiamoli un poco”. La conversazione si conclude con un’altra frase di Di Liberti: “Ah, ok allora oggi gliene do uno e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri… quelli di Ragusa, Ragusa 5. E questi 6 al San Marco sono di ieri… perché ieri il San Marco ne aveva avuti ieri altri 5 del giorno prima, in pratica. Va bene? Ok”.

GIP: “EMERGE UN QUADRO SCONCERTANTE”

“Emerge un quadro a dir poco sconcertante e sconfortante del modo in cui sono stati gestiti i dati pandemici regionali, in un contesto in cui alla diffusa disorganizzazione ed alla lentezza da parte degli uffici periferici incaricati della raccolta dei dati si è sommato il dolo di organi amministrativi e politici ai vertici dell’organizzazione regionale”. Lo sostiene il gip di trapani Caterina Brignone nell’ordinanza che ha disposto gli arresti domiciliari della dirigente generale del Dasoe, Maria Letizia Di Liberti, e di altri due indagati nell’inchiesta sulla gestione dei dati Covid in Sicilia. “Le inefficienze, gli inadempimenti e le disfunzioni delle strutture periferiche – si legge – sono state artatamente sfruttate in funzione della alterazione dei dati“.

GIP: “SCELLERATO DISEGNO COMPLESSIVO

Quello scoperto dalle indagini, scrive ancora Brignone, è “uno scellerato disegno complessivo, del quale ha pagato e continuerà a pagare il prezzo la popolazione siciliana”. Secondo il giudice “è infatti verosimile ed altamente probabile che l‘alterazione di dati rilevanti abbia impedito l’adozione di misure di contenimento più severe ed efficaci“. L’ordinanza del gip sottolinea inoltre che “è stata preclusa ai cittadini la possibilità di informarsi correttamente sulla reale incidenza della pandemia sul territorio e di regolarsi di conseguenza”.

GIP: “RAZZA CONSAPEVOLE, MODALITA’ CRIMINOSE

Le conversazioni che vedono coinvolto o chiamato in causa l’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza, scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare, “sono estremamente chiare e significative” e “dimostrano la sua pregressa consapevolezza delle modalità criminose di trattamento dei dati e delle finalità perseguite”.

In merito agli illeciti ipotizzati dalla procura in capo ai vertici del Dasoe, tra cui la dirigente Generale Maria Letizia Di Liberti, il gip sostiene: “Considerata la natura e le verosimili finalità degli illeciti commessi, sarebbe difficile se non impossibile ipotizzare un attivarsi del vertice dirigenziale in assenza di avallo dell’organo politico“.

GIP: “MUSUMECI ESTRANEO, INGANNATO

Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci “sembra estraneo” allo “scellerato disegno politico” che, secondo il gip del tribunale di Trapani, Caterina Brignone, avrebbe portato i vertici del dipartimento per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell’assessorato alla Salute ad “alterare” i dati sull’emergenza epidemiologica nell’Isola poi trasmessi all’Istituto superiore di sanità. Il governatore “anzi pare tratto in inganno – si legge sull’ordinanza del gip – dalle false informazioni che gli vengono riferite”.

L’ASSESSORE RAZZA PRESENTA DIMISSIONI

L’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza, indagato dalla procura di Trapani nell’inchiesta sulla presunta falsificazione dei dati relativi alla pandemia in Sicilia, ha presentato le proprie dimissioni al governatore Nello Musumeci.

“Soprattutto nel tempo della pandemia le istituzioni devono essere al riparo da ogni sospetto – dice Razza -. Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente della Regione di accettare le mie dimissioni”.

RAZZA: “EPIDEMIA MONITORATA CON CURA”

“Nel confermare il massimo rispetto per la magistratura, desidero ribadire che in Sicilia l’epidemia è sempre stata monitorata con cura, come evidenzia ogni elemento oggettivo, a partire dalla occupazione ospedaliera e dalla tempestività di decisioni che, nella nostra Regione, sono sempre state anticipatorie”. Lo dice l’assessore alla Salute della regione Siciliana Ruggero Razza, indagato dalla procura di Trapani nell’inchiesta sulla presunta falsificazione dei dati Covid, che ha presentato le sue dimissioni al governatore Nello Musumeci.

Non avevamo bisogno di nascondere contagiati o di abbassare l’impatto epidemiologico, perché proprio noi abbiamo spesso anticipato le decisioni di Roma e adottato provvedimenti piu’ severi”, aggiunge Razza che poi prosegue: “I fatti che vengono individuati si riferiscono essenzialmente al trasferimento materiale dei dati sulla piattaforma che sono stati riportati in coerenza con l’andamento reale dell’epidemia, tenuto conto della circostanza che sovente essi si riferivano a più giorni e non al solo giorno di comunicazione”.

MUSUMECI: “MAI NASCOSTO ZONE ROSSE, FIDUCIA IN RAZZA”

“Ho letto le agenzie pochi minuti fa. Inutile dire che in questi casi si resta sorpresi. Le zone rosse in Sicilia le abbiamo anticipate e non nascoste“. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nel corso di ‘Omnibus’, su La7, commentando l’inchiesta della procura di Trapani sui presunti dati falsificati della pandemia nell’Isola e che vede tra gli indagati l’assessore alla Salute Ruggero Razza.

Bisogna avere rispetto della magistratura, così come ho fiducia nell’assessore Razza che, se dovesse risultare responsabile, naturalmente agirebbe da solo di conseguenza”, aggiunge Musumeci.

“Leggo dichiarazioni di rappresentanti delle istituzioni che fanno accapponare la pelle. Questa è una terra di giustizialisti in cui un avviso di garanzia diventa una condanna confermata in Cassazione: è una vergogna“, attacca ancora il presidente della Sicilia.

“Abbiamo visto quanti indagati poi sono usciti puliti da ogni vicenda – ha ricordato il governatore -, quindi calma, calma, calma…”. E ancora: “Questa terra dà fastidio quando non alimenta le cronache giudiziarie e noi da qualche anno quelle cronache le abbiamo tenute lontane, ci auguriamo di fare altrettanto anche in questa circostanza. Ho fiducia in Razza – ha concluso Musumeci -, sono sicuro che i fatti saranno chiariti e che potremo continuare a lavorare”.

ORLANDO: “COMUNE PALERMO PARTE CIVILE

“Ho sempre ripetuto che la classificazione dei territori in base ai colori non andava e non va considerata come un concorso a premi né, tantomeno, una partita a poker dove bluffare per vincere di più. La zona rossa, soprattutto se il governo regionale e nazionale intervengono con i giusti ristori e sostegni alle imprese e alle famiglie, è lo strumento per salvare vite umane“. Lo dice il sindaco di Palermo e presidente Anci Sicilia, Leoluca Orlando, in merito all’inchiesta della procura di Trapani sulla presunta falsificazione dei dati della pandemia nell’Isola.

“Più volte, fino a pochi giorni fa, ho sollecitato e richiesto che fossero forniti ai sindaci e ai cittadini dati corretti, costanti e scientificamente validi – aggiunge Orlando -. Ancora oggi, però, i sindaci hanno dati contrastanti, incerti e non conoscono i dati sullo stato di occupazione dei posti letto. Per tutto questo il Comune di Palermo si costituirà parte civile in questo procedimento giudiziario, visto che proprio sui dati si sono basate molte scelte e provvedimenti amministrativi in questi mesi. Come presidente dell’Anci Sicilia convocherò il direttivo per valutare tutte le iniziative da assumere, ivi compresa la costituzione di parte civile – conclude Orlando – e ogni altra azione a garanzia del rispetto del diritto alla salute di tutti e dell’esercizio corretto delle competenze comunali”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it