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A Bologna sindacati di base in piazza per il salario minimo e contro il Governo

Venerdì corteo per chiedere anche l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro

Pubblicato:29-11-2022 13:49
Ultimo aggiornamento:29-11-2022 13:49
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corteo sindacati di base Bologna
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BOLOGNA – Adeguamento dei salari al costo della vita, salario minimo a 12 euro, stop all’invio di armi in Ucraina, riduzione degli orari di lavoro a parità di salario, nuove politiche energetiche che privilegino le fonti rinnovabili e introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Queste, in sintesi, le richieste che i sindacati di base Sgb, Usb, Cobas, Usi e Si Cobas porteranno in piazza venerdì a Bologna in occasione dello sciopero generale di 24 ore proclamato a livello nazionale.

SGB: “IL DEF PENALIZZA I SETTORI POPOLARI E I LAVORATORI”

Venerdì, spiega Massimo Betti di Sgb, è in programma un corteo che partirà alle 10 da piazza XX Settembre e che attraverserà il centro storico della città “facendo tappa in alcuni punti particolarmente significativi, come la zona universitaria, la Città metropolitana e le sedi della Camera di commercio e di Confindustria”, per poi concludersi sotto la sede del Comune. Oltre alle richieste contenute nella loro piattaforma, le sigle di base porteranno in piazza, aggiunge Betti, anche “la contrarietà a quanto sta emergendo relativamente al Def (Documento di economia e finanza, ndr) del Governo, che sembra attaccare i settori popolari e i lavoratori, in perfetta continuità con le politiche del Governo Draghi”.
E il fatto che il corteo si chiuda sotto Palazzo D’Accursio, conclude il sindacalista, non è casuale, perché “il Comune dovrebbe fare molto di più su questa crisi e invece tace, anche perché, al netto della propaganda, ci pare in sintonia con molte politiche portate avanti prima e ora”. I bilanci di Comune e Regione, attacca l’esponente di Sgb, “non rispondono alla crisi, anzi sono molto in linea con le politiche del Governo Draghi”, senza contare che “molti contratti regolari ma poveri, che costringono i lavoratori a sopravvivere con al massimo 1.000 euro al mese, riguardano proprio appalti degli enti pubblici”.

USB: “VA AFFRONTATO SUBITO IL TEMA DELLE MORTI SUL LAVORO”

Da parte sua, invece, Fabio Perretta di Usb si sofferma sulla richiesta di introdurre il reato di omicidio sul lavoro, affermando che “in un Paese dove si viaggia a una media di quattro omicidi sul lavoro al giorno, ci sembra assurdo che in tanti anni non si sia mai affrontato il tema, a maggior ragione quando ci sono sentenze che stabiliscono la responsabilità di certa imprenditoria, che per aumentare ritmi e produzione abbassa i criteri di sicurezza”. La richiesta delle sigle di base, sottolinea poi Perretta, diventa ancora più pressante “alla luce delle morti di alcuni giovani durante l’alternanza scuola-lavoro”, di cui i promotori dello sciopero chiedono infatti la cancellazione. Un’altra richiesta è “la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, anche per consentire a più persone di entrare nel mondo del lavoro, visti i dati sulla disoccupazione”.


COBAS: “IL GOVERNO MELONI PENALIZZA LE DONNE E AIUTA RICCHI ED EVASORI”

Nicoletta Frabboni dei Cobas attacca poi senza mezzi termini le politiche del Governo Meloni, che “sta peggiorando le condizioni delle donne, ad esempio in tema di pensioni”, mentre invece “favorisce i ricchi e l’evasione fiscale, come dimostrano i provvedimenti sulla flat tax e la scelta di alzare da 30 a 60 euro la soglia sotto la quale gli esercenti possono rifiutare il pagamento con carta”. Frabboni difende, inoltre, il reddito di cittadinanza, senza il quale “moltissime persone saranno condannate a morire di fame”. Infine, Luciano Nicolini di Usi conferma la contrarietà degli organizzatori dello sciopero “all’invio di armi al Governo ucraino”, così come, aggiunge, “siamo contrari all’uso di questa guerra come pretesto per continuare ad usare energie fortemente inquinanti e per evitare di cambiare il modello di sviluppo. Questo- conclude- farà aumentare le emissioni e favorirà il cambiamento climatico, che a medio termine può fare danni anche peggiori della guerra”.

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