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Ema, il numero uno di Aifa: “Dossier Olanda non era buono, ma ora difficile cambiare”

Intervista a Stefano Vella sul futuro di Ema: Amsterdam non ha un palazzo pronto, e Milano prova a tornare in pista

Pubblicato:30-01-2018 18:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:25

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ROMA – “Il dossier tecnico olandese non era buono e non andava messo a gara, non poteva neanche andare ai rigori. E ora non è tanto un discorso di sede, quanto di tempo che si perde con ben due traslochi che si devono fare“. Risponde così il presidente di Aifa, Stefano Vella, interpellato sul tema dall’agenzia Dire.

Penso sia molto difficile ribaltare completamente la situazione– prosegue Vella- ma è bene che qualcuno ci provi, perché non costa niente e poi non si sa mai”. In ogni caso l’Aifa, assicura Vella, collaborerà con l’Agenzia europea del Farmaco “ovunque si trovi, supportandola anche a distanza. Lo abbiamo detto fin dall’inizio”. Averla a Milano, chiaramente, per il presidente Vella “sarebbe stato importante- sottolinea- al di là dell’indotto che a me non interessa, se non come cittadino. Si tratta in ogni caso di un danno commerciale alla città di Milano e anche alla ricerca.


Tra l’altro, sempre a Milano, sta partendo lo Human Tecnopole (il polo della ricerca che sorgerà nell’ex area Expo, ndr) e dal punto di vista scientifico sarebbe stato stimolante averle entrambe in Italia. Ma è andata così…”.

Nel frattempo saranno molti i lavoratori che dovranno trasferirsi da Londra ad Amsterdam

“Quello è il meno- commenta Vella- alcuni si trasferiranno, altri lasceranno le famiglie a Londra e faranno avanti e indietro. Non è tanto per i lavoratori, quindi, quanto piuttosto per l’operatività della nuova agenzia”.

Vella fa sapere poi che costruiranno la nuova sede dell’Ema “in un posto bellissimo, ma ci sarà bisogno di fare due traslochi e questo rallenterà il lavoro in maniera significativa. Cosa che ora non ci possiamo permettere, anche perché stanno arrivando una valanga di importanti farmaci innovativi che vanno valutati bene. L’Ema certamente lavorerà bene, ma c’è bisogno di una sede pronta“.

L’Aifa non tifa per nessuno, dunque, però “come cittadino invece sì, faccio il tifo affinché qualcosa torni indietro. Per lo meno mi piacerebbe che perdessimo veramente- dice il presidente di Aifa- così potremmo accettare la sconfitta e, come nel rugby, andarci a bere una birra insieme. Ma in questo modo fa male”.

Vella torna infine sul sorteggio che ha portato Amsterdam alla vittoria: “E’ assurdo decidere una cosa così importante attraverso un sorteggio. Questo lo avevo già detto, ma lo ribadisco, perché ne va della salute delle persone: Ema è un’agenzia di grande rilievo e in questo momento sarebbe davvero importante che le cose funzionassero, soprattutto perché è appena partita l’EudraVigilance, cioè una nuova piattaforma europea (nella quale anche noi come Aifa siamo coinvolti) per la sicurezza del farmaco, che serve per la segnalazione delle reazioni avverse ai medicinali e per armonizzare tutti i database”.

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