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VIDEO| Con ‘Orlando’ Michele Placido è un nonno ‘no global’

Il film di Daniele Vicari oggi al Torino Film Festival e dall'1 dicembre al cinema. L'intervista al regista e al protagonista

Pubblicato:29-11-2022 17:29
Ultimo aggiornamento:29-11-2022 18:18

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ROMA – Questa è la storia di un anziano e di una bambina, Orlando (Michele Placido) e Lyse (Angelica Kazankova). Lui è un uomo coriaceo di campagna, silenzioso, non ha un telefono, è connesso dalla frenesia della realtà, silente, solitario, tradizionale, di poche parole ma di molti fatti, puro, buono e dal cuore grande. Un giorno scopre di avere una nipote e la sua vita cambia. Lei è una bambina di città, sveglia, piena di vita, indipendente, cresciuta troppo in fretta, brillante, ama pattinare sul ghiaccio. Un giorno scopre di avere un nonno e la sua vita cambia. Il personaggio di Orlando è il ritratto di quegli uomini e di quelle donne che non si lasciano travolgere dal mondo che scorre velocemente. Quello di Lyse, invece, è il ritratto della speranza verso le nuove generazioni che lottano per i diritti. Questa è la storia raccontata in ‘Orlando’ di Daniele Vicari, oggi ‘Fuori concorso’ al Torino Film Festival e dall’1 dicembre al cinema, distribuito da Europictures. “Qui interpreto per la prima volta un anziano, un nonno. È un personaggio lontano da ciò che sono io come uomo, regista e attore. Lui è tipo solitario, io non posso permettermelo con cinque figli e un lavoro che mi tiene molto impegnato“, ha detto Michele Placido all’agenzia Dire.

‘Orlando’ è un film anche sul dover scegliere se partire o restare nella propria terra. “Molti giovani vivono forzatamente un esilio per una basta paga più alta, rimpiangono di essere partiti. Se la nostra nazione perde delle identità importanti o crea delle disuguaglianze, soprattutto tra le nuove generazioni, dobbiamo capire che stiamo vivendo un momento drammatico”, ha sottolineato Placido. “Al momento dall’Italia vanno via tanti giovani, circa 200mila all’anno, e nessuno sta raccontando questa situazione molto grave. In qualche modo attraverso ‘Orlando’ affronto anche questo. Orlando ha un’età importante e una vita chiara nel luogo in cui è cresciuto, i giovani vanno verso l’ignoto e Lyse rappresenta quella generazione”, ha detto Daniele Vicari all’agenzia Dire.

Il personaggio interpretato da Placido è sconnesso dalla realtà, non basa la sua esistenza inseguendo like o follower sui social ma a mangiare bene, prendersi cura dei suoi animali. L’unico brio è un caffè e una telefonata in un bar modesto ma accogliente, gestito dalla signora Gabriella. “Molti vorrebbero ritornare a quella purezza, in un posto non contaminato dalla tecnologia o dal veleno delle macchine. Una certa globalizzazione ci sta facendo perdere ‘i sapori’ di tutto“, ha dichiarato Placido. “Noi oggi ignoriamo il mondo che vive Orlando. Ma con la guerra in corso ci siamo accorti che senza il grano non si mangia. Questa sua determinazione a farcela a tutti i costi – ha aggiunto Vicari – è un grande insegnamento per tutti: noi che viviamo in maniera virtuale non abbiamo sempre la consapevolezza della reale dimensione dell’esistenza quotidiana e questo ci porta, spesso, a non porci dei problemi. Orlando, per esempio, non si pone l’esistenza dell’Europa, quando va dalla nipote a Bruxelles affronta la situazione di petto e trova il modo di farcela. Questa sua energia atomica insegna qualcosa ai giovani. I problemi che si pone Lyse sono gli stessi di Orlando. Lui nel dopoguerra si è chiesto ‘che farò?’ o ‘che mondo ho di fronte?’, ‘come faccio a cavarmela?’. Le stesse domande che si pone la nipote”.


Il film è una co-produzione Italia-Belgio Rosamont con Rai Cinema e Tarantula Belgique, prodotto da Marica Stocchi e Joseph Rouschop. Scritto dallo stesso Daniele Vicari con Andrea Cedrola, ha la fotografia di Gherardo Gossi, la scenografia di Igor Gabriel e Beatrice Scarpato, i costumi di Francesca e Roberta Vecchi, il montaggio di Benni Atria, le musiche di Teho Teardo.

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