Oggi Gianluca a Marsa Alam, nel 2023 un 23enne a Hurghada: i precedenti attacchi di squali nel Mar Rosso

Nel giugno 2023 un ragazzo di 23 anni fu divorato da uno squalo tigre sempre nel mar Rosso, vicino a Hurghada: gli episodi mortali tra il 2022 e oggi sono stati quattro

Pubblicato:29-12-2024 21:55
Ultimo aggiornamento:29-12-2024 21:55

squalo tigre
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BOLOGNA – Nel Mar Rosso vivono oltre 1.200 specie di pesci e 44 specie di squali. Tra le specie più ‘famose’ di questi grandi predatori, ci sono lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier), che sembrerebbe essere stato quello che oggi ha attaccato e ucciso il 48enne Gianluca Di Gioia al largo di Marsa Alam, ma anche lo squalo pinna bianca del reef (Triaenodon obesus) e lo squalo longimano (Carcharhinus longimanus). È quest’ultimo il tipo di squalo che più spesso si è mostrato aggressivo verso l’uomo nel mar Rosso. Oggi, però, sembra si sia trattato di uno squalo tigre a colpire. Lo squalo pinna bianca del reef, invece, è abbastanza piccolo, sta vicino ai coralli e al reef e generalmente non è aggressivo (ma non va provocato).

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Uno squalo tigre era stato protagonista anche di un altro attacco mortale, l’ultimo in ordine di tempo prima della tragica giornata di oggi: accadde l’8 giugno 2023 a Hurghada, un’altra città costiera del Mar Rosso molto famosa per essere un paradiso degli amanti dei coralli e dei pesci. La vittima in quel caso fu un ragazzo di 23 anni russo, un informatico, di nome Vladimir Popov: stava nuotando vicino alla costa quando venne assalito e divorato da uno squalo tigre femmina. Il ragazzo stava nuotando a circa 30 metri dalla spiaggia sabbiosa di Dreams a Hurghada.


Nel luglio del 2022 vennero attaccate da squali e uccise due turiste (un’austriaca e, secondo i media, una britannica) nella baia di Sahl Hasheesh, a pochi chilometri da Hurghada. Entrambe stavano facendo snorkeling quando sono state attaccate con dinamiche simili. Altri episodi, negli anni precedenti a partire dal 2000, sono avvenuti anche nella zona di Sharm el-Sheikh, oltre che Marsa Alam, e Habili Gafar. Ma la frequenza, dal 2022, sta registrando un aumento e questo preoccupa. Tra le ragioni che possono spingere gli squali ad avvicinarsi maggiormente alle coste c’è il riscaldamento del mare (e quindi la necessità di trovare prede anche in zone solitamente non battute) ma anche, secondo alcuni, l’abitudine di scaricare in mare scarti e carcasse di animali che si dice avvenga in alcune zone del Mar Rosso. Alcune specie di squali, poi, dice uno studio dell’Università di Miami, sono attratte dalle zone costiere popolate di città, perchè la pesca e altre attività umane danno loro la possibilità di trovare più facilmente pesci morti e altre fonti di cibo.

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