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A Bologna gli assistenti civici si ribellano: “Troppo smog, spostateci nei parchi”

Un'associazione cittadina impiegata davanti alle scuole per sorvegliare l'attraversamento stradale e l'ingresso a scuola ha chiesto di cambiare mansione

Pubblicato:30-01-2020 18:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:55

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BOLOGNA – Disponibili a fare volontariato per la città, sì, ma per favore non in mezzo alla strada: si respira troppo smog. Succede a Bologna, con una delle associazioni impegnate nel progetto degli assistenti civici in collaborazione con l’amministrazione comunale. A raccontare la vicenda è Giovanni Finarelli, commissario della Polizia locale, oggi nel corso di una commissione a Palazzo D’Accursio. Gli assistenti civici, spiega Finarelli, sono sostanzialmente impiegati davanti alle scuole per presidiare la strada quando i bimbi entrano o escono oppure nei parchi. Nel quartiere San Donato-San Vitale c’era un’associazione impegnata nella prima delle due attività, ma ad un certo punto i volontari “ci hanno detto che avrebbero preferito evitare di respirare lo smog. Noi prendiamo atto della lamentele- afferma Finarelli- si tratta di volontari, li ringraziamo per il tempo che dedicano e possiamo capire determinate problematiche, ad esempio l’inquinamento segnalato davanti alle scuole”.

Di conseguenza, cambio di mansione: a quel gruppo di volontari “abbiamo chiesto di operare soprattutto nei controlli dei parchi”, riferisce Finarelli. Accenna al tema inquinamento, poi, anche Otello Ciavatti del Comitato piazza Verdi, impegnato nel quartiere Santo Stefano davanti alle scuole di vicolo Bolognetti: “Non abbiamo in dotazione neanche le mascherine per l’inquinamento, in una zona in cui c’è un traffico pazzesco”.

 








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Ma questa è solo uno dei problemi sollevati sia dal Comitato piazza Verdi che dall’associazione Andromeda: cioè due delle quattro realtà (per una ventina di volontari in totale) oggi impegnate nel progetto degli assistenti civici così denominato, perchè altre associazioni sono inserite in un percorso del tutto simile che però ha una denominazione diversa (assistenti di prossimità).

“La gente è molto contenta”, afferma Ciavatti, però “ci sentiamo abbandonati” dal Comune. Ad esempio, riferisce Ciavatti, i volontari hanno una sola casacca di riconoscimento a testa, non vengono forniti di guanti e “non c’è un numero di telefono a cui rivolgersi”. C’è anche un tema di formazione, secondo Ciavatti: “Ci sono volontari che non hanno fatto il corso e vogliono dare una mano, noi li accettiamo”. Bisogna “assolutamente rilanciare il servizio”, afferma Enrico Raia di Andromeda, innanzitutto promuovendo “il prima possibile un nuovo corso di formazione” perchè “non è possibile che una città come Bologna abbia così pochi volontari“.

L’assessore alla Sicurezza, Alberto Aitini, dovrebbe poi “convocare subito quel tavolo che si riunì due anni fa”, aggiunge Raia, prima di abbandonare il tavolo della commissione in polemica con lo stesso assessore. “Dispiace ci siano sempre polemiche sterili e inutili quando la mia porta è sempre aperta”, replica Aitini. Comunque, “ci sono due associazioni che continuano a porre problemi e sarà nostro dovere ascoltarle”, continua l’assessore, ma non si dica che manca il confronto: “Con Ciavatti ci siamo incontrati non più di 20 giorni fa, probabilmente se n’è scordato, ma abbiamo parlato anche degli assistenti civici e dell’ottimo lavoro che fanno”. Il corso? Prima di attivarlo, visto che ha un costo, “è giusto mettere insieme un numero sufficiente di volontari”, afferma l’assessore.

E se la Lega parla di “fallimento” del progetto, Aitini replica segnalando che in realtà “i numeri non sono calati: si sono spostati da una casella all’altra”. Cioè sul progetto sugli assistenti di prossimità, nato a quanto pare anche per dissapori tra le associazioni: una decina le associazioni coinvolte, per 150-200 volontari.

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