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Caccia, 12 morti e 50 feriti: il bilancio dell’ultima stagione venatoria

ROMA - 12 morti e 50 feriti: questo il bilancio, doloroso, dell'ultima stagione di caccia 2018-19, secondo i dati forniti dalle associazioni

Pubblicato:30-01-2019 14:30
Ultimo aggiornamento:30-01-2019 14:30
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cacciatori nei campi
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ROMA – 12 morti e 50 feriti: questo il bilancio, doloroso, dell’ultima stagione di caccia 2018-19, secondo i dati forniti dalle associazioni venatorie riconosciute (Federcaccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Arcicaccia, Associazione Nazionale Libera caccia, Italcaccia, Ente Produttori di Selvaggina) e dal Comitato nazionale caccia e natura (Cncn), riuniti nella ‘Cabina di regia unitaria del mondo venatorio’. Le associazioni si dichiarano “consapevoli della gravita’ del problema relativo alla sicurezza” e ritengono che “il miglior modo per affrontarlo, anche per evitare strumentalizzazioni ideologiche, sia agire nella totale trasparenza comunicando per primi i numeri sulle vittime dell’ultima stagione venatoria”. Sono stati dunque 12 i decessi accertati durante la stagione 2018-19 (dal primo settembre 2018 al 30 gennaio 2019), con una diminuzione del 33% rispetto a quella precedente. “Per maggiore chiarezza”, proseguono le ‘doppiette’, “gli incidenti mortali che hanno coinvolto i cacciatori sono stati 10 (83% del totale), mentre quelli che hanno coinvolto i non cacciatori sono stati 2 (17% del totale)”. Durante lo stesso arco temporale “i feriti sono stati 50, con un calo del 17% rispetto al 2017-18. I ferimenti dell’ultima stagione hanno coinvolto per il 74% dei casi cacciatori (37 feriti) e per il rimanente 26% dei casi non cacciatori (13 feriti)”.

La Cabina di Regia ribadisce come “anche un solo decesso durante la caccia sia inaccettabile”, e si impegna “a continuare le capillari attivita’ di sensibilizzazione sulla sicurezza, che negli ultimi anni hanno portato ad un costante calo degli incidenti, nonostante campagne informative ideologicamente avverse abbiano generato una distorta percezione del tema”. I cacciatori italiani, inoltre, “nel periodo in cui e’ consentita l’attivita’ venatoria rigidamente regolata e sostenibile dal punto di vista scientifico”, sono “impegnati quotidianamente a tutela della biodiversita’, gestendo territorio, ambiente e fauna, vigilando contro il bracconaggio, operando al servizio delle pubbliche amministrazioni a titolo gratuito in operazioni di controllo e ripristino ambientale”, concludono le associazioni venatorie. 


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