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Migranti, via al piano Piantedosi: sanzioni e confische per le navi delle Ong fuori norma

Il Consiglio dei ministri approva il decreto che regola i flussi migratori

Pubblicato:29-12-2022 09:29
Ultimo aggiornamento:29-12-2022 19:47
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ROMA – Arriva in Consiglio dei ministri l’ok al nuovo piano per gestire i flussi migratori. Il decreto legge presentato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, si legge nella nota di Palazzo Chigi punta a “contemperare l’esigenza di assicurare l’incolumità delle persone recuperate in mare, nel rispetto delle norme di diritto internazionale e nazionale in materia, con quella di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica“.

Confermata la possibilità di sanzioni pecuniarie, fermo amministrativo e, in caso di reiterazione delle condotte considerate vietate dal Governo, confisca delle navi delle Ong che si occupano di soccorrere i migranti nel Mediterraneo. “Si compie una scelta a favore di un sistema sanzionatorio di natura amministrativa, in sostituzione del vigente sistema di natura penale”, spiega l’esecutivo Meloni.

E sanzioni si prevedono anche nel caso in cui il comandante e l’armatore della nave non forniscano le informazioni richieste dall’autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniformino alle indicazioni impartite da quest’ultima.


LE ONG: “DECRETO METTE A RISCHIO VITE UMANE”

Il nuovo decreto Sicurezza approvato dal Consiglio del ministri rischia di ridurre in modo drastico la possibilità delle ong di salvare vite umane in mare. A denunciarlo sono state diverse organizzazioni, i cui commenti sul provvedimento sono stati raccolti dall’agenzia internazionale Pressenza. L’ong Sea Watch, attiva nel salvataggio in mare, in modo particolare di migranti, fin dal 2015, ha affermato: “Il nuovo decreto Sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri del governo Meloni non è altro che l’ennesimo tentativo di ostacolare e criminalizzare le attività delle navi della società civile. Nessun governo può impedire a una nave di sottrarsi all’obbligo di soccorso e nessuna nave si rifiuterà di accogliere chi chiede aiuto nel Mediterraneo centrale. Rispetteremo il diritto internazionale, come abbiamo sempre fatto”.

Riccardo Gatti, responsabile soccorsi di Medici senza frontiere (Msf), presente nel Mediterraneo con la sua Geo Barents, ha evidenziato: “Il decreto del Governo ostacola i soccorsi delle navi umanitarie fino a renderli inefficaci o insostenibili. Di fatto queste nuove norme non risolvono il vero problema: le persone che muoiono in mare perché mancano i soccorsi. Lasciare scoperta la zona dei soccorsi e assegnare porti sicuri lontanissimi va a discapito della protezione della vita, aumenta il rischio di altre morti in mare, aumenta di quattro volte le spese per gli spostamenti e allontana testimoni scomodi: quando le navi delle Ong non sono presenti sembra che non succeda niente e invece continuano ad avvenire naufragi con morti e dispersi e respingimenti in Libia. Le navi della società civile inoltre – ha aggiunto Gatti – sono dei presidi temporanei e per quanto ben attrezzate non sono adatte ad avere persone a bordo per lunghi periodi”.

Emergency, la cui Life Support è salpata dal porto di Genova nei giorni scorsi, ha denunciato invece: “Il 2022 si chiude con delle cifre drammatiche: quasi 1.400 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale solo quest’anno. Di fronte a questi numeri terribili, le disposizioni contenute nel decreto sono inaccettabili perché – imponendo alle navi umanitarie di portare immediatamente a terra i naufraghi – di fatto riducono le possibilità di fare ulteriori salvataggi dopo il primo soccorso. Le conseguenze di questo provvedimento saranno l’aumento dei morti in mare e dei respingimenti verso la Libia ad opera della Guardia Costiera libica. Nel 2022, sono state oltre 20mila le persone respinte verso il Paese nordafricano”.

La ong ha proseguito: “Ostacolare il lavoro umanitario, che ha come unico obiettivo la messa in salvo di persone, è inspiegabile se non in termini di consenso politico. Noi continueremo a salvare vite umane, nel rispetto del diritto internazionale e nazionale. Rispetteremo il codice di condotta solo qualora non entri in contrasto con norme di diritto internazionale e non smetteremo di credere che salvare vite umane è la cosa giusta da fare”.

SINDACO POZZALLO: “DECRETO IMBARAZZANTE, PAGINA NERA DELLA REPUBBLICA”

“L’imbarazzante e incredibile decreto approvato dal Consiglio dei ministri ha come obiettivo non quello di regolarizzare, controllare e governare l’opera delle navi Ong, ma purtroppo quello di impedire che le stesse possano operare per salvare le vite umane nel Mediterraneo”. Lo dice il sindaco di Pozzallo, cittadina ragusana diverse volte al centro dell’emergenza sbarchi, Roberto Ammatuna.

“La vita è il dono più grande e prezioso, è il valore assoluto e viene prima di ogni altra cosa – aggiunge -. Ecco perché è un dovere morale, non solo delle Ong, ma di tutti impegnarsi per salvare le vite se ha ancora un senso essere uomini”. Ammatuna sottolinea come con il nuovo decreto “non si potrà fare più di un soccorso alla volta, non si potranno fare i trasbordi di passeggeri da una imbarcazione all’altra e le navi umanitarie, quasi sempre, non dovranno recarsi nel porto più vicino come logica vorrebbe, ma in quello più lontano. Se le Ong non si atterranno a questo ‘codice di comportamento’ sono previste pesanti sanzioni economiche. Come dire, bisogna impedire a chi salva vite umane di poter operare, con il risultato che il numero dei morti nel mare Mediterraneo sarà sempre più alto“. Secondo il sindaco di Pozzallo “questa è una delle pagine più nere della Repubblica dal dopoguerra ad oggi”.

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