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Euclid, il telescopio europeo sulle tracce dell’energia oscura

Svelare i segreti di questo universo nascosto è una delle principali missioni che l'Agenzia Spaziale Europea si è posta

Pubblicato:30-01-2023 16:19
Ultimo aggiornamento:30-01-2023 17:32
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ROMA – L’universo accelera la sua espansione, spinto da un’energia misteriosa, o meglio, ‘oscura’. Una forza che vibra invisibile agli occhi dell’uomo e alle sue tecnologie, e che si pensa sia di molto superiore a quella che oggi, con gli strumenti più innovativi, si è in grado di misurare. Svelare i segreti di questo universo nascosto è una delle principali missioni che l’Agenzia Spaziale Europea si è posta.

E questo è l’obiettivo di Euclid, il programma scientifico grazie al quale verrà piazzato un telescopio a 1 milione e mezzo di chilometri dalla Terra, nella zona L2 del sistema solare, da cui si gode di un punto di vista di privilegiato per l’osservazione dello spazio profondo. E dove infatti già operano altri strumenti come il James Webb Telescope e le sonde Herschel e Planck.

Euclid sarà equipaggiato con una lente di 1,2 m di diametro e due dispositivi scientifici: il Vis-VISibile imager, una camera che opera nel visibile; il Nisp-Near Infrared Spectrometer and Photometer, una spettro-fotometro nel vicino infrarosso. La missione ha come scopo il miglioramento delle conoscenze sulla materia e sull’energia oscura, un obiettivo che tenterà di raggiungere attraverso l’osservazione e lo studio di due diverse e indipendenti cosmological probes: il fenomeno del weak gravitational lensing, cioè l’apparente distorsione dell’immagine delle galassie; e le oscillazioni acustiche della materia barionica, una materia non rilevabile tramite le sue radiazioni emesse, ma la cui presenza può essere dedotta dagli effetti gravitazionali sulla materia visibile. 


I dati che saranno raccolti contribuiranno a comprendere come l’Universo si è evoluto negli ultimi 10 miliardi di anni e a dare risposte a questioni fondamentali di fisica e di cosmologia gettando luce sui meccanismi di crescita delle strutture cosmiche. Elemento essenziale della missione è il Ground Segment scientifico (Sgs) che ha la responsabilità sia della pianificazione delle osservazioni e del primo controllo di qualità sia della verifica delle prestazioni degli strumenti in orbita e della riduzione dei dati, dalla telemetria fino ai prodotti necessari per l’analisi scientifica.

Solo in questo progetto sono stati coinvolti più di mille scienziati di oltre cento istituti in tredici nazioni. L’Italia, che contribuisce al 13% dell’intera missione, ha la responsabilità del coordinamento generale dell’Sgs. Oltre a dover testare lo strumento Nisp e la qualità dei dati da esso raccolti. Inoltre, sarà l’industria italiana a progettare lo sviluppo della ruota che conterrà gli elementi dispersori dello spettrometro. E si occuperà della fornitura dell’elettronica di controllo e acquisizione dei dati di Vis e Nisp. Saranno i ricercatori dell’Inaf invece a sviluppare i software di bordo dei due strumenti. Alla fine della sua vita operativa, Euclid avrà prodotto immagini e dati fotometrici per più di un miliardo di galassie e milioni di spettri di galassie. Un archivio preziosissimo alla scienza che molto probabilmente aprirà la strada a importanti scoperte, non solo nell’astrofisica.

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