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VIDEO| ‘La prima regola’ è un film sincero, il regista: “Per farlo ho dormito in una scuola”

Il film di Massimiliano D'Epiro debutta l'1 dicembre in sala. Ecco la clip in esclusiva

Pubblicato:29-11-2022 13:47
Ultimo aggiornamento:29-11-2022 13:47

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ROMA – Dopo la presentazione al Festival Europeo del Cinema di Lecce, ‘La prima regola’ di Massimiliano D’Epiro arriva nelle sale cinematografiche italiane l’1 dicembre (distribuito da Notorious Pictures). Tratta dalla pièce teatrale ‘La classe’ di Vincenzo Manna, questa fiaba nera è ambientata tra le mura di una scuola superiore – custodita dal bidello Darko Peric (star de ‘La casa di carta’) e guidata da un disilluso e indifferente preside (Fabrizio Ferracane) – dove un giovane professore (Marius Bizau) incontra ogni pomeriggio sei studenti (Haroun FallAndrea FuortoIleana D’Ambra, Luca ChikovaniCecilia Montaruli, Antonia Fotaras), sospesi per motivi disciplinari, per un corso di recupero crediti che diventa, per tutti, un’intensa esperienza di vita. Un dramma a sfondo sociale che riflette sul ruolo dei ragazzi, sull’importanza dell’integrazione e dell’educazione oggi, sulla depressione sociale ed economica, sugli adulti e sulla mancanza di ascolto. Un film sincero, un film di cuore, un film senza tempo e senza luogo un luogo preciso in cui ‘esplodono’ vari generi che si mescolano per restituire sullo schermo qualcosa, al tempo stesso, semplice e straordinario. Vedendo ‘La prima regola’ si ha la sensazione che si stia vivendo in prima persona un gioco di ruolo, un thriller psicologico o un horror. E ancora, un film di zombie, un western, un racconto distopico o post-apocalittico. Ma è anche un manifesto, che non pretende di fare la morale a nessuno, sull’oggi e sui giovani che hanno bisogno di essere ascoltati, di avere opportunità e di essere liberi. Il tutto accompagnato dai brani di Davide Dileo, in arte Boosta, (co-fondatore e tastierista dei Subsonica) che sembrano un moderno coro di una tragedia greca.

“Porto al cinema questo film per raccontare qualcosa che riconosciamo ma non abbiamo toccato con mano, qualcosa su cui si costruiscono solo opinioni. Non sappiamo realmente come funzionano i campi dei richiedenti asilo, non sappiamo come funziona realmente la scuola di oggi. Questo è stato il punto di partenza”, ha raccontato Massimiliano D’Epiro all’agenzia Dire. Protagonista del film è anche la location della storia. “Ho dormito nella scuola con Vincenzo Manna per studiare nel profondo lo spazio per far sì che i movimenti possano aiutare a comprendere i personaggi perché non esiste il loro background, non esiste il mondo di fuori, non esistono i genitori. È tutto racchiuso nel presente – ha proseguito il regista – io non accompagno lo spettatore. Qui lo spettatore è attivo, è lui che è chiamato a capire le coordinate, come il tempo o il luogo”. Un film d’autore che si lega a un film popolare, un film in cui il confine tra personaggi ‘buoni’ o ‘cattivi’ è sfocato, una storia in cui ‘la prima regola’ è ‘nessuno tocca nessuno’. “Se non ti tocco, devo ascoltarti. Quindi la prima regola è ascoltarsi. Se noi provassimo a farlo, non solo sul tema del razzismo ma anche in famiglia, per esempio nel rapporto genitori-figli, si può arrivare a una soluzione”, ha detto ancora D’Epiro.

La storia si apre con l’arrivo di Gabriele: un giovane professore appena trasferito chiamato a tenere un corso di recupero per sei studenti ‘difficili’, sospesi per motivi disciplinari – quasi tutti italiani di seconda generazione – in una scuola superiore di periferia (“una periferia mentale”, come dice il regista). Il preside è subito chiaro: far recuperare ai ragazzi alcune ore di lezione per l’ammissione agli esami di diploma. Il primo impatto con gli studenti, però, è violentissimo. Nicolas, il più difficile, con pregiudizi profondamente radicati, lo minaccia con un coltello e gli spiega quali sono le ‘regole’ da seguire in quella classe. Nonostante la sfiducia di preside e colleghi, Gabriele riesce a conquistare i ragazzi, sia sul piano didattico sia, soprattutto, su quello umano. Sovverte le regole, diventa loro amico. Con tutti tranne che con Nicolas. A pochi giorni dalla fine del corso, lo studente, con l’aiuto degli abitanti del quartiere, provoca degli scontri contro i migranti del campo profughi, detto lo ‘Zoo’, situato a pochi metri dalla scuola. La tensione esplode rapidamente, e vengono fuori tutte le contraddizioni di una società abbandonata a se stessa e i conflitti che covano dentro ai giovani studenti. La scuola è prima militarizzata, poi chiusa. Il corso di recupero è finito. C’è tempo solo per l’ultima lezione.


“La scuola dovrebbe riuscire ad alzare il livello di comprensione, di ascolto. Forse determinati problemi scolastici vanno risolti insieme. Ai giovani vanno dati spazi emotivo e portarli fuori, fargli capire delle cose fuori (dalle mura scolastiche, ndr)”, ha sottolineato il regista. Per esempio “invece di portare il cinema in classe, portare la classe al cinema. Il cinema a scuola diventa studio, al contrario è evasione ma con educazione“, ha aggiunto D’Epiro, che si auspica di portare il film in tour per farlo vedere a più giovani possibili. “Il 3 dicembre andrò al Magna Graecia Experience a Catanzaro per presentare ‘La prima regola’. Le proiezioni mattutine dedicate agli studenti non devono essere soltanto utili al box office, ma devono essere costruttivi. Ai giovani serve socialità e gli adulti devono mettersi in discussione, altrimenti non c’è dialogo, non c’è costruzione, non c’è ascolto. Costruire è più difficile di distruggere, ma è necessario“, ha concluso D’Epiro.

LA CLIP IN ESCLUSIVA

Il film è una produzione Dinamo Film, Goldenart Production con Rai Cinema in associazione con Notorious Pictures con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. Il film, inoltre, è stato sviluppato con il contributo di Apulia Film Commission attraverso l’Apulia Development Film Fund e con l’Apulia Film Forum per la fase di produzione.

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