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Economia, Conte anticipa ennesimi dati negativi sul Pil: “Ma andrà meglio”

ROMA - L'economia non va per il meglio, i prossimi dati Istat (che dovrebbero arrivare domattina) saranno ancora una volta

Pubblicato:30-01-2019 18:23
Ultimo aggiornamento:30-01-2019 18:23
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ROMA – L’economia non va per il meglio, i prossimi dati Istat (che dovrebbero arrivare domattina) saranno ancora una volta negativi, cristallizzando un quarto trimestre in negativo per il Pil. Ma il secondo semestre del 2019, è convinto il presidente del Consiglio, andrà meglio. Gioca d’anticipo il premier Giuseppe Conte, che oggi parlando a Milano  al Consiglio generale di Assolombarda ha anticipato le brutte notizie in arrivo dall’Istat, le ha giustificate parlando di ‘dati congiunturali negativi’ e ha cercato di rassicurare gli industriali (e non solo loro) guardando ad un futuro positivo.

“Seppur la prima fase di quest’anno porterà ancora dati non positivi, ci sono tutti gli elementi per ripartire, con tutto il nostro entusiasmo, soprattutto nel secondo semestre“, afferma Conte, che attribuisce il rallentamento dell’economia italiana a “dati congiunturali non positivi“, “a fattori esterni“, citando la guerra dei dazi Usa-Cina e la minore crescita della Germania, alla quale l’export italiano è collegato.

“Quando Usa e Cina troveranno accordo, export ripartirà”

“E’ chiaro- aggiunge- che ci potrà essere un impatto sulla nostra filiera integrata”. Il premier esprime tuttavia ottimismo verso una prossima soluzione della guerra dei dazi, che non può durare a lungo, “perché, come dissi al mio primo G7, in una guerra commerciale ci si trova tutti perdenti”. E, si dice convinto Conte, “quando Usa e Cina troveranno una composizione, ripartirà subito l’export“. Il premier loda la forza delle esportazioni italiane, affermando che l'”Italia non è il migliore paese nell’export, ma abbiamo la massima diversificazione rispetto a tutti gli altri Paesi“.


Conte esprime inoltre “vanto” per aver “sterilizzato 12 miliardi per l’Iva” e invita Assolombarda a un “serrato e costante dialogo”, perché, a fronte delle critiche rivolte, “bisogna considerare che i progetti vanno valutati in fase applicativa”.

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