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‘Quanto basta’, Marchioni e Solarino in cucina con l’Asperger

I protagonisti raccontano il film in uscita nei cinema il 5 aprile

Pubblicato:30-03-2018 07:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:42
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ROMA – “‘Quanto basta’ e’ uno di quei film che io voglio vedere al cinema. E’ una commedia drammatica che ha alla base tanto studio e approfondimento. E’ un film che nasce dopo la lettura di molti libri come ‘Kitchen confidential’ di Anthony Bourdain. Documentandosi abbiamo incontrato delle realta’ come l’autismo in cucina. Ci ha affascinato molto la sindrome di Asperger perche’ e’ una neurodiversita’ lieve che non e’ abbastanza eclatante da essere riconosciuta e sostenuta”. Cosi’ il regista Francesco Falaschi ha aperto la conferenza stampa del film alla Casa del Cinema di Roma. “In questo film la cucina e’ stata usata come campo di formazione per i ragazzi con la sindrome di Asperger e per loro è stato un simulatore di volo nei rapporti umani”, ha concluso il regista.

Falaschi porta sul grande schermo la storia di Arturo – interpretato da Vinicio Marchioni – uno chef talentuoso, arrestato per rissa, che deve scontare la pena ai servizi sociali tenendo un corso di cucina in un centro per ragazzi autistici dove lavora Anna, interpretata da Valeria Solarino. Guido – Luigi Fedele – ha la sindrome di Asperger e una grande passione proprio per la cucina. L’improbabile amicizia tra i due aiutera’ Arturo a cambiare vita. A parlare dei personaggi di ‘Quanto basta’, gli attori che li hanno interpretati: Vinicio Marchioni, Valeria Solarino e Luigi Fedele.

“E’ stata un’esperienza di studio piuttosto profonda. Ho cominciato a preparare il personaggio partendo dall’esteriorità, osservando la prosodia, il tipo di linguaggio, il tipo di relazione con lo spazio e con il proprio corpo. In una seconda fase c’e’ stato un salto di qualita’ del personaggio perche’ sono venuto a contatto con diversi ragazzi Asperger e lo studio e’ passato dall’esteriorita’ all’interiorita’. Ho cercato di capire l’universo che c’è dietro un loro gesto, una parola, un silenzio. Questa e’ stata per me un’esperienza toccante sia dal punto di vista professionale sia dal punto di vista umano”, ha dichiarato in conferenza Fedele.


“Dopo aver letto la sceneggiatura, mi ha interessato moltissimo il fatto che questo chef avesse avuto un grande passato e si ritrovasse ad un punto morto della propria esistenza e iniziasse la frequentazione di questo gruppo di Asperger nella maniera piu’ cinica e disillusa possibile. Mi e’ piaciuto il fatto che non ci fosse alcun tipo di pietismo e buonismo nell’approccio con questo gruppo. Inoltre mi e’ piaciuto il fatto che il personaggio che ho interpretato all’inizio del film fosse il piu’ figo di tutti quanti, ma in realta’ era quello che aveva piu’ necessita’ di aiuto per riprendere in mano la propria esistenza. Questo ribaltamento del personaggio e’ avvenuto grazie all’amicizia con Guido”, ha affermato Marchioni.

In chiusura Solarino: “E’ un film che ho amato moltissimo gia’ dalla prima lettura della sceneggiatura. Ho amato molto il mio personaggio ma la cosa che piu’ mi ha colpito e’ stato il rapporto tra Arturo e Guido. La bellezza del mio personaggio sta nell’aver intuito il punto di contatto tra queste due persone apparentemente diverse, ciascuno con le sue difficolta’. Inoltre ho amato la grande delicatezza nel raccontare la sindrome di Asperger e nel far ridere di questo. Nel momento in cui riesci a ridere di certe dinamiche vuol dire che le accetti completamente e non hai piu’ alcun pregiudizio”.

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