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Camara (Diaspore Francia): “Informare contro i nazionalismi”

Oggi a Roma l'incontro dal titolo 'Organizzare le associazioni di migranti nella cooperazione allo sviluppo'

Pubblicato:30-03-2019 13:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:18

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ROMA – “Il nazionalismo in Europa si può battere, ma per farlo bisogna informare i cittadini, raccontando l’immigrazione nella sua realtà, quella di fenomeno umano universale”: a parlare con la ‘Dire’ è Thierno Camara, presidente del Forum des Organisations de Solidarité Internationale issues des Migrations (Forim), la rete delle comunità di origine straniera residenti in Francia. Secondo Camara, a poche settimane dalle elezioni per il rinnovo del parlamento dell’Ue è fondamentale rilanciare il lavoro giornalistico e di informazione, sia attraverso i media che sul territorio.

“Il nazionalismo si nutre dell’ignoranza” sottolinea il presidente del Forim. “Il nostro ruolo è informare, perché se i cittadini sono informati della realtà il nazionalismo non troverà più spazio per alimentare le sue idee”. Ospite del Summit delle diaspore, a un incontro dal titolo ‘Organizzare le associazioni di migranti nella cooperazione allo sviluppo’, Camara evidenzia che il Forim assolve a funzioni e compiti molteplici: “Le diaspore hanno un ruolo nello sviluppo, partecipano alla strutturazione della società, al vivere insieme e alla definizione di politiche pubbliche, in Francia, in Europa e a livello mondiale”.


L’assunto è che, in questa prospettiva, sia fondamentale fare rete. Esigenza che Camara rilancia a Roma dopo essere stato co-firmatario di una lettera aperta pubblicata dal quotidiano francese ‘Le Monde’. Ad animare il testo, intitolato ‘Le moment est venu de mettre les diasporas au cœur du co-développement euro-africain’, l’appello a coinvolgere le comunità di origine africana nei progetti di sviluppo e cooperazione. “Con otto milioni e mezzo di persone distribuite in tutta Europa, delle quali tre milioni e mezzo in Francia, rappresentiamo un potenziale umano ed economico fuori dal comune” si evidenzia nella lettera. “Abbiamo un piede qui e un piede là, abbiamo una doppia cultura e appartenenze multiple, europee ed africane: un atout per collegare tra loro due mondi e mettere in comune valori di solidarietà”.


DIOMA (SUMMIT DIASPORE): ONG SOTTO ATTACCO POLITICO

Far cambiare la narrativa sull’immigrazione e anche sulle ong, che oggi sono sotto l’attacco della politica: è l’esigenza evidenziata da Cleophas Dioma, coordinatore del Summit delle diaspore, in apertura di un incontro a Roma dedicato alle reti delle associazioni delle comunità di origine straniera e al loro rapporto con la cooperazione italiana. “Questo è un momento importante” ha detto Dioma: “Dobbiamo creare sinergia tra le comunità straniere e le ong”. Secondo il coordinatore del Summit, un’iniziativa sostenuta dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), l’aiuto e la sostenibilità a livello internazionale non vanno immaginati solo come interventi in Paesi lontani. “Cooperazione vuol dire cercare di stare bene anche in Italia” ha sottolineato Dioma. Che allargando lo sguardo, dopo un omaggio a Paolo Dieci, presidente del Cisp e di Link 2017, morto nel disastro aereo di inizio mese in Etiopia, dove si era recato per il suo impegno in progetti di sviluppo, ha evidenziato difficoltà nuove nel contesto italiano ed europeo. “Se riusciamo a fare un lavoro insieme, come diaspore, enti locali e ong, riusciremo a cambiare la narrativa sull’immigrazione e anche sulle ong, che oggi sono sotto l’attacco dalla politica” ha detto Dioma. “Questo è il momento di camminare con loro e di difendere il fatto che quello che facciamo lo facciamo per tutti”. L’incontro, dal titolo ‘Organizzare le associazioni di migranti nella cooperazione allo sviluppo’, è in corso nella sede dell’ong Engim. A partecipare anche esponenti delle diaspore africane in Francia, a partire da Thierno Camara, presidente del Forum des Organisations de Solidarité Internationale issues des Migrations (Forim).

TRICOLI (AICS): CON DIASPORE PER REALIZZARE RIFORMA

Bisogna “far venire a galla in modo concreto”, e dunque realizzare appieno, la partecipazione delle comunità di origine straniera ai progetti di aiuto internazionale: lo ha sottolineato oggi Mirko Tricoli, rappresentante dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). L’occasione è stata un incontro a Roma del Summit delle diaspore, dal titolo ‘Organizzare le associazioni di migranti nella cooperazione allo sviluppo’. “Sosteniamo le cose scritte nella legge 124 del 2014 ma alcune fanno fatica a venire a galla in maniera concreta” ha detto l’esperto, in riferimento all’ultima riforma del sistema della cooperazione. “La legge allarga la platea di soggetti della società civile cruciali per la cooperazione e quindi sono contento che oggi si concretizza fisicamente un partenariato tra realtà diverse, con competenze diverse e con una ricchezza enorme”. Secondo Tricoli, le ong sono attori fondamentali e poi ci sono le imprese sociali, le cooperative e le fondazioni”. A partecipare all’incontro anche esponenti delle diaspore africane in Francia, a partire da Thierno Camara, presidente del Forum des Organisations de Solidarité Internationale issues des Migrations (Forim).

STOCCHIERO (CESPI): PUNTARE SULLE COMUNITÀ MIGRANTI



Organizzare le associazioni delle comunità di origine straniera è un passaggio politico decisivo per far sì che le migrazioni non siano relegate sempre e solo a questione di emergenza e di sicurezza: così all’agenzia ‘Dire’ Andrea Stocchiero, coordinatore del Centro studi di politica internazionale (Cespi). “In alcun Paesi europei ma anche in Nord America, negli Stati Uniti e in Canada – sottolinea Stocchiero – i migranti e le associazioni dei migranti sono in dialogo con le istituzioni e sono riconosciute come interlocutori in una prospettiva di sviluppo”. Secondo l’esperto, intervistato a margine di un incontro a Roma del Summit delle diaspore, “anche in Italia l’organizzazione delle associazioni migranti al fine di una loro rappresentazione verso le istituzioni è un passaggio politico importante”. La necessità, sottolinea Stocchiero, è “far si che la questione migratoria non sia relegata solo e sempre a questione di emergenza, di controllo, di freno e di sicurezza ma sia invece un fattore che contribuisce allo sviluppo sociale, economico e culturale dell’Italia”.

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