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La Lega di Salvini vola al 35,3% nei sondaggi, ma governano gli altri e chissà per quanto

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di stampa Dire, per Direoggi | Edizione del 29 novembre 2019

Pubblicato:29-11-2019 16:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:41

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ROMA – I sondaggi lo confermano, la Lega di Matteo Salvini ormai viaggia oltre il 35% dei consensi. Nemmeno Pd e M5S, messi insieme, lo raggiungono. Difficile per chi non conosce come funziona la politica italiana comprendere il ‘genio italico’ che porta a governare le minoranze.

Nei Palazzi della politica in molti temono le elezioni anticipate e per questo, pur tra scossoni, sterzate e frenate, sono sicuri che, alla fine, il Governo Conte 2 andrà avanti fino all’impossibile. Lunedì il presidente del Consiglio sarà in Parlamento per sfidare Matteo Salvini, che lo accusa di aver tradito il Paese dando in anticipo il via libera al cosiddetto accordo ‘Salva stati’.

Conte, carte alla mano, spiegherà agli italiani che quando Salvini era al Governo, pochi mesi fa, era informato e sapeva benissimo della questione. Salvini replicherà forse rendendo pubblici i messaggini che lui e Conte si erano a suo tempo scambiati. Un confronto duro, dove il premier ha già ventilato l’ipotesi di querelare Salvini per calunnia.


Il Pd? Soffre e sta a guardare. In Emilia-Romagna a fine gennaio si giocherà la partita della vita. Oggi i sondaggi accreditano il presidente uscente di un ottimo giudizio da parte degli elettori di quella regione. Ma se alla fine dovesse prevalere il ‘vento leghista’ a dispetto del buon governo certificato, sarà difficile resistere al terremoto che investirà Palazzo Chigi.

Il Capo politico del M5S, Luigi Di Maio, è sicuro che in quel caso cadrà solo il segretario nazionale del Pd. Pecca di ottimismo. Tra i Dem c’è forte malcontento, in molti si lamentano per una iniziativa che sembra essere sempre a rimorchio del fastidioso alleato. Molti stanno spingendo i dirigenti a scegliere una linea chiara: si decida su quali argomenti punta il Pd e questi li si porti direttamente all’esame delle aule parlamentari senza tanti complimenti.

A quel punto toccherà al M5S decidere se votare o mollare. In tanti pensano che voteranno comunque; gli altri pensano che in quel modo si allargheranno le contraddizioni interne fino all’implosione finale. Finché la barca va…

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