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Coronavirus, Morra (M5s): “Ue sia unita o rischiamo esplosioni di violenza. Si guardi anche a patrimoniale”

Nicola Morra (M5S), presidente della Commissione parlamentare Antimafia, intervistato dall'agenzia Dire

Pubblicato:30-03-2020 18:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:03

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ROMA – L’Unione europea reagisca “unita” all’emergenza coronavirus o si rischiano “degli scompensi e dei disequilibri che potrebbero generare esplosioni di violenza e di rabbia di cui potrebbero pagare il conto anche gli innocenti”. E’ il monito di Nicola Morra (M5S), presidente della Commissione parlamentare Antimafia.

Intervistato dall’agenzia Dire, Morra osserva: “Non e’ da oggi che alcuni Paesi sostenitori del cosiddetto rigore, dell’austerity, hanno assunto posizioni assolutamente miopi, egoistiche e grette. Se ci si salva, ci si salva tutti insieme e non ognuno per conto proprio”.


L’Italia sta conducendo una trattativa importante per avere aiuti economici dall’Europa: “Nell’antica Roma c’era un proverbio che diceva che la morte del debitore non e’ nell’interesse del creditore… abbiamo tutti la possibilita’ di ragionare sull’economia del debito, perche’ e’ un problema che noi oggi come Italia stiamo vivendo, ma l’economia del debito e’ un’economia predatoria che replica schemi neocolonialisti e che tuttora assoggetta tante parti del mondo e tanti Paesi, miliardi di esseri umani, alla dittatura di un capitalismo finanziario anonimo non capace di assumersi le sue responsabilita’”.

Quindi, conclude, “o si combatte la pandemia tutti insieme a livello europeo e anche mondiale oppure si avranno degli scompensi, dei disequilibri che potrebbero generare esplosioni di violenza e di rabbia di cui potrebbero pagare il conto anche gli innocenti”.

MORRA (M5S): SI GUARDI ANCHE A UNA PATRIMONIALE

Ben venga anche un reddito universale di base che sia finanziato finanche da misure che colpiscono i ceti piu’ abbienti in funzione della progressivita’ fiscale. E se necessario si guardi anche a una patrimoniale“. Nicola Morra (M5S), presidente della Commissione parlamentare Antimafia, chiede di non escludere un intervento fiscale sui grandi patrimoni.

In una intervista all’agenzia Dire, osserva: “Il centrodestra non fa altro che rimarcare cio’ che innanzitutto e’ conseguenza di decenni di follia nella gestione del Paese da cui lo stesso centrodestra non puo’ essere considerato immune, perche’ se scopriamo di avere un welfare e un servizio sanitario pubblico insufficienti queste sono responsabilita’ che gravano innanzitutto su chi ha governato il Paese lasciandolo di fatto sprovvisto delle strutture e delle capacita’ organizzative necessarie per fronteggiare queste richieste”.

L’ultimo decreto del governo? “Queste sono le prime misure- risponde- bisognera’ valutare il complesso delle azioni, ma anche la velocita’ con cui questi misure verranno poste in essere. È ovvio che c’e’ molto di piu’ da fare: l’intervento dovra’ essere solidale e impostato alla progressivita’, nel senso che chi piu’ ha piu’ dovra’ dare, come prevede l’articolo 2 della Costituzione”.

MORRA (M5S): ECONOMIA DI PROSSIMITÀ PER TENERE LONTANO MAFIE

Lo Stato sostenga “l’economia di prossimita’”, per uscire dalla crisi favorisca “filiere eticamente costruite”: e’ questa la strada per tenere lontane le mafie nel momento della ripartenza post-coronavirus. Lo sostiene Nicola Morra (M5S), presidente della commissione Antimafia.

In una intervista all’agenzia Dire, Morra ricorda che “appena due giorni fa nella piana di Gioia Tauro e’ stato effettuato un sequestro di 537 kg di cocaina con un contorno di 24 kg di marijuana: questa e’ moneta contante. Appena il mercato tornera’ a essere in qualche modo fisiologico tutte queste sostanze di cui le mafie controllano monopolisticamente il mercato saranno immediatamente traducibili in liquidita’ e le mafie con queste disponibilita’ enormi saranno pronte a replicare quanto hanno gia’ fatto dopo il 2008-2009, perche’ in occasione di quella crisi noi in Italia abbiamo subito una forte restrizione nell’accesso al credito. Anche soggetti sani ma sottodimensionati patrimonialmente hanno avuto dal sistema bancario che si e’ comportato in maniera folle diniego nell’accesso al credito: tanti piccoli e medi imprenditori, tanti lavoratori autonomi ma anche tanti padri di famiglia sono stati costretti a rivolgersi, oppure sono stati avvicinati, da signori con i colletti bianchi che erano semplicemente espressione di interessi mafiosi che poi hanno rilevato l’azienda o al massimo sono entrati come soci nella stessa per poi diventare di fatto soci di riferimento e di maggioranza assoluta”.

Bisogna evitare il replicarsi di quel fenomeno, auspica Morra. “In parecchi- aggiunge- si stanno scandalizzando di fronte agli appelli fatti da Virginia Raggi e in seconda battuta anche dal ministro Provenzano e fanno finta che in tante parti del Paese non esiste un’economia in nero che non e’ riconducibile al 100% alla criminalita’ organizzata ma che di fatto forniva mezzi di sussistenza a tantissimi e se lo Stato non sara’ capace di provvedere a questi tantissimi, ancor piu’ queste persone confermeranno il loro consenso nei confronti di questi soggetti criminali”.

“Il Paese- ammette Morra- ha una propensione enorme ad accettare pecunia senza capire da dove provenga e questo e’ un problema significativo quando si e’ alla disperazione e purtroppo a Palermo, a Napoli, a Bari e a Taranto si stanno ripetendo segnali negativi”.

Morra chiede quindi “una risposta forte dello Stato”, che sia “capace di far apprezzare l’economia di prossimita’, capace di far venir fuori la capacita’ della societa’ civile attraverso il Terzo settore, attraverso le cooperative sociali, di prendere per esempio un bene confiscato, di poter lavorare sullo stesso e per poter soddisfare i bisogni della comunita’ con un’economia di prossimita’ che consente la conservazione del valore aggiunto sul territorio”.

“Oggi piu’ di ieri- prosegue- dobbiamo fare in modo che non vi sia nessuna perdita di valore presente sul territorio e se questo significa favorire l’economia di prossimita’ che e’ quella che rafforza le comunita’ questo non e’ nazionalismo. Perche’ noi dobbiamo puntare su filiere eticamente costruite”.

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