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La scienza sta perdendo la guerra contro l’insetto “divoratore di uomini”: il muro di milioni di mosche sterili non funziona più

A Panama si combatte una battaglia da un miliardo di dollari contro la Cochliomyia hominivorax: un moscone che si riproduce nelle ferite. Le larve mangiano uomini e bestie dall'interno. E la stiamo perdendo

Pubblicato:29-11-2024 14:56
Ultimo aggiornamento:29-11-2024 14:56

mosche divoratrici di uomini
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ROMA – Solo una mosca geneticamente può battere una mosca “divoratrice di uomini”. E così ogni settimana, puntualmente, si alzano in volo sulla giungla di Panama degli aerei ultraleggeri con un carico speciale: milioni e milioni di maschi di mosche, allevati, cresciuti e sterilizzate con radiazioni. Sono gli inconsapevoli soldati della guerra dichiarata dall’uomo ad un insetto loro simile: “il moscone divoratore di uomini”.

Si tratta di una specie di mosca che depone le sue uova nelle ferite aperte degli animali a sangue caldo, causando ferite dolorose, infezioni e morte. Le larve mangiano i loro ospiti dall’interno. Nei casi più gravi, l’unica soluzione possibile è somministrare morfina e iniziare a estrarle con un bisturi. Una ad una.

L’insetto si chiama Cochliomyia hominivorax, battezzato così dopo una serie di orribili epidemie in una colonia penale francese nel 1800. Un tempo era ovunque nel continente americano. Nel 1957 cominciò un programma di eradicamento, che gradualmente ha funzionato. Fino ad ora.


L’uomo ha costruito un vero e proprio muro invisibile, una barriera non fisica attraversa l’America centrale, dove il valico di Darién crea una frattura naturale tra Panama e Colombia. È qui che gli aerei bombardano a tappeto la giungla con milioni di mosche sterili che si accoppiano con le femmine dei nemici. Poiché le mosche si accoppiano solo una volta nel loro ciclo di vita, la distribuzione di massa di maschi sterili uccide pian piano le colonie. Il “muro”, costato più di un miliardo di dollari, ora è sul punto di sgretolarsi

All’inizio di quest’anno la Costa Rica ha dichiarato un’emergenza nazionale dopo che le mosche hanno misteriosamente ripreso ad invadere il Paese per la prima volta dagli anni ’90. E questa settimana gli Stati Uniti hanno sospeso le importazioni di bestiame dal Messico dopo che è stato segnalato un caso a Catazaja, una piccola città nello stato meridionale del Chiapas.

Ovviamente è un pericolo per gli esseri umani, ma anche per centinaia di miliardi di dollari di bestiame. Gli stessi scienziati che hanno dedicato la loro vita a sradicare la mosca ora si stanno affrettando a studiare le cause della recrudescenza.

Si teme anche che la vera portata del problema in Costa Rica sia più grande di quanto suggeriscano le cifre. Gli agricoltori denunciano alle autorità per i primi casi, ma poi spesso smettono. Si segnalano anche molti casi di infezioni sull’uomo. 

Dopo che le uova vengono deposte in una ferita, che potrebbe essere un graffio causato dal filo spinato, un cordone ombelicale reciso di recente o persino il morso di una zecca, possono volerci uno o due giorni prima che le larve emergano e siano facili da individuare. Ciò rende il monitoraggio delle mandrie molto complicato. E poi c’è la fauna selvatica, che è incontrollabile. 

Ora il COPEG, la commissione che si occupa del problema, sta cercando per invertire l’avanzata dell’insetto ristabilendo una barriera di mosche sterili in tutto l’Honduras, respingendole nuovamente verso il valico di Darien. Gli attivisti per i diritti degli animali hanno attribuito la causa della rapida diffusione delle mosche in America Centrale a fattore umano: il traffico illegale di bovini.

Un’altra ipotesi che è che in qualche modo le mosche abbiano sviluppato una resistenza comportamentale: le femmine avrebbero in qualche modo imparato a riconoscere i maschi sterilizzati.

Fatto sta che la “produzione di mosche sterili” è aumentata drasticamente: ora Panama ne sforna circa 90 milioni alla settimana. Ma non bastano.

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