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Report del Consiglio grande e generale del 28 dicembre -Seduta pomeridiana

Fake news, giustizia e accordo di associazione con la Ue: il Consiglio riflette dopo le consultazioni elettorali dell'8 dicembre

Pubblicato:29-12-2019 14:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:48
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SAN MARINO – Il Consiglio Grande e Generale riparte dal Comma 5: “Considerazioni sulle consultazioni elettorali dell’8 dicembre”. Ad aprire il dibattito è Teodoro Lonfernini (Pdcs), che ricorda quali dovranno essere le priorità del futuro esecutivo: “Abbiamo tutti quanti un compito e una responsabilità: portare all’attenzione del Paese i problemi e cercare di risolverli con un programma e un quadro politico ben preciso”. Poi assicura “massimo impegno” nel confronto con le forze di opposizione. Michele Muratori (Libera) interviene sul tema della formazione del Congresso di Stato: “Qui o si vince o si viene invischiati in un gioco di veti che impedisce a chi ha ottenuto più voti di ottenere la segreteria per semplici antipatie”.

Nicola Renzi (Rf) chiede ai partiti di unire le forze nella lotta contro le fake news: “Abbiamo sentito il peso delle calunnie contro di noi, che andavano a toccare le persone nel privato. Faremo opposizione valutando i provvedimenti e le attività delle segreterie, non facendo dossieraggio e mettendo in giro calunnie”. Mirko Dolcini (Domani – Motus Liberi) evidenzia che “non esistono segreterie più importanti e meno importanti, questa distinzione crea lacune nel tessuto economico e sociale del Paese. Se esistono 10 Segreterie sono tutte e dieci strategiche”. La questione giustizia è al centro dell’intervento di Gian Nicola Berti (Npr): “Abbiamo lavorato trent’anni per creare l’indipendenza giudiziaria e cosa ci troviamo? Un politico a capo del tribunale. Credo che ad Elena Tonnini vada riconosciuto il merito di aver difeso il Paese di fronte a certi potentati ed è stata lasciata sola”.

“Lo sbaglio è stato quello di fare in modo che il rapporto tra Dc e Rete si consolidasse – afferma Vladimiro Selva (Libera) -. La Dc ha fatto lo scherzetto a Rete. Rete ha lavorato, la Dc ha incassato”. Tra i nodi da sciogliere, secondo Marco Nicolini (Rete), c’è l’accordo di associazione con l’Ue. “Spero che il nuovo Segretario Esteri non vorrà ripartire da zero, ma conto che si voglia confrontare con il precedente ministro degli Esteri. Non è più tempo di rancori”.


Guerrino Zanotti (Libera) torna sulla crisi che ha portato alla caduta del precedente Governo. “Non si può indebitare un Paese senza che i conti pubblici siano a posto. Su questo punto è venuta a mancare quella coesione di intenti che c’era nella prima parte di legislatura”. “Gli elettori – dice Luca Beccari (Pdcs) – si sono espressi ben due volte e hanno detto due cose nette. La prima era che le regole del gioco non erano accettate e condivise, tant’è che il referendum ha avuto un risultato positivo. La consultazione elettorale ha dato un risultato che indica discontinuità con l’amministrazione precedente”.Critiche alla nuova maggioranza arrivano da Andrea Zafferani (Rf): “Il quadro politico che si sta delineando si basa due accordi, uno rispettato e uno no. Quello non rispettato vedeva una parte della vecchia maggioranza essere parte della nuova maggioranza. Quello rispettato è l’alleanza politica Dc e Rete”.

Di seguito una sintesi degli interventi

Comma 5 “Considerazioni sulle consultazioni elettorali dell’8 dicembre”

Teodoro Lonfernini (Pdcs): Nella precedente legislatura non si era stati in grado di costruire il dialogo politico e istituzionale che riteniamo necessario. Siamo arrivati alle elezioni in una fase difficile del nostro Paese dal punto di vista economico e del rapporto tra istituzioni e cittadini. Lo abbiamo definito il periodo più buio per il nostro Paese. Siamo arrivati alla tornata elettorale con una necessità evidente: riuscire a dare di fatto una ripartenza alla Repubblica. Lo chiedevamo con forza. Posso affermare che quella risposta sia arrivata. Analizzo il dato del mio gruppo. La Dc ha raggiunto quasi il 35 per cento dei consensi. Non raggiungevamo quel risultato da 25 anni. Abbiamo messo in campo la convinzione di ridare una opportunità al Paese. La Dc ha ottenuto quel mandato e quella fiducia e quella responsabilità. Stiamo lavorando bene e anche in fretta. Svolgeremo a brevissimo il passaggio del nuovo Congresso di Stato, che avrà il compito di riportare equilibrio nella risoluzione dei problemi del Paese. Abbiamo tutti quanti un compito e una responsabilità: portare all’attenzione del Paese i problemi e cercare di risolverli con un programma e un quadro politico ben preciso. Primo scopo è mettere in protezione il Paese, in virtù del fatto che tante situazioni non hanno funzionato e non stanno funzionando. Abbiamo passato una legislatura in totale contrapposizione. Su quello ci siamo fatti del male. Abbiamo portato all’interno dell’Aula, e non dovrà essere ripetuto, solo alcuni aspetti del problema. Abbiamo riempito la legislatura precedente di questioni esclusivamente finanziarie, bancarie e giudiziarie. Il Paese ha bisogno di sapere come interveniamo nel dare risposte a chi oggi ha problemi seri, a partire dal lavoro. Ha bisogno di sapere il suo futuro in termini di posizionamento a livello internazionale, a partire dalle questioni italiane ed europee. Io oggi voglio essere propositivo ed ottimista verso questo lavoro. Avremo una maggioranza ampia con cui poter lavorare. Avremo una opposizione con cui ci dovremo confrontare. Il nostro impegno verso quel confronto sarà massimo. Se le parti non saranno in grado di dimostrare maturità, è molto probabile che saranno i nostri stessi cittadini a dire quale sarà lo scenario politico da seguire.

Michele Muratori (Libera): Rete ha potuto coronare il suo sogno di andare al Governo, seppur con il suo antico nemico. Npr ha raggiunto l’obiettivo di fare da reggi moccolo alle prime due forze. Rf non ha ancora raggiunto la consapevolezza del perché Libera ha deciso di staccare la spina al Governo. Perché non siete migliori degli altri. Avete combattuto con noi un potere che si era incancrenito. Ma solo per sostituirvi ad esso. Siete solo l’altra faccia della medaglia. Noi di Libera continueremo a combattere dall’opposizione quei poteri forti. Riguardo a Libera, mi aspettavo un consenso maggiore, ma ringrazio di cuore chi ha creduto in noi. Un risultato non certo lusinghiero ma che serve a rilanciare un progetto di sinistra riformista che manca nello scenario politico. Di sinistra se ne vede ben poco in questo nuovo esecutivo. A proposito di Npr, dispiace non poter vedere come segretari di Stato Pedini Amati, Bronzetti e Mancini: mi aspettavo di vederli in Congresso di Stato, non me ne vogliano i futuri designati. Qui o si vince o si viene invischiati in un gioco di veti che impedisce a chi ha ottenuto più voti di ottenere la segreteria per semplici antipatie. Un po’ quello che sta accadendo in casa Dc al collega consigliere che mi ha preceduto. Il discorso della rappresentatività serve solo a fare battaglie per modifiche della legge elettorale. Non un buon inizio di questa 30esima legislatura. Ultimo baluardo della sinistra è rappresentato da Rete. Mi incuriosisce la loro collocazione nel futuro Governo. Sono curiosi di vedervi all’opera nella stanza dei bottoni. A cominciare dalla sanità. Sono curioso di sapere come convincerete i professionisti a venire a prestare servizio a San Marino. Qui si tratta di presentare piani sanitari complessi. Libera fin dal suo esordio ha invocato un governo di scopo per mettere in sicurezza il Paese. Il paese ha ottenuto un governo politico tra forze in antitesi tra loro, che non hanno ancora abbozzato un programma ma che hanno riempito le testate giornalistiche con il toto-segretari. Avete in mente cosa volete fare nei prossimi cinque anni di Governo? Con che visione volete impostare la politica estera? Mi rivolgo a voi di Rete e della Dc.

Nicola Renzi (Rf): Occorre tenere in conto che una nuova formazione politica, che ha deciso di assumersi l’onere in prima persona di mettere fine a una legislatura, certamente non è stata premiata dall’esito elettorale. Ha ragione Lonfernini quando dice che nella passata legislatura si è arrivati a un muro contro muro. Dobbiamo farci un esame di coscienza. Non siamo stati noi ad urlare alla stampa che a San Marino era in atto un colpo di stato. Se si è creato quel clima, ciascuno deve prendersi la propria quota parte di responsabilità. Le scelte fatte sulla giustizia sono state scelte collegiali fatta dalla precedente maggioranza. L’esperienza politica di Adesso.sm avrebbe avuto bisogno di un respiro più ampio di tre anni per risolvere i problemi del Paese. Non posso non sorridere di fronte alle considerazioni del consigliere Lonfernini. Non si può descrivere un Paese in cui fino a tre anni fa funzionava tutto bene e si navigava nell’oro e poi dopo tre anni di Governo è una catastrofe. Alcune delle decisioni complicate prese dall’ultima maggioranza sono state causate dal fatto che qualcuno non ha voluto affrontare prima quei problemi. Noi non avremo delle visioni prestrutturate. Valuteremo le vostre scelte nel dividere le deleghe e nello scegliere le persone. La mia forza politica ha tenuto nel risultato elettorale. Contro tutti e contro tutto. Abbiamo sentito il peso delle calunnie contro di noi, che andavano a toccare le persone nel privato. Falsità. Motivo per cui non abbiamo preoccupazioni a riproporre la Commissione sulle banche. Abbiamo resistito a sondaggi farlocchi che dicevano non avremmo superato il 5 per cento. Voglio ringraziare il gruppo uscente di Rf e augurare il meglio a quello entrate, che farà opposizione valutando i provvedimenti e le attività delle segreterie, non facendo dossieraggi e mettendo in giro calunnie. Quando finalmente vorremo dire che contro le fake news vogliamo lottare tutti insieme? Magari non foraggiando chi artatamente le mette in giro. Ricordo che alcuni consiglieri hanno combattuto una battaglia di civiltà contro le falsità. E’ una cosa che dobbiamo sostenere tutti quanti. Nella passata legislatura ho sentito moltissimi discorsi di odio, che scaturiva da visioni preconcette. Se voi ci pensate, molte persone hanno fatto la scelta di sicurezza e di rifugio, quello che loro pensano essere sicurezza e rifugio, ovvero la Dc. Questo significa che le aspettative sono tantissime. Non considero la Dc né sicurezza né rifugio. L’ho detto in tempi non sospetti. E’ un partito da rispettare per la sua capacità popolare, ma sono spaventata dalla percezione che qualcuno ha di qualcosa che possa risolvere i problemi. Credo tutt’altro che i problemi che abbiamo davanti non sono facili da risolvere. Avremmo dovuto avere il coraggio di trovare una linea di credito per questo Paese e poi magari fare cadere il Governo. Sono preoccupato della scelta del rifugio sicuro.

Mirko Dolcini (Domani – Motus Liberi): C’è tanto lavoro da fare e siamo pronti a rimboccarci le maniche. Saremo sentinelle di questo Governo. Le fake news esistono e le abbiamo subite anche noi da parte di partiti che ora dicono di non volerle. Daremo il nostro contributo fattivo a questo Governo. Non è una cosa semplice vincere le elezioni e andare subito al Governo. Alcune considerazioni sul toto-ministri. Non esistono segreterie più importanti e meno importanti, questa distinzione crea lacune nel tessuto economico e sociale del Paese. Se esistono 10 Segreterie sono tutte e dieci strategiche.

Gian Nicola Berti (Npr): Ho sentito qualcuno magnificarsi facendo sentire i propri risultati elettorali, talmente magnifici che poi è finito all’opposizione. Il Paese è in difficoltà, una difficoltà che non nasce solo da Adesso.sm. Occorre rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare tutti quanti nella stessa direzione. Mi pare che qui ci siano soltanto delle fazioni. Dei partiti che addirittura vogliono fare i processi. Qui parliamo di responsabilità, ma non nell’accezione positiva del termine. Abbiamo la politica con lo sguardo rivolto indietro. A guardare di chi sono state le colpe maggiori e minori. Ci si dimentica dei meriti. Proviamo a fare qualcosa di diverso. Smettiamo di rimpallarci le responsabilità. Mettiamo al servizio degli altri le idee, accettando anche le critiche. Adesso.sm ha pensato con il 35 per cento dei consensi di poter governare a dispetto dei cittadini e delle altre forze politiche. Dobbiamo cercare di recuperare la scelta fatta nella visita del ministro degli esteri russo. Nel rincuorare i nostri alleati del Paese in cui viviamo. Non siamo una grande potenza. Possiamo essere in ottimi rapporti con chiunque. Ma certe scelte dobbiamo concordarle con chi è nostro alleato. Parliamo di Europa, ma l’Europa ci dice che le dichiarazioni dei diritti vanno rispettati, la presunzione di innocenza va rispettata. Abbiamo lavorato trent’anni per creare l’indipendenza giudiziaria e cosa ci troviamo? Un politico a capo del tribunale. Credo che ad Elena Tonnini vada riconosciuto il merito di aver difeso il Paese di fronte a certi potentati ed è stata lasciata sola. Dobbiamo fare qualcosa per l’informazione. Per la verità. E’ un tema su cui dobbiamo lavorare incessantemente. Al nuovo Segretario al territorio voglio fare un augurio: tirare un croce sull’apparato normativo di questo paese. Se vogliamo far ripartire l’economia dobbiamo semplificare in maniera assoluta. Lo Stato non può decidere dove mettere il bagno in una casa. Non riusciamo a valorizzare il nostro essere piccoli. Ci vorrebbe pochissimo per rendere all’eccellenza il nostro Paese in ambito sportivo.

Alessandro Bevitori (Libera): Non so cosa si farà per quanto riguarda i diritti civili. Non so cosa si farà per i giochi della sorte. Conosciamo bene le posizioni di Rete, contrarie ai giochi della sorte. Viceversa Rete è da sempre favorevole all’utilizzo della cannabis. Allo stesso tempo è nota la posizione contraria della Dc, oggi alleato di Rete. Serve chiarezza e riteniamo che questi passaggi debbano avvenire prima della formazione del Governo. Anche chi ha votato sì al referendum del 2 giugno ha compreso i limiti della legge elettorale. Si rispetta il risultato della consultazione elettorale, Non ho difficoltà a riconoscere che il risultato di Libera è stato al di sotto delle aspettative. Per la prima volta nella sua storia Rete ha perso consenso. Nell’abbraccio con la Dc ha commesso un errore: attaccare brutalmente Adesso.sm, attribuendo qualsiasi colpa alla coalizione. Dall’altra parte ha inevitabilmente riabilitato la Dc, che fino al 2016 anche grazie a Rete era stata ridimensionata. Per quanto riguarda Npr mi dicono che non corrono buone acque nel comitato elettorale. Torno all’augurio da fare al nuovo Governo. Una raccomandazione ai colleghi di maggioranza: scegliete con attenzione le persone che andranno a ricoprire ruoli di Governo. Le persone fanno la differenza. Questo è l’errore che abbiamo commesso noi. A un certo punto qualche segretario più attento ha evidenziato la difficoltà nel portare avanti gli obiettivi prefissati. Nonostante le proposte indecenti di poltrone o di abbandonare le riforme, si è ritenuto di interrompere anzitempo l’azione di Adesso.sm in quanto il metodo del tavolo istituzionale è l’unico modo di affrontare le emergenze. Ci sono stati degli incontri in cui si parlava solamente di configurazione del nuovo Governo, di schemi calcistici sulle poltrone, ma senza contenuti. Francamente questo non fa sperare molto bene per il futuro.

Vladimiro Selva (Libera): A Rete va riconosciuto un impegno notevole in questi anni. Degli errori sono stati fatti. Nel 2016, consapevoli di una rappresentatività limitata, non c’è stato dialogo con gli elettori di Rete, che nel ballottaggio erano stati determinanti per la vittoria di Adesso.sm, e questa è una colpa. Quella legislatura è partita con uno scontro su dei terreni pericolosi come la finanza. Lo sbaglio è stato quello di fare in modo che il rapporto tra Dc e Rete si consolidasse. La Dc ha fatto lo scherzetto a Rete, facendo sempre attaccare a Rete a muso duro, una forza aggressiva che spaventa. Rete ha lavorato, la Dc ha incassato. Il Paese, spaventato, cercava sicurezza, e l’ha trovata nella Dc. Chi ha perso più di tutti è la sinistra. Il nostro compito è spiegare meglio il progetto, trovare quale forza responsabili le strategie migliori per questa legislatura. Renzi dice che dovevamo fare il debito. Il problema vero della fine della legislatura è che Adesso.sm avrebbe dovuto fare riforme senza averne la forza. Riforme di cui il Paese ha necessità. Questo Rf dovrebbe capirlo. Se non si ha la forza di mettere mano al bilancio dello Stato, non si possono fare riforme. Se su scelte importanti c’è bisogno di un contributo noi ci siamo. Noi l’abbiamo dimostrato.

Marco Nicolini (Rete): Il Pdcs ha stravinto le elezioni. Molte persone si inerpicano in complesse spiegazioni. Si è voluto privilegiare la coesione nata durante la precedente legislatura. Dobbiamo fronteggiare la crisi del sistema bancario. Abbiamo un’imprenditoria da rilanciare nella consapevolezza che il nostro patrimonio è la piccola e media impresa. C’è un accordo di associazione con l’Ue da capire. Spero che il nuovo Segretario esteri non vorrà ripartire da zero, ma conto che si voglia confrontare con il precedente ministro degli Esteri. Non è più tempo di rancori. Cultura e istruzione ci stanno sfuggendo di mano. Ci saranno scontenti anche nella coalizione di Governo, ma sono certo che il senso di responsabilità finirà per prevalere. Bisogna capire che nell’aggressività dell’opposizione della scorsa legislatura c’era la difficoltà nell’accettare di essere governati da una minoranza e l’immobilismo di un Consiglio inerte. Ci si sentiva schiacciati da un Paese che non poteva essere governato da una risibile maggioranza.

Rossano Fabbri (Libera): Il risultato elettorale ci dà conto di un Pdcs che è andato al di là delle aspettative. Ho riscontrato una parte di voto di pancia e mi auguro che la Dc sappia valorizzare il consenso popolare. Il Paese va messo in sicurezza dal punto di vista finanziaria e bisogna riaffermare la certezza del diritto. Faremo il nostro dovere nell’essere una opposizione che possa essere al fianco del Paese qualora vengano discussi provvedimenti interessanti. Questo ce lo impone quel cambio di passo che abbiamo auspicato. La percezione è quella di un Governo che non sempre ha centrato le motivazioni con cui si volevano portare avanti determinate azioni. Non sempre le azioni sono state conseguenti ed efficaci rispetto allo scopo. Garantiamo che saremo una opposizione diversa, combatteremo nel momento in cui ci saranno politiche che fanno il bene del Paese, saremo i vostri peggiori nemici quando logiche esterne si impadroniranno dell’azione di Governo. Si è scelta una strada che al momento non convince, ci sono alcuni campanelli d’allarme che vanno già accesi, la sensazione è che non è stato intrapreso questo percorso perché era il migliore, ma si è ascoltata la pancia del Paese, sono state scelte le logiche più addomesticabili e appetibili. Saremo uomini liberi, non di una parte né dell’altra. Speriamo che sia cresciuto il partito di maggioranza relativa e abbandoni le logiche conservative. Dobbiamo ricucire i rapporti con la vicina Italia e di creare ponti con l’Europa. Se queste saranno le vostre politiche, noi non mancheremo di essere al vostro fianco. Non sono un sostenitore di questa legge elettorale. E’ il ragionamento che si faceva prima: però se da una parte si crea un Governo che non ha ancora un programma e definito i ruoli, dall’altra bisogna anche considerare che la rappresentatività ha un proprio senso. Va creato un mix tra rappresentatività e governabilità.

Paolo Rondelli (Rete): Va cercato un dialogo istituzionale che non deve essere costellato di attacchi alla magistratura. Ricercando il supremo interesse di tutti i cittadini non di una sola fazione politica. Il nostro compito è quello di trovare le soluzioni migliori. I cittadini non meritano di essere criticati per come hanno votato. Le baruffe della politica nauseano i cittadini. Auspico che questa legislatura possa differenziarsi dalla saccente acredine verso i nemici. Non siamo qui per giocare, ma perché scelti come coloro che danno l’esempio. La maggioranza dovrà lavorare alacremente per risolvere i problemi, aggravati da un modo di concepire la politica non come cosa di tutti. Spero in un clima di coesione all’interno di questa Aula. Ciò che facciamo qui non è per i nostri amici o familiari, ma per tutti. Voglio ricordare le parole di Federico Bigi: ricordati che chi riveste un ruolo pubblico lo fa per il bene collettivo. Chi c’era prima non può gridare al lupo al lupo, ma supportare chi c’è ora senza una continua contrapposizione.

Guerrino Zanotti (Libera): Partiamo dal percorso che ha portato una parte di maggioranza ad aprire la crisi di Governo. Non si può indebitare un Paese senza che i conti pubblici siano a posto. Su questo punto è venuta a mancare quella coesione di intenti che c’era nella prima parte di legislatura. Il nostro è stato un percorso coerente. Abbiamo aperto la crisi dicendo che non era possibile portare avanti le riforme. Lo abbiamo fatto proponendo un governo di scopo con una larghissima maggioranza a sostegno di un esecutivo veramente forte. Il pluralismo dell’informazione è un tema su cui fare parecchie riflessioni. Sappiamo già quali saranno i temi su cui sarà impegnato il futuro Governo. Conti pubblici, spending review, riforme. Abbiamo avuto la responsabilità di interrompere un percorso per richiamare il Paese a ragionare su un progetto di ampio respiro. Si è scelto un Governo politico. Lo valuteremo sulla base dei risultati. La nostra sarà una opposizione attenta a valutare proposte intelligenti.

Marica Montemaggi (Libera): Mi sarebbe piaciuto che questo dibattito sviluppasse uno scambio di considerazioni ed intenti sulle dinamiche che hanno portato alla formazione di un Governo politico. Abbiamo lavorato per un Governo di scopo coerentemente con le motivazioni che ci hanno portato a staccare la spina nella passata legislatura. Abbiamo lavorato affinché si arrivasse a un Governo di unità nazionale. Il Paese richiede una grande coesione, ma questo non è avvenuto. Fare un Governo di scopo aveva un certo peso. Avere un Governo politico ha un altro peso perché potenzialmente permette a una maggioranza di cambiare le norme costituzionali in un batter di ciglia. E’ un rischio potenziale. Come ribadito dai colleghi ogni volta che si ragionerà di riforme e di interesse del Paese. La nostra azione dovrà essere scrupolosa nel fare venire fuori i potenziali pericoli in questa Aula.

Adele Tonnini (Rete): Il nostro è un progetto ambizioso, che portiamo avanti con la nostra coerenza di contrastare gli interessi personali in questo Paese. Coinvolgendo chi ha le competenze tecniche si possono trasformare le idee in proposte concrete. Le nostre serate pubbliche sono state l’emblema di questo. Siamo andati tra la gente a portare le nostre proposte. Siamo stati chiamati ad operare il nostro ruolo di controllo ma dalla parte della maggioranza. Mi pare poco carino dire che chi ha scelto la Dc lo ha fatto sulla base di uno slogan. Per la prima volta ci troveremo come forza di Governo con un alleato scomodo, lo abbiamo già detto, ma che rispecchia il volere del Paese. I cittadini ci hanno visto come garanti della maggioranza. Porteremo la nostra opera di controllo e di rifondazione sulla base della legalità e della partecipazione vera.

Eva Guidi (Libera): Il giorno del giuramento dei consiglieri, nel 2016, altissimo è stato il grido delle forze di opposizione che hanno urlato al colpo di Stato. La legge elettorale aveva il pregio di far scegliere ai sammarinesi chi li avrebbe governati. Oggi dopo 20 giorni non sono ancora chiari i nomi di chi andrà a sedersi sulle poltrone. Speravo che simili discussioni potessero essere risparmiate. Libera si posiziona all’opposizione, ma rivendica un finale di legislatura in cui ha deciso di avviare una nuova fase politica. Libera ha saputo lasciare le poltrone per dare spazio a un governo di scopo capace di dare risposte. Il nostro intendimento non si è realizzato. Speriamo che escludere Libera non significhi escludere il programma di Libera. Mi sento di dissentire sul passaggio effettuato dal mio ex collega sul fatto che servisse un atto di coraggio nell’andare ad avere un finanziamento per la Repubblica. Fare un finanziamento sarebbe stata una grave irresponsabilità senza le riforme. E’ il motivo per cui abbiamo lasciato le poltrone.

Giovanni Zonzini (Rete): Riconosco che Rete non ha vinto le elezioni. Speravamo di essere il primo gruppo politico, ma i numeri ci hanno restituito un risultato ben diverso. Questo per noi sarà un banco di prova e un punto di svolta nella storia di San Marino. Non ho intenzione di dare pagelle sui risultati elettorali. Un dato che non è stato commentato è quello dell’affluenza. Rispetto al 2008 abbiamo perso 13 punti percentuale. Si pensa che la gente si sia disaffezionata alla politica a causa del degrado morale. Gli scandali c’erano anche quando l’affluenza era maggiore e i partiti raccoglievano migliaia di aderenti. Solamente la partecipazione e il controllo su ciò che avviene in quest’Aula possono essere la migliore garanzia ai poteri forti. Ricordo la mattina in cui vennero svenduti gli Npl Delta. Quel giorno avevamo indetto una manifestazione di fronte alla sede di Cassa di Risparmio. Eravamo in pochissimi mentre si decideva il futuro di centinaia di migliaia di euro dei nostri cittadini. Forse se fossimo stati di più si sarebbe potuto evitare. Tornando al punto del mio intervento, voglio invitare le forze politiche a mettere in atto tutti gli sforzi necessari per un maggiore coinvolgimento della popolazione nel controllo, nella vigilanza e nella proposta. E’ ferma intenzione di questa maggioranza avviare un dialogo franco e aperto con le opposizioni.

Giuseppe Maria Morganti (Libera): Il nostro progetto intende mantenere ai margini della politica le lobby che hanno determinato la crisi del nostro Paese, depauperando le risorse patrimoniali e territoriali della Repubblica. Questi poteri hanno subito un duro colpo negli anni appena trascorsi. L’unica opzione è un progetto capace di tenere unite le forze politiche e sociali, in modo che possano comprendere la necessità di attuare le riforme. Abbiamo deciso la stabilità di Banca Centrale, sostenuto il progetto di risoluzione di Banca Cis e sostenuto il tavolo istituzionale. Stare tutti dalla stessa parte e lavorare insieme per San Marino. Questa la visione di Libera. La crisi di Adesso.sm è stata determinata dall’impossibilità di realizzare le riforme e dalla debolezza di una compagine che prestava il fianco a tematiche care ai sammarinesi. Libera ha aperto una nuova fase che come primo obiettivo ha fatto ripartire il dialogo, fino ad allora compromesso. Altrettanto importante il dialogo con le forze sociali disposte a collaborare. Ssd e Civico 10 con i nuovi alleati hanno agito solo nell’interesse del Paese, sacrificando il proprio ruolo per uscire dalla crisi. Peccato che non tutte le forze politiche abbiano capito questa necessità e che nessuno sia disposto a fare un passo indietro. L’intento delle forze politiche che stanno formando il Governo è affermare un ruolo di potere. Tutto legittimo, in una fase ordinaria. Possiamo capire come queste forze, pur partecipando alla nascita della nuova legislatura, abbiano cambiato idea, decidendo di formare un Governo politico. Si punta decisamente alla rivendicazione dei vecchi ruoli politici e amministrativi. Il segno politico che si sta manifestando è di formare un Governo politico delle opposizioni imbarcando il cartello elettorale della destra e della sinistra. Lo dimostra la pesante lotta in atto per ottenere deleghe e ruoli non sulla base delle competenze. Ci batteremo affinché i vecchi poteri non vengano fatti resuscitare, affinché il tribunale possa portare a termine le indagini, darà la collaborazione per la realizzazione di riforme indispensabili.

Luca Beccari (Pdcs): Ho sentito diverse chiavi di lettura sul risultato elettorale legate anche al cambio di normativa elettorale. Vanno abbinate le due cose. Gli elettori si sono espressi ben due volte e hanno detto due cose nette. La prima era che le regole del gioco non erano accettate e condivise, tant’è che il referendum ha avuto un risultato positivo. La consultazione elettorale ha dato un risultato che indica discontinuità con l’amministrazione precedente. Credo che debba essere accettato il giudizio degli elettori. Con quella battaglia sulla legge elettorale volevamo evitare le distorsioni del premio di maggioranza e garantire la rappresentatività. Suggestiva l’ipotesi di una Dc vista come approdo consolatorio. La Dc è stata premiata per le scelte fatte, la scelta di correre da sola, senza progetti politici dell’ultimo minuto, affermando la propria identità, e credo che l’operato della Dc all’opposizione sia stato letto in maniera positiva. La politica oggi ha dei margini di intervento più limitata. Però questi tre anni di legislatura non hanno dimostrato solo una separazione di vedute: lo scollamento tra maggioranza uscente e il Paese era evidente, così come la contrapposizione con le parti sociali e lo scontento dei cittadini. La crisi di Governo era inevitabile. Il nostro sarà un impegno politico dettato dal confronto e dal trovare sinergie su tutti i temi.

Andrea Zafferani (Rf): Il progetto ha avuto nel corso della legislatura diversi problemi legati ad errori fatti. Sono state fatte cose buone sottovalutate da tutti, da noi in primis. C’erano delle cose in fieri che potevano giungere a conclusione e dare risultati positivi. Adesso.sm ha perso nel complesso 5 punti percentuale. C’è stata una operazione legata alla volontà di cambiare alleato per riproporsi al Governo. Per questo abbiamo detto che il quadro politico che si sta delineando si basa due accordi, uno rispettato e uno no. Quello non rispettato vedeva una parte della vecchia maggioranza essere parte della nuova maggioranza. Quello rispettato è l’alleanza politica Dc e Rete. Alleanza solida, sancita da diversi anni, tra partiti che prima non volevano avere nulla a che fare e che invece hanno collaborato su una serie di dossier. E’ stato sancito un accordo prima ancora che ci fosse l’intesa sui contenuti. I nostri ex colleghi hanno consegnato su un piatto d’argento il Governo alle forze d’opposizione. Nella conferenza stampa di presentazione dell’alleanza si è parlato di sintesi sui macrotemi senza accenno alle soluzioni. Di solito accade il contrario. Sembra da fuori che ci sia più attenzione alla spartizione delle deleghe. Il secondo tema che va sottolineato con attenzione è questo: penso che la Dc questa volta abbia avuto un voto di opinione più forte rispetto al solito. Temo che sia stato un voto di opinione mirante a resistere al cambiamento da parte di tanti cittadini. Cambiamento percepito come doloroso. Penso e spero che il Governo abbia la capacità e la coesione per decidere sapendo anche sfidare resistenze che non possono essere sostenute. Penso che la responsabilità della politica debba esprimersi al di sopra della necessità di dialogo sociale che deve confrontarsi con la necessità di decidere. Seppur debba esserci un dialogo, la forza di decidere deve essere della politica, in termini di oneri e onori. Si è criticata la visita del ministro russo, che è stato un momento altissimo di politica estera.

Matteo Ciacci (Libera): La fine della legislatura si è verificata sulla vicenda di Banca CIS. Come gruppi abbiamo avuto la capacità di prendere le distanze da certi potentati che troppo influivano sulla azione politica di Adesso.sm: lo rivendichiamo. Abbiamo dalla nostra mani libere ed onestà e la capacità di essere responsabili. Perché dovevamo far dimettere il nostro membro del Consiglio direttivo di Banca Centrale che voleva solo vederci chiaro rispetto a fondi erogati? Tra attacchi e promesse di posti, si è andata a sfilacciare la fiducia in maggioranza. La necessità di salvaguardare i risparmiatori è stata messa al primo punto, non era possibile che ancora una volta i manager bancari non dovessero pagare un euro. Se fossimo stati succubi, avremmo seguito la strada del bail in. Non stiamo attaccando nessuno, ma evidenziando le divisioni. Nessuno voleva andare al Governo dopo. Le poltrone si conquistano con fatica e sudore e con scelte forti. Rivendico di aver staccato la spina al Governo. Chi ha preso le distanze è stato premiate. Mi rivolgo agli ex colleghi di maggioranza: avete un gruppo consigliare completamente rinnovato, significa che anche voi avete fatto scelte sbagliate. Eravamo insieme ma quelle grandi aspettative sono state disattese. A riportare la Dc al Governo non è stato chi ha staccato la spina responsabilmente, ma chi ha governato male. E’ ovvio che continueranno ad attaccarci. Non abbiamo appoggi in tribunale, nel mondo dell’informazione e in quello bancario. Ma abbiamo dalla nostra l’onestà.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Non vogliamo far passare a chi si oppone a certi tipi di dinamiche quello che abbiamo vissuto noi sulla nostra pelle. Non farò discussioni sul voto altrui. La cittadinanza ha deciso. La vittoria della Dc è evidente a tutti. La campagna elettorale è finalmente terminata e lo dico anche in virtù di una riappropriazione dei ruoli della politica. L’unico dato incontrovertibile è che la cittadinanza ha comunque sancito di non voler essere governata da Adesso.sm in forme diverse. E’ una certezza. I tre anni di Adesso.sm è andata avanti a personalismi. Si guardava più all’orma che i segretari volevano lasciare. Alla cittadinanza dobbiamo rispondere, non al partito e non al proprio ego. Ego smisurato da parte di qualcuno, che se n’è lavato le mani del mandato elettivo. Qualcuno nemmeno si è ricandidato. E’ una vigliaccheria dal mio punto di vista. La politica è anche l’arte di saper mediare. Rete dal 2012 ha fatto un’evoluzione molto positiva. Questi ultimi tre anni di Adesso.sm hanno ricalcato una cattiveria politica che ha fatto perdere anche dei rapporti personali. Se qualcuno ancora si propone come il leader maximo, non ci siamo capiti. Il contesto non è più quello. La politica serve anche a calmierare certi atteggiamenti. Ci sono stati alcuni atti che hanno ucciso San Marino. Ci dobbiamo riappropriare dell’Aula consiliare, vanno fatti progetti di legge condivisi. Per salvare San Marino non si può avere un ego smisurato da parte di nessuno. L’ultima legislatura non è tutta da buttare via, soprattutto l’ultima parte, quando vi siete accorti che il dialogo con i corpi intermedi era cessato. Va riallacciato il dialogo con i corpi intermedi delegittimati dalla politica dell’ego. Non voglio e mi farò garante che quello che abbiamo passato noi da opposizione non ricada su di voi. Non vedrete da parte mia e di Dim alcuna vendetta. Nessun senso di rivalsa, ma la volontà di lavorare. Mi auguro che si possa fare lavorando assieme. Avete avuto un ruolo e lo avete svolto male, ma questo non significa che non verrò a dialogare con voi. Appena avete il sentore che qualcosa di sbagliato possa accadere, venitecelo a dire.

Fabio Righi (Domani – Motus Liberi): Voglio rendere chiaro quale contributo la nostra forza può portare alla vita politica del Paese. La legislatura appena iniziata dovrà segnare una discontinuità con il modo di fare politica degli ultimi anni. Dovrà essere una legislatura in cui il vecchio modo deve diventare una cosa del passato. In cui dare spazio a una politica di buon senso al servizio del Paese motivo di ispirazione ed orgoglio. Non dovrà essere una politica autoreferenziale. Essere capace di garantire il pieno coinvolgimento del cittadino. Una politica capace di capire che la saggezza può nascere solo dallo scontro tra punti di vista diversi. Dovrà distinguere cosa è giusto da cosa è sbagliato. Troppe volte la politica ha trattato su argomenti non trattabili. Si dovrà essere capaci di porre in essere nuove politiche rivolte a obiettivi coerenti. Occorre una politica estera capace di rilanciare una collaborazione con l’Italia e un ruolo sul piano internazionale. L’eliminazione delle distorsioni del sistema giudiziario, che la politica ha contribuito a compromettere. La riorganizzazione del sistema sanitario. Il raggiungimento di questi obiettivi deriva solamente dalla capacità di lavorare insieme. Domani Motus Liberi è consapevole del mandato dei cittadini e non ha intenzione di tradirlo.

Denise Bronzetti (Npr): E’ stato un Consiglio anomalo perché si sono poste questioni squisitamente politiche che danno l’idea di quello che sarà il tenore delle prossime sedute. Spero di sbagliarmi, ma le premesse non sono in discontinuità con il clima di scontro che si era generato in questi tre anni. Non ho capito perché ci si stupisce dell’assetto che sta venendo avanti. Era semplicemente nei fatti in virtù di una collaborazione che si era generata tra le forze di opposizione. Bisogna considerare quello che è stato fatto come lavoro in questi anni dalle forze di opposizione. Un lavoro che ha accorciato le distanze rispetto alle esigenze del Paese. Vorrei che l’Aula ne prendesse atto. La cittadinanza ha certamente capito. Noi ci siamo chiamati fuori dalle trattative che hanno portato alla caduta del Governo, in quanto non condividevamo non tanto il clima di apertura e dialogo, tardivo ma condivisibile, bensì perché non condividevamo l’iniziativa di un Governo di unità nazionale. Abbiamo sempre sostenuto l’esigenza di un Governo ampio nei numeri, ma politico. Si è parlato delle magie del proporzionale. La nostra intenzione è dare legittimità al potere legislativo, cioè al Consiglio. Oggi abbiamo un Consiglio altamente rappresentativo, grazie alla legge elettorale. Non ci sono consiglieri molto poco rappresentativi. Agli elettori e cittadini non è bastato che si sia aperto tardivamente il tavolo istituzionale. Lo dimostrano i fatti: nessuna forza dell’allora maggioranza siede oggi in maggioranza. Non basta staccare la spina per assumersi un ruolo che potesse cancellare tutto ciò che non era stato fatto bene.

Roberto Ciavatta (Rete): L’esito elettorale non è una scienza precisa, ognuno dà una sua lettura. Un cittadino su tre ha votato Dc. Qualcuno dice che è colpa nostra perché abbiamo fatto opposizione dura e spaventato la gente. Abbiamo fatto opposizione dura perché eravamo in una situazione drammatica. Abbiamo vissuto situazioni drammatiche di faccendieri che da fuori gestivano la politica del nostro Paese. Una persona investita di questo ruolo ha il dovere di fermare quella deriva. Io non credo che il risultato derivi da ciò che ha fatto la Dc come opposizione. Io credo che sia stato il governo di Adesso.sm la miglior pubblicità per la Dc. Qualcosa dalla ex compagine governativa è uscito. Mi pare evidente dove siano i flussi di voti che si sono spostati da una parte all’altra. Molti dei nostri elettori non sono andati a votare perché il tema dell’alleanza Rete-Dc in campagna elettorale ha colpito nel segno. E’ una cosa che va avanti dal 2016. Ricordate i sondaggi? Siccome gli unici voti ballerini sono quelli di Rete, bisogna dare contro a Rete. Perché l’asse Rete-Dc? Non sfugge a nessuno che c’erano poche opzioni disponibili all’interno dell’Aula. E’ un dato di fatto, altrimenti non diamo un Governo al Paese. Si può dimostrare alla cittadinanza di essere in grado di surclassare l’avversario politico non avendo un’ossessione per l’avversario. Con le parti sociali il confronto non lo faremo perché c’è una legge, lo faremo perché lo chiede il Paese. Non si può andare a barra dritta fregandocene di quello che avviene attorno. Com’è possibile mettere insieme anime diverse come Rete e Dc? Con la mediazione.

Francesco Mussoni (Pdcs): Avete richiamato l’Aula a ragionare in termini di non divisione e di equità sociale. Il punto politico è che la maggioranza uscente deve fare autocritica. Il paziente che doveva essere curato è uscito dal pronto soccorso ancora più acciaccato. La cittadinanza ha giudicato che la maggioranza non è stata in grado di affrontare certi temi che si era prefissata. Dovremo avere la capacità di non fare gli stessi errori. Dovremo ricercare il dialogo ma non con la politica dello specchietto retrovisore. Noi avremo qualche mese in cui fare delle analisi, ma poi dovremo guardare avanti e chiedere all’opposizione di aiutarci nelle scelte importanti. Abbiamo vinto le elezioni interpretando questo sentimento del Paese. La cittadinanza ha visto nella Dc la ragionevolezza, la preparazione e l’equilibrio. Il dialogo politico è necessario. L’obiettivo è migliorare il Paese. Noi è questo che stiamo facendo e che faremo nei prossimi mesi. L’unico vero problema è che la maggioranza uscente deve elaborare il lutto. Noi dovremo fare una politica di rilancio economico e sociale.

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