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Il piano del Pd sul Recovery Plan: ridurre le disuguaglianze e trasformarsi

Il Partito Democratico ha presentato alcune osservazioni al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Tra i temi gli ammortizzatori sociali, l'innovazione tecnologica e culturale, il divario tra Nord e Sud e la parità di genere

Pubblicato:29-12-2020 19:54
Ultimo aggiornamento:29-12-2020 19:54

renzi conte
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ROMA – “Il Recovery Plan è l’occasione per un nuovo ‘patto italiano’ che affronti la crisi con il coraggio del cambiamento, vinca la sfida della transizione verde e digitale, riduca le disuguaglianze sociali, di genere e territoriali, costruisca opportunità di qualità per le nuove generazioni”. Sono alcune delle osservazioni presentate dal Partito Democratico al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in materia di Recovery Plan.

NON RICOSTRUIRE MA RIGENERARE IL PAESE

“Occorre una maggiore discontinuità negli obiettivi di trasformazione del Paese perché l’obiettivo non deve essere ‘ricostruire‘ quel che c’era, ma ‘rigenerare’ il Paese investendo nelle sue enormi potenzialità e affrontando le sue fragilità. È fondamentale rafforzare la componente degli investimenti, finalizzando le risorse ai progetti con maggiore impatto trasformativo e capaci di sviluppare filiere nei settori più avanzati dal punto di vista tecnologico, della sostenibilità ambientale, dell’innovazione sociale e culturale-” continua la nota del Pd-. “Questa esigenza riguarda tutte le missioni del Piano, soprattutto quelle relative alla Rivoluzione verde e transizione ecologica e alle politiche industriali del cluster Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione, anche traendo ispirazione dall’impostazione positiva delle misure della missione Istruzione e ricerca, in particolare in merito al trasferimento di tecnologia e al rafforzamento di Ricerca e Sviluppo (dove sarebbe comunque importante far emergere la dimensione di genere e prevedere misure per le start-up innovative e il potenziamento degli Accordi di innovazione)”.

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“Andrebbe creata un’apposita cornice per le industrie creative e culturali, che nel mondo sono un pezzo dell’economia più innovativa. Proponiamo una vera e propria Cultura 5.0, con misure di attrazione e sostegno degli investimenti in cultura, innovazione creativa e rafforzamento delle filiere dell’industria e dell’impresa culturale”.

MANCA UN DISEGNO SUGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI

“Vogliamo ribadire, anche in questa occasione, una preoccupazione connessa all’assenza di adeguati strumenti normativi in vista dell’esaurimento degli interventi straordinari tesi ad impedire i licenziamenti – si legge nelle osservazioni -. La mancanza di un disegno riformista sul fronte degli ammortizzatori sociali, così come nell’ambito delle politiche attive del lavoro e delle infrastrutture sociali rischia di rendere ancor più traumatiche, dal punto di vista sociale, le conseguenze della crisi generata dal Covid e di produrre un utilizzo tutt’altro che ottimale delle risorse disponibili in quest’ambito”.

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“Tra i grandi progetti nazionali che potrebbero orientare il mercato nella direzione indicata riteniamo che tre possano caratterizzare questo obiettivo: la digitalizzazione nella scuola, nella sanità e delle città anche in relazione a forme di partecipazione democratica, alle scelte delle comunità interessate”.

RIDURRE IL DIVARIO STORICO TRA NORD E SUD E LE DIFFERENZE DI GENERE

“L’insieme della filosofia del Piano deve essere ispirata dalla necessità di ridurre il divario storico e il dualismo economico-sociale che divide ancora Nord e Sud, a costruire coesione attraverso la qualità degli investimenti innanzitutto – si legge nelle osservazioni presentate al ministro Gualtieri-. Infrastrutture materiali e immateriali, logistica, trasporti, innovazione digitale, risorse energetiche rinnovabili, infrastrutture sociali: queste sono le linee di intervento indispensabili se vogliamo puntare ad affrontare le problematiche ancora persistenti: alti tassi di disoccupazione femminile e giovanile, la dispersione scolastica, l’insufficiente dotazione infrastrutturale, le difficoltà di accesso ai servizi pubblici essenziali. La nostra valutazione è che se riparte il Sud, la spinta e i benefici riguarderanno tutto il Paese”.

“Significativa è la scelta di fare della parità di genere una della quattro linee strategiche, ma per rendere effettiva questa scelta va utilizzato l’approccio di gender mainstreaming e va misurato ex ante l’impatto di genere delle diverse progettualità. La parità di genere non emerge invece come obiettivo condiviso dalle diverse missioni, di fatto adesso viene indicata solo nelle missione equità e inclusione sociale e territoriale”.

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“Nonostante l’apprezzamento per le progettualità dedicate all’istruzione pensiamo ci sia l’esigenza di una maggiore centralità dell’investimento in conoscenza, condizione per raggiungere anche gli obiettivi di competitività indicati nel piano, essenziale per il successo delle due grandi transizioni che dovremmo affrontare” prosegue il Partito Democratico sul Recovery Plan. “Non appaiono assolutamente sufficienti le risorse quelle per i nidi, progetto che riteniamo strategico, rispetto agli obiettivi indicati di copertura, poche sono le risorse per i giovani, per la vulnerabilità e scarsa l’attenzione rivolta al Terzo settore”.

PROCEDERE CON L’AMBIZIONE DI DECARBONIZZARE L’EX ILVA DI TARANTO

“Riguardo alla siderurgia appare indispensabile tenere conto dell’avvio del piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto. Per noi si tratta di un primo passo, indispensabile ma parziale, che va accompagnato da investimenti mirati per spingere più avanti il processo di produzione di acciaio verde, ecosostenibile e compatibile con la salute e la vita dei cittadini. L’ambizione di Taranto capitale della green economy deve trovare impegni significativi e coerenti nel recovery plan”.

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