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A Molinella una via per Craxi: “Basta damnatio memoriae”

In provincia di Bologna ci sarà una strada di 500 metri che si chiamerà via 'Bettino Craxi'

Pubblicato:30-03-2018 16:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:42

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BOLOGNA – Il Comune di Molinella, in provincia di Bologna, dedica una via a “Bettino Craxi (1934-2000)” e incassa l’apprezzamento del figlio Bobo: “Grazie Molinella”, scrive l’ex sottosegretario pubblicando su Facebook la prima pagina della delibera che sancisce l’intitolazione. Post rilanciato dal sindaco di Molinella, il renziano Dario Mantovani, che rivendica appieno la decisione.

“Mentre in Cile si dedica una piazza a nome Bettino Craxi nel cimitero dove è sepolto Salvador Allende, in Italia la damnatio memoriae continua (seppur con qualche scricchiolio)”, scrive il primo cittadino di Molinella. “Ma il socialismo italiano, e Bettino Craxi con esso- continua Mantovani- non può essere derubricato a un incidente della storia”.

A detta di Mantovani, “servirebbe maggiore attenzione ai frutti avvelenati che quel 1992 ha prodotto nella società odierna: il lubrico piacere per la gogna, la forca e il giustizialismo di oggi sono figli delle medesime malattie di ieri”.


Quella che prenderà il nome di Craxi, si spiega nella delibera della Giunta comunale, approvata all’unanimità, è una strada ancora priva di denominazione realizzata in un nuovo comparto industriale-artigianale: 500 metri di via che partono da una strada dedicata a un altro protagonista della “Prima Repubblica”, Sandro Pertini. Nell’atto, inviato alla Prefettura per l’espressione del parere preventivo, il ritratto di Craxi è affidato ad un paragrafo che lo definisce: “Politico italiano, presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987 e segretario del Partito socialista italiano dal 16 luglio 1976 all’11 febbraio 1993″.

Allegata alla delibera c’è poi una scheda biografica di Craxi, a cui si rimanda anche per esplicitare le motivazioni dell’intitolazione. “Craxi- si legge- è stato uno degli uomini politici più rilevanti della Repubblica italiana: intraprese un’azione di rinnovamento del Psi in senso profondamente riformista e autonomista, tanto da scontarsi politicamente e con le varie componenti del suo partito e con le varie anime e sensibilità della sinistra italiana”.

Craxi è stato “il primo socialista ad aver rivestito l’incarico di presidente del Consiglio. Craxi- continua la scheda- si impegnò fortemente per l’allargamento dell’Ue e l’affermazione del ruolo del ‘socialismo mediterraneo’. Durante il suo mandato ritagliò per l’Italia un profilo ben inserito nel contesto occidentale senza far venire meno il dialogo con gli altri paesi affacciati al Mediterraneo e senza rinunciare a nulla sul piano dell’autonomia decisionale del Paese, come i fatti di Sigonella ben testimoniano”.

Nella politica estera il suo governo “si caratterizzò per scelte coraggiose volte a sollecitare e portare avanti il processo d’integrazione europea“, si legge.

Nella scheda si ricorda poi che Craxi “fu coinvolto in seguito nelle inchieste di Mani pulite condotte dai giudici di Milano, che misero fine all’esistenza della maggior parte dei partiti di quella che giornalisticamente è stata definita ‘Prima Repubblica’. In quella fase, oltre alle condanne personali, si conclude la sua vita politica”.

Craxi “respinse fino all’ultimo l’accusa di corruzione- continua il testo- mentre ammise di essere a conoscenza del fatto che il Psi aveva accettato finanziamenti illeciti, lamentando che ‘per decenni’ tutti i partiti si erano finanziati illegalmente senza mai essere ‘oggetto di denunce’, con atteggiamenti di ‘complicità'”.


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