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“Alleva la speranza”, da Legambiente e Enel un crowdfunding per gli allevatori

Su planbee.bz la raccolta per aiutare 4 imprenditrici

Pubblicato:29-11-2018 15:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:50

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ROMA – Teresa, Silvia, Amelia e Alessia. Sono i nomi delle prime quattro allevatrici che saranno sostenute grazie ad ‘Alleva la speranza’, la campagna di crowdfunding promossa da Legambiente ed Enel per aiutare le aziende del Centro Italia colpite dal sisma del 2016 a ‘coltivare’ nuovi progetti per restare sui propri territori. La raccolta fondi, che si svilupperà fino al 2020 sulla piattaforma PlanBee.bz, è stata lanciata stamattina nella sede nazionale di Legambiente a Roma dal presidente di Legambiente Stefano Ciafani e dal responsabile del rapporto con associazioni e stakeholders di Enel Claudio Fiorentini, con le testimonianze delle quattro allevatrici che, tra fatica, rabbia e commozione, hanno raccontato la propria storia e gli obiettivi futuri. Imprenditrici che, nonostante la difficoltà di portare avanti un’attività economica nelle aree interne del Centro Italia, continuano a resistere, ma avvertono: la ricostruzione è ferma. Come denuncia Teresa Piccioni, 47 anni, tre figli e un’azienda di famiglia a Pietralta, frazione di Valle Castellana, in provincia di Teramo, dedita all’allevamento degli ovini, in particolare della capra abruzzese: “È una lotta, i giornalisti dicono che la ricostruzione prosegue ma è tutto fermo, abbiamo i tendoni, ma lì non possono stare gli animali- racconta nel corso della conferenza- Con la burocrazia non va avanti niente”.

Una stalla in cemento e legno dichiarata inagibile dopo il sisma e il progetto di un biodistretto, dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni possano stringere un accordo per la gestione sostenibile delle risorse. Con ‘Alleva la speranza’ Teresa spera di acquistare una mungitrice mobile, per alleviare il lavoro di mungitura delle capre oggi fatto mano dai figli. Acquistare una mungitrice mobile è anche l’obiettivo di Alessia Brandimarte, 34 anni, e un’azienda a conduzione familiare a Norcia che, nei 30 secondi del sisma del 30 ottobre 2016, ha perso un fienile, un caseificio e una stalla e ha continuato ad allevare i suoi 400 ovini prima con una stalla a tunnel, poi con una nuova struttura realizzando con fondi privati e l’aiuto di quattro imprenditori del Varesino.
A tutelare specie autoctone c’è poi Silvia Bonomi, che alleva ovini di razza Sopravissana a Ussita, nelle Marche: “Abbiamo recuperato numericamente e qualitativamente dal punto di vista genetico questa razza di ovini- racconta- ma anche la linea di transumanza tra Lazio, Abruzzo e Marche”. Ha perso la casa, Silvia, dopo il sisma del 26 ottobre 2016, e per due mesi ha percorso 250 km al giorno tra mare e montagna, per non lasciare soli gli animali. Uno sforzo enorme, che però si è scontrato con la scossa del 10 aprile 2018, quando la famiglia Bonomi perde anche la stalla. “Dopo due anni, quando l’emergenza dovrebbe essere attenuata, siamo ancora nel marasma” racconta, senza smettere di credere nel suo progetto di vita che da aprile 2017 si è arricchito di un altro tassello: la rete d’impresa ‘Sopravissana dei Sibillini’, il cui perno è proprio la sua stalla.

Alleva la speranza’ è per Amelia Nibi, che si occupa di allevamento di bovini e ortofrutta 100% bio a Casale Nibbi, nel comune di Amatrice, non solo aiuto economico concreto, ma soprattutto strumento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica: “Da questa campagna ci aspettiamo che le persone continuino a ricordarsi di noi perché purtroppo, dopo due anni e mezzo, forse è passato il messaggio che ad Amatrice siamo già in ricostruzione– racconta Amelia all’agenzia di stampa Dire- In realtà abbiamo ancora tutte le macerie e la ricostruzione non esiste”.
“Voi crescereste dei bambini fra le macerie?”, chiede emozionata Amelia intervenendo in conferenza, e aggiunge: “La desertificazione nasce da questo, purtroppo”. Con il sisma del 24 agosto l’azienda a conduzione familiare di Amelia ha perso il caseificio, i capannoni, il frigo per le mele e due stalle su tre. Non la sua forza d’animo. Con l’aiuto di privati, associazioni e prestiti bancari, Amelia ha infatti ricostruito il punto vendita e il caseificio e, con ‘Alleva la speranza’, spera di ricostruire la stalla, che permetterà alla sua famiglia di ricominciare.


Ciafani (Legambiente): “Aiuteremo decine di imprese”

“Con ‘Alleva la speranza’, insieme ad Enel, vogliamo fare una raccolta fondi su una piattaforma online messa a disposizione da PlanBee, per aiutare concretamente quelle imprese, in particolar modo delle allevatrici, che non vogliono abbandonare il proprio territorio e che hanno continuato a lavorare nelle zone terremotate, nonostante tutti i problemi di quelle aree. Vogliamo mettere in campo uno strumento che aiuti concretamente queste zone evitando la desertificazione produttiva, perché se vanno via le aziende, da una parte, rischiamo di abbandonare definitivamente quelle aree, e non possiamo permettercelo, e dall’altra parte, mettiamo fine ad un percorso, quello delle aree interne, delle zone appenniniche delle quattro regioni del cratere del terremoto del Centro Italia, che sono un patrimonio di bellezza, di biodiversità, di cultura, e di aspetti sociali assolutamente preziosi. Con questo progetto vogliamo aiutare e sviluppare queste attività che è fondamentale mantenere in quelle aree purtroppo sfortunate del nostro Paese”. Stefano Ciafani, presidente di Legambiente.

“Iniziamo con le quattro esperienze raccontate oggi- aggiunge Ciafani- contiamo di aiutare decine di imprese delle regioni sconvolte dal sisma del 2016. La raccolta fondi- conclude- verrà aperta e chiusa ogni volta che saranno presentati i progetti”.

Fiorentini (Enel): “Si guarda al futuro”

“Enel è un’azienda che da cinquant’anni è protagonista della vita di questi territori, ha fatto molto per aiutare queste città, queste persone, queste aziende a ritrovare una propria dimensione, e ci sembra indispensabile continuare ad aiutare questi territori seminando anche qualche iniziativa che consenta a persone, aziende e cittadini di guardare al futuro con ottimismo”. Così all’Agenzia di stampa Dire il responsabile del rapporto con associazioni e stakeholders di Enel, Claudio Fiorentini, a margine della presentazione di ‘Alleva la speranza’, la campagna di crowdfunding lanciata con Legambiente per aiutare concretamente gli allevatori delle zone del Centro Italia colpite dal sisma a ripartire. “Il contributo in una fase iniziale sarà concentrato sul lancio di questa iniziativa- aggiunge Fiorentini- perché anche il supporto alla piattaforma e le attività di comunicazione sono fondamentali per arrivare ad entrare nel cuore e nelle teste delle persone che possono e devono aiutare questi operatori a ripartire. Confidiamo che la risposta sarà significativa da parte di tutti- conclude- anche Enel farà la propria parte per rendere ancora più efficace questo impegno”.
Sono tre le parole-chiave individuate da Fiorentini per descrivere il progetto nel corso della conferenza: “Radici, parola che evoca l’ambiente montano, la campagna, le radici dei cittadini e delle aziende che operano sul territorio, ma anche di un’azienda come la nostra. La seconda parola- continua Fiorentini- è resilienza. Mi piace l’idea che oggi qui con noi ci siano tre persone, tre allevatori, che hanno deciso di personificare questo concetto, valorizzando le proprie attività sul territorio. L’ultima parola- conclude- è ecosistema”.

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