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Lazio, rapporto Upi: “Regione soffre per spopolamento, denatalità e invecchiamento”

Il Lazio, al primo gennaio 2018, contava 5,9 milioni di residenti, 1.431 in meno rispetto all'anno precedente.

Pubblicato:29-11-2018 18:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:51
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ROMA – Una popolazione in calo, sempre più anziana e multietnica, piccoli comuni a rischio estinzione, famiglie sempre meno ‘tradizionali’ e natalità ai minimi storici. Questo è il quadro sulla popolazione che emerge dal rapporto 2018 sullo stato delle province del Lazio targato Eures e Upi Lazio presentato presso la sede dell’Associazione nazionale dei Comuni a Roma.

Il Lazio, al primo gennaio 2018, contava 5,9 milioni di residenti, 1.431 in meno rispetto all’anno precedente. A livello territoriale la contrazione raggiunge lo 0,6% a Rieti, lo 0,5% a Frosinone, con 2.435 residenti persi, più lieve il fenomeno a Viterbo che ha fatto registrare una flessione dello 0,3%, pari a circa 800 residenti. Roma e Latina mostrano una maggiore capacità di tenuta, non registrando differenze significative rispetto all’anno precedente.


Situazione critica nei 253 comuni del Lazio che contano meno di 5 mila residenti dove si è registrato, nell’ultimo decennio, un calo della popolazione pari al 2,2%. In questo contesto spicca il caso Rieti dove ben 69 comuni hanno meno di 5 mila abitanti e dove negli ultimi dieci anni, le piccole amministrazioni sotto i mille abitanti, hanno registrato un costante spopolamento che mette a rischio la loro stessa sopravvivenza.

A crescere è la quota degli over 64, nel 2018 gli anziani con più di 64 anni sono oltre 1,2 milioni, con un incremento del 5% nell’ultimo quinquennio.

Tra i territori è Latina a registrare la crescita più significativa di anziani, pari al 9%, seguita da Frosinone, Roma, Rieti e Viterbo.

Aumentano gli anziani, ma diminuiscono i bambini. I nati nel Lazio al 31 dicembre 2017 erano 44 mila e 500, circa 3 mila in meno rispetto all’anno precedente. La situazione più critica si rileva nell’area metropolitana di Roma dove il quoziente di natalità passa in un solo decennio da 11 a 7,6 nati per mille residenti.

Una contrazione che colpisce anche le coppie straniere con un calo pari al 2,7% che trova riscontro soltanto tra i nati da entrambi genitori stranieri, perché tra le coppie ‘miste’ i nati aumentano dell’8,1%.

Ben il 45% delle nascite del Lazio è avvenuto all’interno di coppie non sposate: la natalità all’interno del matrimonio è infatti diminuita nel periodo 2007-2016 di ben 17,2 punti a fronte di una contestuale crescita delle nascite da genitori non coniugati. Al tempo stesso sono cresciute le cosiddette famiglie unipersonali, arrivando a rappresentare il 35,3% del totale delle famiglie della regione.

Si registra anche un incremento dei matrimoni, determinato dalle unioni celebrate con rito civile che aumentano dell’8,8%, rispetto alle celebrazioni religiose che calano del 3,2%. Frosinone e Latina restano capisaldi del matrimonio con rito religioso, mentre Viterbo e Roma registrano risultati inferiori alla media regionale.

Una popolazione sempre più multietnica. Il Lazio infatti conta 679 mila residenti stranieri nel 2018, con una crescita di oltre 16 mila e 500 unità rispetto all’anno precedente. La provincia che presenta gli incrementi più significativi nell’ultimo anno è Latina con un incremento del 5.1%.

Anche il dato relativo alla presenza degli studenti stranieri nelle scuole del Lazio disegna una trasformazione in atto della società verso una realtà multietnica: sono infatti 10,4 ogni 100 iscritti gli studenti stranieri presenti nelle scuole secondarie di primo grado, un valore che scende soltanto leggermente a 8 ogni 100 nelle scuole secondarie superiori, a testimonianza di un naturale percorso di integrazione capace di regalare a questa regione nuove energie e nuove sollecitazioni.

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