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Sanità, Sibioc: “Esami clinici in crescita ogni anno del 20%”

[video mp4="https://media.dire.it/2017/01/sibioc.mp4" poster="https://www.dire.it/wp-content/uploads/2017/01/sibioc.jpg"][/video] ROMA - Cresce in Italia il numero di esami clinici richiesti ai laboratori del

Pubblicato:30-01-2017 15:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:51

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ROMA – Cresce in Italia il numero di esami clinici richiesti ai laboratori del Servizio sanitario nazionale. In alcuni settori della medicina, come le malattie cardiovascolari, nel diabete e nell’insufficienza renale, l’incremento annuo arriva al 20%. È quanto ha fatto sapere la Societa’ italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica, nel corso di un incontro a Roma con i giornalisti.

“Questo e’ dovuto alla deospedalizzazione dei pazienti colpiti da patologie croniche e, talvolta, dal ricorso alla medicina difensiva- ha detto il presidente della Sibioc, Marcello Ciaccio (guarda la video intervista)- Non sempre, pero’, i test prescritti tengono conto dei criteri di appropriatezza. È necessario interrompere quanto prima questo boom di prescrizioni non sempre indispensabili, per evitare sprechi all’intera collettivita’ e migliorare l’assistenza sanitaria nel nostro Paese”.

Gli esami di laboratorio influenzano intanto il 70% delle diagnosi mediche e quindi dei successivi trattamenti. “Per questo- ha proseguito Ciaccio- e’ necessario riorganizzare le rete di queste strutture in Italia in modo che solo in pochi laboratori ci siano le strumentazioni e siano svolte le attivita’ di secondo e terzo livello, specialistiche e ultra specialistiche. Per esempio, le indagini sofisticate come quelle di genetica molecolare non dovrebbero essere eseguite in tutti gli ospedali. Come spesso accade, le Regioni del sud sono piu’ penalizzate rispetto a quelle del nord, anche se nel Mezzogiorno esistono numerose eccellenze. In tal modo, si eviterebbero sprechi e inappropriatezza che puo’ portare risultati falsamente positivi che scatenano a loro volta altre indagini, visite e terapie inutili. Da qui il nostro invito a incrementare le strutture accreditate secondo la normativa del ministero della Salute”.


Secondo il presidente della Sibioc, inoltre, va combattuta anche “la troppa medicina difensiva. Il disegno di legge sul rischio professionale, recentemente approvato dal Senato- ha quindi sottolineato- potra’ ridurre il ricorso ad analisi svolte solo per evitare controversie legali. Siamo pronti a dare il nostro contributo e a collaborare con tutte le istituzioni”. Con oltre 2mila specialisti iscritti, la Societa’ intende offrire al ministero e alle Regioni il suo apporto per un “migliore dialogo” con i medici di medicina generale e gli specialisti. “La nostra e’ una branca in cui l’innovazione rappresenta una componente molto rilevante, grazie ai progressi tecnologici- ha spiegato ancora Giuseppe Lippi, coordinatore divisione scientifica della Sibioc- Proprio per questo abbiamo deciso di incrementare la formazione dei giovani specialisti, molto apprezzati anche all’estero. E di intensificare il rapporto coi Paesi emergenti”.

Per favorire la cooperazione internazionale e’ stato avviato il progetto ‘Adotta un professionista dai Paesi emergenti’, grazie al quale i medici di laboratorio stranieri, provenienti soprattutto da Paesi africani, sono stati accolti in alcuni ospedali italiani per un periodo formativo. Non solo: in collaborazione con la Onlus Docemus, la Sibioc ha reso operativi alcuni laboratori in ospedali di aree disagiate dell’Africa.

Ma e’ forte anche l’attivita’ nei confronti dell’emergenza migranti in Italia. “L’ospedale Garibaldi di Catania- ha inoltre fatto sapere il presidente Ciaccio- ha avviato un progetto patrocinato dalla nostra societa’ scientifica e cofinanziato dal ministero della Salute. I migranti, una volta sbarcati sulle coste siciliane e arrivati all’interno del sistema di accoglienza, sono sottoposti a screening che riguardano soprattutto l’individuazione di alcune pericolose patologie infettive. In tal modo, se una persona risulta positiva viene immediatamente indirizzata in una struttura in grado di assisterla- ha infine concluso- anche attraverso eventuali isolamenti”.

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