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ROMA – Un lavoratore in servizio presso il Centro ricerche Casaccia, alle porte di Roma, è rimasto contaminato da sostanze radioattive. L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare-Isin “sta seguendo con la massima attenzione il caso di contaminazione registratosi presso l’impianto Plutonio del Centro di Casaccia, presso Roma, che ha coinvolto un lavoratore in servizio” si spiega appunto in una nota.
E’ stato probabilmente un ‘incidente’ durante la svestizione degli indumenti protettivi a contaminare con sostanze radioattive il lavoratore del Centro ricerche Casaccia di Roma. A quanto si apprende, si tratta comunque di una situazione assolutamente sotto controllo e che non avrà serie conseguenze per l’operaio, ‘colpito’ in una piccola parte del proprio corpo. Non c’è stata infatti alcuna fuga di elementi radioattivi e il lavoratore non è stato esposto a una fonte. Dalle prime indagini, come detto, potrebbe essere stata una non corretta procedura nel togliersi gli indumenti protettivi a causare la piccola contaminazione. Ad avvalorare questa ipotesi anche il fatto che l’operaio non ha avuto alcun malessere, ma ci si è accorti della sua situazione perché ha suonato ai controlli di sicurezza in uscita dal Centro ricerche.
L’Isin, “nell’immediatezza della contaminazione, ha effettuato una prima ispezione nell’impianto e ha raccolto a verbale le dichiarazioni dei responsabili dell’impianto sulla dinamica di quanto accaduto. Parallelamente, sta seguendo l’evolversi della vicenda, che sembra al momento non prefigurare conseguenze severe. Una seconda ispezione è stata già programmata e sarà effettuata nei prossimi giorni”.
Resta, naturalmente, l’esigenza – come da missione istituzionale dell’Isin – di accertare quanto accaduto “e come si è potuta verificare la contaminazione di un esponente del personale, che dovrebbe operare in piena sicurezza grazie ai dispositivi di protezione previsti dalle normative in materia.
Compito dell’Isin è anche accertare, ove vi fossero state, falle nelle procedure di sicurezza o nella loro attuazione e raccogliere elementi per individuare eventuali responsabilità“.
“Non vi è stato alcun ‘incidente nucleare’ e ogni informazione circolante in tal senso è destituita di fondamento. Il 21 novembre scorso, nel corso di attività di gestione di rifiuti radioattivi all’interno dell’impianto Plutonio, che si trova nel centro Enea di Casaccia, è stato riscontrato un evento di ‘contaminazione interna’ di un dipendente con potenziale superamento dei limiti di dose annuale prescritti dalla normativa. Sogin ha subito informato di quanto accaduto tutte le Autorità competenti. Sono state immediatamente attivate le procedure previste dalla legge finalizzate a tutelare la salute dei lavoratori, così come avviene ordinariamente. I monitoraggi effettuati e conclusi oggi pomeriggio registrano valori confortanti. Sogin continuerà a monitorare la situazione nel rispetto delle procedure previste. Sogin esclude categoricamente che vi sia stata qualsiasi contaminazione dell’ambiente esterno”. Così Sogin in una nota.
Con riferimento al caso di contaminazione del lavoratore dell’impianto Plutonio della Sogin, ospitato presso il Centro Ricerche Casaccia (Roma), Enea precisa di essere completamente estranea all’evento avvenuto in un’area gestita dal 2003 dalla stessa Sogin, che in un suo comunicato ha comunque escluso essersi trattato di incidente nucleare.
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